E'tutto da rifare ma non manca la volontà

E'tutto da rifare ma non manca la volontà Equitazione internazionale a Nichelino E'tutto da rifare ma non manca la volontà NEI concorsi di salto — disciplina che richiede potenza, abilità e velocità d'esecuzione—l'equità-' zlone italiana (e di conseguenza anche piemontese) stenta ad esprimersi. Infatti nella recente Olimpiade i cavalieri azzurri si sono cimentati solo nelle prove di fatica: nel concorso completo che ha il clou nella corsa di fondo in campagna (cross country); nel dressage, che vuol dire addestrare, fare scuola all'animale. Niente salto ad ostacoli. Qual è 11 motivo della crisi, ci si domanda? Mancanza di cavalieri? DI cavalli? DI strutture? Il Piemonte, il Torinese in particolare, è terra di antica tradizione ih fatto di sport equestri. In regione figurano tre importanti scuole: a Novara, ad Alessandria e a Torino dove nel '32 venne appunto fondata la Società Ippica Torinese; inoltre non bisogna scordare la prestigiosa Scuola di Cavalleria di Pinerolo di un tempo. E' logico allora tentare di capire 11 problema partendo proprio dai recinti di casa. Augusto Herr, presidente del Comitato regionale Federazione italiana sport equestri, non vuol sentir parlare di crisi: «n Piemonte — tiene a precisare — ha ottenuto successi nell'87 nella Coppa delle Regioni. Inoltre ai Giochi della Gioventù '88 abbiamo conquistato due medaglie d'oro e una di bronzo. Che fare per migliorare la situazione? E' intenzione e compito del comitato diffondere in maniera corretta questo sport, con istruttori qualificati». Recentemente, col beneplacito della Fise, si sono svolti corsi per istruttori regionali. Per quanto riguarda le strutture va detto che nel territorio operano 18 società affiliate (di cui 11 a Torino e dintorni) e un centinaio di •aggregate» (per metà torinesi); in tutto 3240 tesserati alla fine dello scorso anno. Quindi non si tratta più d'uno sport d'elite, ma di un'attività che si sta diffondendo e che da tempo è entrata addirittura nelle scuole e nei villaggi turistici,' Per saperne di più circa le attuali difficoltà che si incontrano nel superare siepi è barriere, abbiamo sentito il responsabile tecnico azzurro del salto ad ostacoli, la torinese Lalla Novo. «Ci vorrà molto tempo, almeno 10 anni — dice — per ritornare competitivi a livello nazionale. Il cavaliere infatti deve almeno avere un decennio di attività, con campionati e coppe alle spalle». Fin qui l'uomo. .Ora, 1 cavalli. «L'Italia—rileva la No• vo — non è un Paese di allevatori come Irlanda, Francia, Inghilterra e da 5/6 anni l'Olanda. Con la fecondazione artificiale, però, si riuscirebbe ad ottenere con un prezzo minimo quello che si cerca. Ma ciò non è possibile perché la legge non lo consente: speriamo che tutto si sblocchi entro l'anno. «Infine — aggiunge — c'è da fare 11 discorso proprietari: il trattamento fiscale è troppo punitivo, quindi ' scoraggia l'acquisto. Si inizia a superare questo scoglio solo adesso che gli sponsor si sono affacciati timidamente all'equitazione». Qual è il futuro del Piemonte? «La nostra regione ha grosse potenzialità e tradizioni ma sono completamente inespresse. Nella seconda e terza decade del mese sono in programma a Nichelino due importanti appuntamenti equestri di salto ad ostacoli. Organizzato dalla Società Ippica Torinese si svolge il 14/15/16 ottobre (inizi ore 0 circa) sui campi della scuola di strada del Cacciatori 113 a Nichelino, il Concorso di Salto dell'Amicizia (Osa): è una manifestazione aperta ai rappresentanti di Germania; Svizzera, Belgio, Francia ed Italia con un numero massimo di 250 cavalli. Il montepremi è di 30 milioni e le gare, 0 in tutto (3 per giorno), vanno naturalmente per categorie; quella di domenica pomeriggio in due manches, categoria Gran Premio, chiuderà la rassegna aperta al pubblico e gratuita. Sempre a Nichelino si terrà il 21/22/23 ottobre il campionato regionale di salto organizzato dalla Fise. Claudio Geno

Persone citate: Augusto Herr, Claudio Geno, Lalla Novo