Bankitaiia: «L'inflazione è in agguato »

Bankitaiia: «L'inflazione è in agguato » Monito alla prudenza da via Nazionale mentre per l'industria continua il boom Bankitaiia: «L'inflazione è in agguato » ROMA — La guardia sul fronte dell'inflazione non può essere abbassata. I risultati del 1988 appaiono discreti ma c'è il rìschio che a dicembre l'aumento dei prezzi superi la soglia del 4,3 per cento, cioè la cifra indicata dalla relazione previsionale e programmatica.Sono queste alcune indicazioni contenute nel bollettino economico della Banca d'Italia. Va rilevato che queste note cadono in un clima di grande euforia per la situazione dell'industria che ieri hanno trovato una nuova conferma nella rilevazione dell'istituto per la congiuntura. L'autunno economico, per le grandi imprese, è iniziato molto bene e non si prevedono rallentamenti. INFLAZIONE — A dicembre l'andamento tendenziale dei prezzi potrebbe «supera¬ re il valore del 4,3% indicato nella relazione previsionale». Questo sia per gli effetti ritardati della manovra fiscale di luglio, sia per l'aumento dei costi unitari delle imprese manifatturiere che hanno accelerato il passo con un incremento del 5% rispetto al 2% medio del 1987. SPESA PUBBLICA — Il fabbisogno di cassa per il settore statale rischia di sfondare il tetto dei 118 mila miliardi. Di fronte a questa situazione l'istituto di emissione richiama il governo a far la sua parte. «La crescia nel complesso delle tariffe e dei prezzi sorvegliati non dovrà eccedere il 3%». Le retribuzioni pubbliche, poi, non dovranno oltrepassare il 6,7%. "Questo aumento — si spiega — sconta gli effetti del contratto della scuola e una cre¬ scita retributiva degli altri comparti, superiore solo di un punto al tasso programmato di inflazione: I PRIVATI — Anche il settore dell'imprenditoria privata dovrà attenersi a regole rigide per quanto riguarda l'aumento delle retribuzioni. In media dovrà essere garantita una crescita non superiore al 5%. A fronte di questa rigidità sul fronte delle uscite, però, il Governatore ricorda che un analogo rigore va tenuto sul fronte dei prezzi. -Si dovrà operare — si legge — in modo tale che i benefici legati agli aumenti della produttività e alle eventuali riduzioni dei prezzi delle materie prime si riflettano pienamente sui prezzi finali», n contenimento, insomma, deve avvenire anche sul fronte dei profitti. L'OCCUPAZIONE — La fase di espansione produttiva ha permesso di accrescere l'occupazione che mostra un recupero dell'I,5% rispetto ad un anno fa. Ma il bollettino sottolinea anche gli effetti perversi dell'allargarsi della forbice tra un Nord, vicino al pieno impiego, e un Sud ove si concentrano quasi tutti i senzalavoro. I CONTI — n disavanzo delle partite correnti peggiora: circa 5 mila miliardi a fine anno contro i 1300 dell'87. Questo sia per il deficit dell'interscambio commerciale, sia per il peggioramento sul fronte dei servizi. Sotto questo profilo trovano giustificazione le preoccupazioni della Banca d'Italia sui movimenti a breve: le uscite dovute ai redditi da capitale, e ai trasferimenti unilaterali non trovano più compensazione sul fronte delle entrate turistiche. GLI IMPIEGHI — Resta un aggregato a rìschio ma la situazione sembra avviata alla normalità. A settembre il saggio di crescita degli impieghi si era ridotto al 15% contro il 19% di gennaio e Bankit alia non dispera di riportare i dati alla fine anno entro il 6-7% concordato. In particolare, sta diminuendo la quota di prestiti concessi sotto il prime rate* LE BANCHE — L'esposizione degli istituti verso i Paesi in via di sviluppo a rìschio di insolvenza ammontano a 7500 miliardi cui vanno aggiunti 8400 miliardi nei confronti dell'Est europeo. I tre maggiori debitori sono Messico, Argentina e Polonia. r.e.s.

Luoghi citati: Argentina, Messico, Polonia, Roma