No commént degli Usa Mosca: tutto si complica

No comment degli Usa Mosca: tutto si complica Le superpotenze preparano le mosse per il dopo-voto No comment degli Usa Mosca: tutto si complica Cartacei: riprenderemo comunque la nostra mediazione L'Amministrazione Reagan ha reagito con calcolato distacco a quello che in privato definisce l'infelice esito delle elezioni in Israele, n portavoce della Casa Bianca Popadiuk e quello del Dipartimento di Stato Redman hanno dichiarato che "Israele è un alleato forte e importante» e che gli Stati Uniti «si aspettano di avere col prossimo governo gli stessi buoni rapporti che hanno avuto con tutti quelli precedenti». Partendo dal Cairo per Tel Aviv, il ministro della Difesa Carlucci, impegnato in una missione nelle capitali del Medio Oriente, ha precisato: •Riprenderemo la nostra mediazione di pace in Medio Oriente chiunque sarà il futuro premier israeliano». •Eventuali altre iniziative sono benvenute, gli Stati Uniti non possono fare tutto da soli». Negative invece le reazioni dell'Urss secondo cui il risultato delle elezioni israeliane non favorisce la soluzione della crisi mediorientale. In un primo commento, la Tass ha espresso il timore che Shamir formi un governo che •adotterà una posizione ancora più dura nei confronti della situazione mediorientale e dell'occupazione della riva occidentale del Giordano e nel settore di Gaza». L'agenzia di stampa sovietica scrive che -nel corso della campagna elettorale», Shamir ha invitato ad una crescente «utotenza nei confronti dei civili dei territori occupati illegalmente» e «Zia dichiarato che nel caso di vittoria del Likud non permetterà un ritiro dei soldati da queste terre e insisterà sulla continuazione della creazione di colonie militarizzate». Da Mosca giungono però altri segnali che indicano un intensificarsi del dialogo con Gerusalemme: Mlron Gordon, capo della piccola rappresentanza israeliana nella capitale sovietica, ha annunciato che la delegazione consolare sarà da oggi guidata da un ambasciatore di rango. Arie Levin, questo il nome dell'ambasciatore, è uno dei funzionari più in vista del ministero degli Esteri israeliano, per il quale dirige il centro di ricerche politiche. La sostituzione di Gordon (consigliere d'ambasciata) dimostra la volontà di Tel Aviv di dare un maggiore impulso al dialogo con l'Urss, avviato prima con una serie di incontri segreti in Paesi terzi, poi con lo scambio di delegazioni consolari che, ufficialmente, si occupano di rilasciare visti e controllare le rispettive proprietà. Le relazioni diplomatiche tra i due Paesi sono congelate dal 1967, quando Mosca interruppe i rapporti a causa della Guerra del Sei giorni. •Esiste la volontà da parte nostra di riallacciare normali rapporti diplomatici con l'Unione Sovietica e dipende da Mosca come e quando farlo», ha detto Gordon, Ieri mattina, proprio men, tre venivano resi noti i risultati delle elezioni in Israele, il ministro degli Esteri Shevardnadze ha ricevuto Edgard Bronfman, presidente del Congresso mondiale ebraico. L'esponente ebraico ha espresso l'intenzione del Congresso di "appoggiare lo sviluppo positivo dei rapporti tra Oriente ed Occidente, e la ricerca delle vie per la soluzione dei conflitti regionali, prima di tutto quello mediorientale». Shevardnadze ha sottolineato come «ui siano regioni dove, malgrado gli sforzi intrapresi per sbloccare i conflitti, si mantiene una situazione tesa. Tra queste vi è il Medio Oriente. La situazione in questa regione non può non suscitare la preoccupazione

Persone citate: Arie Levin, Carlucci, Edgard Bronfman, Mlron Gordon, Redman, Shamir, Shevardnadze