A scuola vince Jovanotti di Pierangelo Sapegno

A scuola vince Jovanotti Elezioni studentesche in Romagna: tutta musica, niente politica A scuola vince Jovanotti Grande successo delle liste che avevano come «manifesto» slogan e canzoni del disc-jockey - A Ravenna 236 voti su 600 al gruppo che si è presentato all'assemblea vestito da Blues Brothers DAL NOSTRO INVIATO RAVENNA — Ha vinto Jovanotti, dee-jay scassatimpani e cantante postpaninaro, in testa alle classifiche dei dischi più venduti. Ha vinto nelle scuole di Romagna, non nelle discoteche. Oli studenti dovevano eleggere i loro rappresentanti nei consigli d'istituto. E hanno votato l'effimero, la voglia di divertirsi. •Perché stupirsi? Siamo giovani'. Giorgio Minardi, neo eletto, giubbotto da rockettaro, capelli fluenti, mani in tasca: 'Volevamo divertirci, l'abbiamo fatto per quello. Ci siamo riusciti'. Niente paura, sorride Mauro Dragoni, sindaco di Ravenna: -Sono giovani...'. Quasi tutti poco impegnati, anche nella regione più politicizzata d'Italia. Quasi tutti figli delle discoteche, non dei partiti o delle parrocchie. Si sono presentati con questi slogan, i ragazzi dell'88: -Meglio un libro oggi che un'enciclopedia domani', 'La festa è qui, siamo noi i protagonisti' (titolo di una canzone di Jovanotti), 'Rossoblu per il Marconi in serie A», ■La scuola è tutto un quiz», ■Insegnare è dogmatico', -La verità è figlia del tempo e non dell'autorità', 'Dai ragazzi, facciamo casino- (altro slogan di Jovanotti); oppure, emblematico e disperato: -La scuola, questa sconosciuta'. E alle elezioni sono andati come si va a una festa. A Ravenna, quelli della lista -Menforpresident' — -di sicura ispirazione apartitica-, sottolineano, se c'era an cora qualche dubbio, i fondatori Stefano Fabbri e Davide Sorrentino —, si sono presen tati durante l'assemblea vestiti da Blues Brothers, gruppo mitico del rock Anni 60, tutti in nero, cravatta nera, occhiali da sole neri, scarpe di vernice pure nere, e solo la camicia bianca; accompa gnati da un disco dei Blues Brothers e dalle ragazze pon pon che saltellavano cinguettando attorno a loro. Hanno detto che non avevano un programma, e che «a scuola ci si deve divertire: Semplicemente questo. Risultato: 236 voti su circa seicento votanti, 'e due rappresentanti eletti. E' accaduto alle magistrali Margherita di Savoia, dove, raccontano al pei, 'nel '68 c'erano i capi del Movimento studentesco di Ravenna, e negli Anni Settanta uscirono quasi tutti gli attuali quadri dirigenti dei sindacati e dei partiti'. L'altro ieri, invece, i suffragi sono piovuti sulla lista qualunquista. Sarà magari che l'altra, quella impegnata, si chiamava così: 'Che il tuo discorso sia meglio del silenzio, altrimenti taci». Sempre meglio, forse, di quella presentata in un istituto tecnico di Faenza: «Per una scuola completa ed efficace, per un futuro studentesco vincente', eccetera eccetera. Titolo lunghissimo, voti pochini. Airoriani, scuola per ragionieri di Faenza, ha dominato invece una lista dal nome breve come uno slogan pubblicitario: «Votateci e vedrete". Programma: tornei di sport, gite e feste da Natale a Carnevale, ma anche un lavoro per il futuro. Politica? 'Niente, per carità', s'arrabbia Fabio Sangiorgi, neo eletto. 'E niente parole inutili. Agli studenti non facciamo promesse astratte, non diciamo, come hanno fatto altre liste, che porteremo Zucchero qui dentro. Abbiamo avuto successo perché proponiamo cose concrete». Hanno stra¬ vinto: quattro eletti su quattro. Senza seggi quelli della sinistra (che speravano in Arbore, altro simbolo di goliardia: «La scuola è tutto un quiz») e di CI, che avevano puntato tutto su una canzone di Jovanotti, per attrarre gli studenti. Allo scientifico di Faenza, c'erano quattro liste, e tre erano apartitiche: The best way. Cogito ergo sum, Schola mutanda est magis. Hanno vinto i latinisti, si fa per dire. L'unico raggruppamento impegnato e progressista ha preso 25 voti appena: giusto quelli di coloro che l'avevano fondato. A Lugo di Romagna, al liceo classico, la lista qualunquista ispirata anche qui ai Blues Brothers, e presentatasi con tanto di show e ac- compagnamento musicale, ha spopolato: da sola ha raccolto il 52,8 per cento dei voti. Allo scientifico, la lista apartitica ha ripetuto il successo di tre anni fa. Stefano Fenati, della Fgci, commenta: *Hanno preso i voti dei cattolici*. Alla de ribattono: / comunisti perdono credito tra i giovani». A Bologna, all'Istituto tecnico Marconi, divenuto famoso per la contestazione alla preside di ferro, c'è chi si è presentato come un club di tifosi: 'Rossoblu per il Marconi in serie A». Meglio il tifo, che lo sciopero politico. E Jovanotti? E' nei titoli, negli atteggiamenti, negli slogan. Men for president, ad esempio, ricalca il long play del cantante che si veste come un giocatore da football americano, porta magliette con sopra scritto casino, cappello al contrario e scarpette da tennis: 'Jovanotti for president-, trentatregiri in testa alle classifiche, più di centomila dischi venduti. Ma lui, giurano gli studenti, non piace. «E' un prodotto imposto dalle discoteche, dalle tivù commerciali», dice Stefano Fabbri, candidato proprio per 'Men for president», a Ravenna. "Non siamo la lista di Jovanotti», ripete Fabio Sangiorgio, di Faenza, gruppo «Votateci e vedrete». E Giorgio Minardi, neoeletto, fra quelli lontani dai partiti: «/ suoi slogan sono entrati nel linguaggio comune. Ma lui, a noi, non piace neanche un po'-. Non importa, insomma, se il simbolo del qualunquismo sia simpatico o meno. •Non è il massimo del qualunquismo?', si chiede Minardi. Verissimo. In compenso, alla Fgci di Ravenna non fanno una piega: in queste elezioni si afferma, dicono, •l'idea dello studente non come semplice fruitore ma come protagonista e soggetto che interviene sulla didattica...». Chiaro? .-.„; Pierangelo Sapegno