«Quayle rinchiuso in armadio»

«Quayle rinchiuso in armadio» «Quayle rinchiuso in armadio» DAL NOSTRO CORRISPONDENTE WASHINGTON — James Danforth Quayle, detto Dan, è destinato a passare alla storia come il primo candidato invisibile o candidato ombra delle elezioni americane. Il senatore che assomiglia a Robert Redford non compare quasi mai alla tv, non esce dalle riserve repubblicane del Profondo Sud e del West, s'incontra rarissimamente con George Bush. Mentre il suo collega democratico, Lloyd Bentsen, senatore anch'egli, domina i mass media nel tentativo di trasmettere un po' di carisma al grìgio capocordata Dukakis, Quayle, ha scrìtto 11 New York Times, -viene rinchiuso nell'armadio», come se la mente pensante del partito, l'ex ministro del Tesoro Baker, volesse impedirgli di causare dei disastri nella fase finale della campagna. Così anomala è questa condizione, che Quayle viene fatto oggetto di ridicolo dagli avversari e dagli alleati insieme. Quando Bush ha dichiarato che, se eletto, gli affiderà la guerra contro la droga, il Duca è scoppiato a ridere: "Questa — ha detto — è la scorciatoia alla disfatta». Bentsen è stato ancora più cattivo: "Quayle — ha proclamato — èia prova vivente del disprezzo che Bush ha per l'elettorato, se no avrebbe scelto un altro». Persino Baker, il simbolo della correttezza, ha commentato che «di Quayle si dice ciò che si diceva del presidente Carter: peccato che il candidato non sia sua moglie MaryUn». Marylin Quayle è una giovane, bella e formidabile signora, madre di tre figli, che finora alla televisione ha messo k.o. tutti i denigratori del consorte. Per il sosia di Robert Redford, la degenerazione della campagna elettorale in un calvario è incominciata un mese fa quando, nel dibattito con Bentsen, si è incautamente paragonato al presidente Kennedy. "Senatore — ha ribattuto Bentsen —, io co¬ noscevo Kennedy. Io ho lavorato con Kennedy. Kennedy era mio amico. Senatore, lei non è Kennedy'. Da quel momento, Quayle è quasi scomparso dalla scena. La sua candidatura alla presidenza, commenta Sam Donaldson della televisione Abc, è -the best kepi secret», il segreto meglio custodito dal partito repubblicano. Quayle si è finalmente ribellato air «ingiusta» condizione l'altro ieri, quando i managers del partito lo hanno tenuto fermo per un'ora in un aeroporto sperduto del Middle West mentre di punto in bianco gli cambiavano il programma. Ha radunato intorno a sé i pochi giornalisti al seguito, per rendere pubblica la sua protesta, e ha dettato anche alcune condizioni per stare al gioco. Non mi muoverò più, ha detto, se non saprò con certezza che cosa dovrò fare con almeno un giorno di anticipo; non ripercorrerò più il cammino di Bush, ma andrò dove egli non è ancora andato; e comparirò al suo fianco ogni qua! volta sarà opportuno. Di fronte al suo scoppio d'ira, i managers hanno fatto marcia indietro, e gli hanno aperto gli Stati indù striali per la sua campagna. Nella rivolta, il candidato repubblicano alla vicepresidenza ha trovato due insperati ap poggi, entrambi democratici: il senatore Kennedy, il capo della Commissione Lavoro, con cui l'anno scorso preparò una legge per la redistribuzione della manodopera; e il senatore Biden, il capo della Commissione alla Giustìzia, ex rivale di Dukakis nelle primarie. Entrambi hanno difeso Quayle come un poli tico capace, e Biden in particolare ha sostenuto di non rendersi conto di come il «Duca» abbia potuto sottovalutarlo tanto. Biden si sta prendendo la sua rivincita nei confronti del governatore: fu l'entourage di Dukakis infatti a silurarlo, svelando che spacciava per suoi i discorsi di altri. e. c