Sogni di riscossa: Cuomo

Sogni di riscossa: Cuomo Sogni di riscossa: Cuomo DAL NOSTRO CORRISPONDENTE WASHINGTON—Per i democratici, lo scenario è lo stesso dell'84: a una settimana dalle elezioni, nella disperazione di quella che temono sia una sconfitta inevitabile, essi cercano un nuovo leader, un uomo che sappia risollevarli da 20-25 anni di declino, e restituirgli il comando degli Stati Uniti. Forse a torto, pochi credono nel miracolo annunciato da Dukakis di una vittoria sul filo del rasoio, grazie al voto fluttuante, mobilitato d'improvviso davanti ai gravi problemi economici e sociali del Paese. Come nell' 84, delusi da una campagna elettorale incominciata bene e finita male, prima ancora del chiaro responso delle urne, 1 democratici esprimono un'ansia di rinnovamento, quasi un bisogno di salvarsi dalla decadenza. Nel loro giudizio, 11 salvatore è Mario Cuomo, lo splendido protagonista della Convention di San Francisco dell'84 e il grande assente di quella di Atlanta dello scorso agosto. Di fronte alla scialba prova di Dukakis, un candidato che ha offerto all'America un'immagine di modesta competenza e di scarsa ispi razione, i democratici toma no a guardare a Cuomo come il loro unico leader carismati¬ co. La scritta 'Cuomo far President in '92» appare già sui distintivi e le magliette di alcune federazioni di partito, Il Washington Time», il quotidiano della destra più vicino a Reagan, ha scritto che Cuomo, -un gigante tra i sette nani», come furono chiamati all'Inizio delle primarie Dukakis e i suoi compagni, ha rifiutato quest'anno la candidatura nella convinzione che il ciclo reaganiano non sia ancora terminato. 'Ma Cuomo — ha aggiunto — haprevisto il seguente copione per il '92. Dopo un decennio di sviluppo, una crisi economica sarà inevitabile, e l'elettorato invocherà un cambiamento; quell'anno verrà celebrato il cinquecentesimo della scoperta dell'America da parte di Colombo e sarà un momento magico per un candidato democratico italo americano; il rapporto di forze con i repubblicani si sovvertirà». Le previsioni del Washington Times sono condivise da molti giornalisti al seguito di Michael Dukakis, quelli che meglio conoscono i retroscena della campagna elettorale democratica. Secondo il bellicoso Sam Donaldson, della televisione Abc, che accoglie i volti nuovi sull'aereo del Duca al grido 'Benvenuti dalla parte del perdente; il fantasma di Cuomo ha sovrastato l'intera campagna elettorale: 'Era ed è l'uomo invocato dalla base: se il candidato fosse stato lui, i pezzi da novanta del partito, come Sam Nunn, il massimo esperto americano di disarmo, e come Robb, il genero del presidente Johnson, si sarebbero schierati subito al suo fianco'. Neppure Reagan, che si è battuto con energia per Bush, confuta del tutto questa tesi. Il Presidente spera che la sua eredità trascenda le elezioni di martedì venturo, e promuova nel '92 l'avvento di una nuova coalizione del centro e della destra, che soppianti quella storica di Roosevelt. Ma non nasconde che Cuomo potrebbe vanificare il suo disegno: «Lo considera il miglior politico americano vivente' ha confidato il ministro della Difesa Frank Carlucci, anch'egli di discendenza italiana. E Cuomo? Cuomo fa lo stesso gioco di alcuni mesi fa. 'Perché parlare del '92? E' così lontano — ha detto — non riesco a immaginare che cosa sarà di me alla fine del mio mandato di governatore nel '90-. Ma dietro le quinte — si dice — Cuomo si sta già muovendo. e. c.

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