Giocare per crescere

Giocare per crescere Biennale del giocattolo, quasi un happening a Palazzo a Vela Giocare per crescere La mostra ha già avuto 15 mila visitatori in tre giorni - Lo psicologo: «Il bambino ha bisogno di poter creare. Niente di più sbagliato di un oggetto da utilizzare seguendo precise istruzioni» Riportarli & iosa, è difficile: protestano, strepitano, qualcuno piange. Una volta entrato, nessun bambino vuol più andar via da Palazzo Vela. Perché li, alla "Biennale del gioco e del giocattolo», a chi ha meno di una dozzina d'anni è concesso tutto: smontare e rimontare, costruire, disegnare, rotolare, pasticciare. Toccare, finalmente, senza barriere o cartelli che lo impediscano. Il primo appuntamento con la cultura ludica si svolge in nome della •Creatività-. E' quasi un kappening. Accomuna i bambini in giochi sfrenati, o li mette insieme intorno a un tavolino col pongo, il Lego e gli acquerelli. Alla mostra, organizzata dal Cigi (Comitato italiano gioco infantile), con il patrocinio di Regione e Comune, partecipano costruttori, cooperative di 'gioco e animazione' e ludoteche comunali di diverse città d'Italia. Uno spazio è riservato al «Museo laboratorio del gioco-, con esposizioni su tradizione popolare, modellismo, collezionismo, computer. Per la tranquillità dei •grandi- (niente discussioni sul -Dai, compramelo.'-), i giochi della Biennale non sono in vendita, ma in prestito gratuito ai piccoli visitatori: 15.232 soltanto nei primi tre giorni. Un buon successo. • Quasi insperato, con i ritardi che abbiamo avuto nell'organizzazione. E un dato interessante è emerso dalla Biennale: il mondo economico e produttivo rivolto all'infanzia ha bisogno di input, suggerimenti sulle nuove linee di tendenza-, commenta Daniela Scotto Di Fasano, psicologa del Cigi. E quali sono quelle linee. che cosa preferiscono i bambini? "Certo non cancelleremo i pupazzetti-mostri di moda oggi, né la televisione che li ha lanciati: fanno parte della nostra epoca. Ma i giochi copriranno sempre più i bisogni tattili inevasi negli ultimi 10 anni. Si torna al gioco "affettivo": Quindi legno e stoffa al posto della plastica, morbido e caldo invece del freddo sintetico. Resta, intramontabile, soltanto il Lego, "importantissimo mezza per sollecitare la creatività-. Ma esiste il giocattolo -sbagliato-? I luoghi comuni dicono che i mostri lo siano. Ancora Daniela Scotto: «Co¬ me l'adulto, il bambino ha un mondo arcaico fatto di cattiverie, paure, bisogno di fare del male. Il mostro può servire a tirar fuori questo mondo, assolve una funzione. Ma ha un difetto: il bambino lo vìve in modo passivo, il mostro non modellabile non può rispecchiare paure specifiche. Direi che i giochi più giusti sono quelli semistrutturati, che consentono manipolazioni. I più sbagliati quelli con le istruzioni per l'uso: ci si può fare questo e basta-. E i giochi di ruolo. Monopoli per esempio? «Ben vengano. Permettono di condividere esperienze con altri e vivere, di volta in volta, ruoli diversi. Stimolano l'imitazione, essenziale nella formazione della personalità». Tra gli stand della mostra non si vedono "Barby» e i "Transformers: Come mai grandi multinazionali del giocattolo, Gig o Mattel, non hanno partecipato? "Il tema qui è la creatività: forse l'assenza dimostra poca disponibilità a mettere in discussione certa produzione — risponde Giancarlo Rizzo del Centro gioco educativo, vicepresidente dell'Associazione dettaglianti giocattoli —. Poi ci sono ragioni oggettive: pare che i budget per l'8S fossero già chiusi-. E che giro d'affari ha il mercato del gioco? • Un paio di miliardi l'anno in Italia. Non molto. Il giocattolo è considerato un genere voluttuario, lo si compra per le ricorrenze, perché fa moda. Invece dovrebbe essere mezzo importante per la crescita-, •Ma il giocare in sé è più importante-, aggiunge Daniela Scotto: qualunque oggetto, con la creatività, si trasforma in giocattolo. E a guardarsi intorno, sotto la volta a vela, non si hanno dubbi. I bambini si tuffano su montagne di cuscini ('questa era l'acqua e nuotavamo- ), si perdono nel "labirintorio- di legno a due piani («Zi dietro c'è il drago-), costruiscono col Lego Uadesso fa "muuuuu", e va nella stalla-). Fino all'ora d'uscire, tristissima: 'Mamma, domani sì può tornare?-. Si può tornare alla Biennale fino a martedì 8, con orario 9,30-12,30 e 15-22 (domenica 10-22). Biglietti. 5 mila gli adulti, 2500 i bambini da 3 a 12 anni. Fino a 3 anni, ingresso gratuito. Eva Ferrerò Grandi sorrisi per i bambini alla «Biennale del giocattolo»

Persone citate: Daniela Scotto, Di Fasano, Vela

Luoghi citati: Italia