Una Maggie per tutte le Polonie di Mario Ciriello
Una Maggie per tutte le Polonie Governo e opposizione inneggiano al premier britannico in visita a Varsavia Una Maggie per tutte le Polonie Per il primo ministro Rakowski è la ferrea eroina che ha messo in ginocchio il sindacato dei minatori ■ Per l'opposizione è la rappresentante della democrazia e dei diritti umani - Previsto un incontro col leader di Solidarnosc ai cantieri Lenin DAL NOSTRO CORRISPONDENTE LONDRA — Meno male che Margaret Thatcher ama essere al centro della scena e al centro delle bufere. Si godrà pertanto la sua visita in Polonia, un Paese che altri statisti dai nervi più fragili preferirebbero oggi evitare. Invece Maggie arriverà stamane a Varsavia e venerdì andrà a Danzica, dove parlerà con Walesa. Tutto questo mentre governo e Solidarnosc si guatano nervosamente, mentre Danzica non si è ancora rimessa dall'ordine di chiudere i cantieri Lenin, mentre l'inferma economia è percossa da nuove gelide tramontane, mentre i leader polacchi sono alla ricerca di una loro perestrojka. Maggie poteva differire la visita, bastava un pretesto. Ma parte, arzilla e pugnace. E' attesissima. Sembra un paradosso, ma tutti -vogliono Maggie-. La vuole la leadership comunista, che vede nella signora la ferrea eroina di una vittoriosa battaglia contro il sindacato dei minatori e di mille crociate contro le antiche piaghe dell'econo¬ mia britannica. Ma anche Solidarnosc e i polacchi in generale salutano, cordialmente, con romantico slancio quasi, questo statista occidentale che rappresenta diritti umani, diritti politici. Ognuno cerca, e trova, in Maggie simboli diversi. Per il nuovo premier Mieczyslaw Rakowsky, Maggie e la manager senza riguardi per nessuno. Per altri, è la voce della libertà. Per altri ancora, è la fustigatrice del socialismo sovietico. Rakowsky sembra aver già perso la testa per la fiera si¬ gnora. Intervistato dalla tv inglese, l'ha elogiata con un ardore che soltanto Ronald Reagan avrebbe saputo eguagliare. E ha dichiarato: 'Vorrei tanto essere un allievo nella sua scuola-. Per una frase del genere, un vecchio leader comunista sarebe stato fucilato. Fremente anche il ministro dell'Industria Mieczyslaw Wilczek, i cui encomi sembrano quelli di un vibrante tory britannico. Non c'è dubbio che i capi polacchi presenteranno la chiusura dei cantieri Lenin come un provvedimento thatcheriano, come una classica terapia d'urto. Nelle sue interviste, da Londra, ai media polacchi, il premier ha mostrato di gradire tutti questi applausi: ma non s'è lasciato sedurre. E ha insistito: -Un popolo offrirà tutte le sue energie alla vita economica della propria nazione soltanto quando potrà partecipare pienamente alla vita politica attraverso istituzioni democratiche'. E ancora, in una risposta indiretta ad alcune osservazioni del generale Wojciech Jaruzelski, il leader del partito: 'Non vi può essere progresso economico sema progresso politico. Bisogna avanzare simultaneamente su entrambi i fronti-. Maggie parlerà anche con Solidarnosc e con Walesa (ha insistito per andare a Danzica e deporre una corona dinnanzi ai cantieri Lenin, dove sorge il monumento agli operai uccisi nelle dimostrazioni del '70. Il governo ha esitato, poi ha ceduto). Che cosa dirà il leader inglese alla «opposizione» polacca? Certo, avallerà, sia pure con cautela, le sue istanze di libertà, ma insisterà che i traguardi democratici saranno più facilmente conseguibili in un più sano clima economico: e che un tale clima esige un po' di thatcherismo. Non sarà uno choc. E' quanto cominciano a predicare molti economisti di Solidarnosc. Zbignlew Bujak, voce influente, già invita il sindacato ad accettare un certo numero di disoccupati e un certo numero di chiusure, tipo cantieri Lenin. Mario Ciriello
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