ALPINO ITALIANO

ALPINO ITALIANO ALPINO ITALIANO Franco Perno, che si dà appuntamento sui campi del Monte dei Cappuccini, dove funziona anche un ristorante rinomato per la cucina casalinga, ufficialmente riservato ai soci (tel. 650.5081), ma è indispensabile prenotare. Per completare il quadro delle principali attività occorre ancora citare almeno la Commissione Tutela Ambiente Montano, oggi molto vivace e di attualità, e quella che si occupa delle pubblicazioni: il foglio mensile Monti e Valli a cura di Paolo Vinai e l'annuario Scéndere, che esce a giorni in edizione rinnovata, a cura di Nanni Villani. La tessera ordinaria del Cai Torino per l'88 costava L. 40.000. I rifugi, come opere immobili e come attività esercitata sul campo, meriterebbero un discorso a parte: tra Alpi, Appennini e Isole il Cai ne possiede più di 600, tra cui gran parte degli edifici di alta montagna raggiungibili soltanto a piedi. E' un patrimonio enorme che comporta oneri enormi per la gestione e il mantenimento, ma è anche una materia cruciale per il Cai in bilico tra servizio di emergenza e sfruttamento alberghiero. II Cai Torino da solo ne possiede una quarantina, di gran lunga più di ogni altra singola sezione. Rifugi importanti in posizioni chiave come il Torino al Colle del Gigante sul Mónte Bianco; forse il più famoso del mondo, il Vittorio Emanuele al Gran Paradiso, forse il più affollato, il Gastaldi tra la Bessanese e la Ciamarella, il Mezzaiama sul Monte Ròsa, il Benevolo in Val di Rhèmes, l'Amedeo di Savoia sulla cresta del Leone al Cervino, il Concila sulla normale italiana al Bianco, il Teodùlo sull'omonimo colle tra Cervinia e Zermatt, il Terzo Alpini in Valle Stretta che è addirittura in territorio francese. E rifugi più modesti o di difficile accesso come il Boccalatte Molti e il Gervasuttl sulle Grandes . Jorasses, o il Ferreri in Val Grande di Lanzo che è piuttosto una stamberga. Per non dire dei bivacchi fissi, cioè di quei nidi d'aquila in grado di dar ricovero a un numero limitatissimo di alpi¬ - nisti (da 4 a 8). Le ragioni storiche che hanno messo sulle spalle del Cai Torino tanti rifugi sono disparate, ma tutte sono legate al suo ruolo di sezione fondatrice. Basta pensare che già nel suo primo anno di vita si è adoperata per la costruzione di un «casotto» sopra Pontechianale per agevolare la scalata del Monviso e di un secondo ricovero alla «eravate» del Cervino. Con il Cai Torino in città opera anche, con finalità e attività simili, la Sezione Cai-Uget che ha sede in Galleria Subalpina 30 (tel. 537.983), con segreteria aperta da martedì al sabato compreso, ore 9,30-11,30, 16-19. Sfiora i 5 mila soci, battendo il Cai Torino per più di mule. La quota associativa per l'89 è di L. 31.000, sensibilmente inferiore a quella del Cai più blasonato, ma ha anche una dotazione di rifugi al confronto irrisoria. Presidente è Leo Ussello. L'Uget svolge corsi qualificati di alpinismo, scialpinismo, sci di fondo e di ogni altra attività, organizzando diversi programmi di gite, ma è leader a livello nazionale per il suo Gruppo Speleologico Piemontese (diretto da Attilio Eusebio, ritrovo il venerdì). Eccellente è anche la fama del Coro Cai Uget diretto dal M° Mario Alila (ritrovo il martedì). In provincia esistono sezioni del Cai anche ad Almese, Alpignano, Bardonecchia, Bussoleno, Caselle, Chiomohte, Ciriè, Chivasso, Coazze, Cumiana, Cuorgnè, Forno Canavese, Giaveno, Ivrea, Lanzo, Leinì, Orbassano, Pianezza, Pinasca, Pinerolo, Rivarolo, Rivoli, Sùsa, Torre Pellice, Valdellatorre, Perrero - (sez. Val Germanasca), Venaria, Vigone.Volpiano. Piero Crivellare» Villaggio del Cai all'Esposizione Internazionale di Torino (1911) Tàzzetti La vecchia Capanna Margherita- Il rifugio Gastaldi in una vecchia cartolina