« Compro l'eroina a mio figlio per salvarlo » di Angelo Conti

«Compro l'eroina a mio figlio per salvarlo» Il padre arrestato a Torino per spaccio si difende: volevo evitargli la morte da overdose «Compro l'eroina a mio figlio per salvarlo» TORINO—Un padre ha regalato cento grammi di eroina al figlio, dopo che terapie mediche e sforzi familiari erano falliti. Poi, per aiutarlo a pagare i pesanti debiti che aveva contratto, ha cominciato a vendere droga anche ad altri tossicodipendenti. Protagonisti di questa vicenda un pensionato cinquantenne ed un operaio di 25 anni: Antonio ed Alessio Romeo. Sono da una settimana alle carceri Nuove di Torino. n verbale della Guardia di Finanza, che formula pesanti accuse, trova solo In parte riscontro nella disperata difesa della moglie e madre degli arrestati, che traccia invece un racconto più drammatico e disperato. Maria Romeo non ha dubbi: «Mio marito ha comprato quell'eroina solo per tenere Alessio lontano dalle brutte compagnie e soprattutto per evitare che morisse ammazzato, iniettandosi chissà quale porcheria». La Guardia di Finanza ha trovato la droga nascosta nel¬ la cantina dei Romeo, in frazione Testona di Moncalieri. Sul fatto che fosse di loro proprietà, padre e figlio sono stati sempre d'accordo. Papà Antonio ha anche ammesso le sue colpe: «Sono stato a Milano e sono riuscito a trovare persone che mi hanno proposto l'acquisto di un etto di droga. Alessio ne aveva bimano e l'ho comprata». E' ne guai perché una simile operazione, secondo la legge, si chiama «traffico», l'averla nascosta In cantina «detenzione; l'averla fornita al figlio (e forse ai suoi amici) «spaccio». Calabrese come il marito (originario di Sant'Alessio d'Aspromonte), Maria Romeo appare forte e decisa Con il lavoro di trerit'anni ha acquistato due tintorie a Trofarello: «Una la segue mia figlia, aU'altra bado io». Non nasconde l'orgoglio per aver raggiunto una posizione economica stabile: «Non mi sono mai risparmiata, e con me mio marito che ha fatto per molti anni l'idraulico. Ora po¬ tremmo essere felici, se non ci fosse il dramma di Alessio». Alessio è un bel ragazzo, alto, capelli ricci. Nel 1980, a 18 anni, si innamora di Anna, una ragazza-madre più vecchia di lui di 7 anni. «Era giovane, andava incontro ad una situazione anomala, ma non lo abbiamo contrastato». Poi, tre anni fa, qualcosa si incrina: «Non ce ne siamo accorti subito, ma Alessio ha cominciato a bucare. Era improvvisamente cambiato: chiuso nel carattere, persino un po' scontroso. Sua moglie ha cercato di aiutarlo, ma inutilmente». Lo scorso inverno, dopo una violenta lite con la moglie, Alessio finisce all'ospedale. poi toma nell'appartamento dei genitori che tentano un difficile recupero. «Un'altalena di speranze e delusioni. Abbiamo cercato molte volte di convincerlo a lavorare con noi, offrendogli anche la gestione di una terza tintoria, specializzata in pellami. Lui ha sempre rifiutalo. La scorsa primavera pensavamo di aver trovato una via d'uscita, quando ha trovato un impiego che gli piaceva, in una ditta di carpenteria, ma è stata solo un'illusione». La vita di Alessio è piatta, abulica: trascorre interi pomeriggi con lo sguardo nel vuoto. I genitori si convincono che l'insuccesso dei loro tentativi sta soprattutto nella compagnia che loro figlio frequenta. Ed il suo «stare male» nelle porcherie che si inietta, n padre decide una sua strategia: non dice nulla alla moglie e parte per Milano, compra un etto di eroina e toma a casa. Quella droga dovrebbe consentire al figlio di continuare a bucare, ma senza rischi Per non sbagliare le dosi l'uomo si procura un bilancino di precisione e, per evitare che il figlio ne disponga a piacimento, nasconde l'eroina in cantina. Nelle sue intenzioni c'è addirittura una sorta di terapia a scalare. Ma cominciano a farsi vivi i creditori: gente alla quale il ragazzo ha chiesto denaro da trasformare in eroina, e che ora bussano alla porta dei Romeo. Ed è a questo punto che, secondo le Fiamme Gialle, comincia lo spaccio al minuto. Nonostante questa situazione difficile, con figlio e marito alle Nuove, la signora Maria crede ancora in una soluzione positiva: «Ho avuto un colloquio con Alessio. L'ho visto meglio: in carcere lo stanno aiutando ad uscire dall'eroina. Ho parlato anche con mio marito, che mi ha raccontato la sua storia, con sincerità. Forse hanno sbagliato entrambi, ma mio figlio ha certamente capito di non essere solo». Angelo Conti

Persone citate: Alessio Romeo, Calabrese, Maria Romeo

Luoghi citati: Milano, Moncalieri, Torino, Trofarello