«L'unità europea non ridurrà l'autonomia dell'Alto Adige» di Giuliano Marchesini

«L'unità europea non ridurrà l'autonomia dell'Alto Adige» Esponenti dei partiti «italiani» rispondono ai timori della Svp «L'unità europea non ridurrà l'autonomia dell'Alto Adige» Berloffa (de): la proporzionale etnica resterà • Sfondrini (psi): si dovrà «ammorbidire» lo statuto BOLZANO — -Io credo che l'unità europea, come fatto politico, non debba creare tanti problemi per l'Alto Adige, insomma far tornare indietro rispetto a questioni che sono state di difficile soluzione". E' un commento di Alcide Berloffa, democristiano, componente la commissione paritetica dei -sei» consultiva del governo per la stesura delle norme di autonomia della Provincia di Bolzano. E si riferisce alle argomentazioni raccolte da Der Spiegel in tema delle ripercussioni che si potranno avere sullo statuto speciale altoatesino dopo il 1992, con la libera circolazione del lavoro, che secondo qualcuno potrebbe intaccare la norma autonomistica della proporzionale nel pubblico impiego. Quanto riporta il settimanale tedesco, comprese le dichiarazioni di Alfons Benedikter, rappresentante dell'ala dura della Sudtiroler Volkspartei, mette a nudo un problema al quale i dirigenti del partito di raccolta sudtirolese sembravano non aver ancora pensato. Ma la prospettiva del '93 e le incertezze sul futuro dell'Alto Adige coinvolgono anche gli altoatesini di lingua italiana, oltre che porre fin da ora il quesito del diritto di un cittadino europeo di occupare un posto in provincia di Bolzano. Al centro del dibattito, dunque, la proporzionale, quella norma dello statuto di autonomia che in base al censimento della popolazione dell'Alto Adige (l'ultimo è dell'81) assegna i posti nel pubblico impiego statale: due terzi al gruppo di lingua tedesca, il resto spartito tra cittadini di lingua italiana e ladini. C'è, poi, l'obbligo del bilinguismo. Alcide Berloffa mette in evidenza la necessità di tutelare le minoranze etniche. •Dire come si presenterà la situazione nel 1992 e intravedere che cosa accadrà qui della proporzionale — osserva — in questo momento.non e facile. A parte la distribuzione dei posti nell'impiego pubblico, c'è anche una norma che parla di precedenza al lavoro per i residenti. La soluzione tra questo principio e la libertà di circolazio¬ ne del lavoro nel nostro Paese si è già trovata. Adesso stiamo a vedere che cosa si potrà trovare a livello europeo-. Ma sicuramente, secondo il rappresentante della commissione paritetica, il gruppo altoatesino di lingua tedesca non mollerà-. -Noi, comunque, abbiamo cercato di superare tutte le beghe del passato. Ora bisognerà ragionare sopra quest'altro problema. Certo, Benedikler non può fare le barricate davanti all'Europa. Però dico fin d'ora che noi non saremo in prima linea per far abolire la proporzionale etnica in Alto Adige-. Giuseppe Sfondrini, socialista, assessore provinciale all'industria, aggiunge il suo commento sulla questione vista dalla parte italiana: -Penso che, se si riducono certe autonomie a livello statale, anche qui da noi qualche norma dello statuto, che è stata applicata in maniera molto rigida, venga ammorbidita-. Der Spiegel lo ha letto anche Luis Durnwalder, capolista della Volkspartei per le elezioni regionali del 20 novembre e designato alla successione di Silvius Magnago alla presidenza della giunta provinciale. -Dopo il '92 — dice — ci saranno difficoltà nel confronto tra i diritti stabiliti dal "pacchetto"per il Sud Tirolo e quelli della Comunità europea: qualche contrasto, ma io credo che la proporzionale etnica per il pubblico impiego statale rimarrà tale e quale. Forse, sorgerà qualche problema per altri enti, come quello delle Ferrovìe dello Stato, e anche per l'Ufficio del lavoro-. Quanto prevede l'atto europeo sulla circolazione del lavoro, ammette Durnwalder, -può contrastare con il pacchetto per l'autonomia della provincia di Bolzano-, -Ma certe cose si potranno valutare a livello internazionale: si potranno ridiscutere i problemi delle minoranze, perché siano comunque protette. In sostanza, per me non è che nel '93 l'Alto Adige sarà meno protetto. Del resto, noi abbiamo sempre affermato di volere l'Europa unita: adesso non dobbiamo aver paura di questo-. Sulla questione della libera circolazione del lavoro si sofferma anche Gianni Lanzinger, deputato del gruppo verde: -Secondo me, c'è un equivoco nell'impostazione del problema, perché la circolazione del lavoro di cui parla l'atto unico europeo non riguarda l'impiego pubblico statale, che è l'unico settore nel quale può sussistere legittimamente la proporzionale. Però c'è da fare un'altra considerazione: se Benedikter e altri rappresentanti della Volkspartei vogliono un allargamento ad altri settori, allora siamo decisamente in contrasto non soltanto con l'atto europeo, ma anche con la Costituzione-. Giuliano Marchesini

Luoghi citati: Bolzano, Europa, Tirolo