L'ombra di Tettamanti sulla Société Gènèrale
L'ombra di Tettamanti sulla Société Generale L'ombra di Tettamanti sulla Société Generale PARIGI — Alla riapertura dei battenti di Pai ai s Brongniart, mercoledì mattina, lo spettacolo sarà appassionante. Attorno alla Société Generale, terza banca francese, si scatenerà la lotta tra attaccanti (un pool guidato da Georges Pébérau, uno dei grandi della finanza transalpina) e difensori, schierati al fianco del presidente Marc Vienet. A tempo di primato la commissione per gli istituti di credito ha concesso al gruppo capitanato da Pébérau, il finanziere francese vicino ai socialisti, l'autorizzazione a sfondare il tetto del 10% della Société Generale. La scalata amichevole (così la definisce Pébéreau ma alla Generale non ci credono) può così continuare. E in Francia non si nasconde una certa sorpresa per la rapidità con cui il comitato, emanazione del Tesoro francese, ha dato il via libera all'azione della Marceau. Le Assicurazioni Generali, l'estate scorsa, dovettero attendere diversi mesi per poter proseguire gli acquisti sulla Midi e questo ha pregiudicato in parte la strategia della compagnia triestina. Per Pébérau sì è fatta un'eccezione e le polemiche si sono scatenate. Ancora una volta, infatti, una scalata alla Borsa parigina si tinge dì mistero. Ma attorno alle sorti della Société Generale non si agitano stavolta scalatori di origine italiana. I nomi? Su tutti spicca Pébérau, grande stratega della Marceau che vanta alleanze e interessi anche in Italia. Attorno a lui, che continua a proclamarsi scalatore amichevole, c'è una squadra di tutto rispetto: L'Oréal, la Perrier e le scarpe André. La nota gialla viene da altri due nomi: Tito Tettamanti, scalatore di professione, svizzero ticinese autore di capolavori finanziari negli Usa e da poco respinto in patria dagli gnomi di Zurigo che hanno fatto quadrato contro l'offensiva dell'avvocato contro la Sulzer; la banca di investimenti britannica Kleinwort Benson, dietro cui potrebbero celarsi (secondo Le Monde) o gli americani della Drexel Bumham Lambert o il finanziere internazionale Edmond Safra. Ma le attenzioni sono tutte concentrate su Tito Tettamanti, nome prestigioso, temuto e scomodo. Capita così che, all'ultimo momento, il finanziere ticinese presente nella cordata Pébérau attraverso la Lavai corporation si sia ritirato. Ma, anche in quésto caso, pochi credono che si sia trattata di una vera uscita di scena. Il finanziere ha alle spalle decine di battaglie dal Canada agli Usa, passando per le Isole Cayman, da quando all'inizio degli Anni 60 dovette abbandonare per uno scandalo fiscale una promettente carriera politica nella Confederazione elvetica. Non ha mai nascosto di voler utilizzare le sue tecniche da raider anche in Europa mobilitando amici potenti e la fiducia delle banche E Parigi pare la piazza ideale per esordire in Europa: anche la Société Generale dispone di un azionariato diffuso, incapace di rispondere all'offensiva del clan di Pébéreau. Impressiona poi l'avallo di Parigi che ha tenuto un atteggiamento diverso in occasione dell'ingresso delle Generali nella partita per la Midi. Sono in molti a criticare una decisione che sa di scelta di campo politica. r.e.s.
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