Johnson trombone bebop

Johnson trombone bebop Venerdì 21 serata con il jazzista di Filadelfia Johnson trombone bebop E, un gigante del jazz quello che venerdì 21 (ore 21,30 ingresso 15 mila lire) si esibirà allo «Studio» 2 di vìa Nizza 32, per la Festa dell'Avanti. Si chiama James Louis Johonson, ma per la storia della musica afroamericana è J. J. Johnson, nato a Filadelfia 64 anni fa, l'uomo che ha saputo piegare uno strumento ruvido come il trombone alle complessità del bebop. Negli Anni Quaranta, infatti, J. J. aderì alla rivoluzione guidata da Parker e Gillespie, e adattò il suo strumento, all'epoca ancora legato ai suoni rauchi e ai glissandi del dixieland e dello Swing, al rapido e incalzante fraseggio dei bopper. Con un sestetto che comprendeva Clifford Brown alla tromba, Johnson firmò anche il disco che viene considerato il manifesto del trombone bop, 77ie Eminent J. J. Johnson. Nel '54 si mise in ditta con un altro trombonista, il danese Kai Wlnding, fondando uno dei pochi esempi di gruppo jazz con due tromboni. La coppia Jay & Kai seppe perfezionare, negli anni di lavoro comune, un sound di assoluta originalità. Nel corso degli anni Johnson ha messo la sua straordinaria abilità tecnica e la sua raffinata inventiva al servizio di fuoriclasse quali Sònny Rollins, Miles Davis e stan Getz, scrivendo altre pagine memorabili. Questa potrebbe sembrare la storia di successo di un fortunato jazzman. In realtà J. J. non ha avuto vita facile: tra entusiasmi e scoramenti, soprattutto gli Anni Quarant a-Cinquanta furono per Johnson un periodo i roblematico, anche dal punto finanziario, al punto che per un certo periodo, fra il '52 e il '54, abbandonò il jazz per un più sicuro impiego in un'azienda tipografica. Fu uno, non il primo, né l'ultimo, dei periodi di pausa in una vicenda artistica tormentata. Dagli Anni Sessanta, soprattutto, Johnson ridusse la militanza concertistica, dedicandosi alla composizione e all'arrangiamento. Il lungo silenzio jazzistico a favore della più redditizia attività di autore di colonne sonore per il cinema si è interrotto verso la metà degli Anni Settanta: Johnson è tornato alle scene, ritrovando l'antico smalto e l'attenzione del pubblico di tutto il mondo, che non l'aveva mai dimenticato. La sua attività, si discografica che dal vivo, rimane però saltuaria: negli ultimi dieci anni si contano sulla punta delle dita le sue apparizioni in Europa. Un motivo in più per non lasciarsi sfuggire l'occasione per ascoltare un protagonista assoluto degli ultimi quarant'anni del jazz. J. J. Johnson si esibisce in quintetto con Ralph Moore (sax), Renée Rosner (piano), Rufus Reed (basso), Victor Lewis (batteria), il concerto è curato dall'Aics-Contromusica. nson ridusse la dicandosi alla amento. Il lunvore della più di colonne sott l5&S •-3

Luoghi citati: Europa, Filadelfia, Nizza