Una superlaurea per arrivare in cima

Una superlaurea per arrivare in cima Una superlaurea per arrivare in cima Lo ha ammesso anche la rivista «Fortune»: le Business School europee non sono più la scialba copia di quelle americane. Anzi, qualcuno sostiene che valgono di più FINO a non molti anni fa chi voleva conseguire un Mba di sicuro prestigio, cioè un Master in Business Administration, doveva frequentare un'università americana e, spesso, stabilirsi oltre oceano Ora non più. Lo ha riconosciuto anche l'autorevole rivista americana Fortune: le migliori Business School europee non sono più pallide copie di Harvard, e i loro diplomati godono di un crescente prestigio sul mercato intemazionale del lavoro. LE prime business school europee sono nate nel dopoguerra, spesso per iniziativa di alcune aziende per formare e aggiornare i quadri secondo 1 metodi e le tecniche delle scuole americane. E' questo il caso dell'Imi (International management institute) creato nel 1946 a Ginevra dalla Alcan, la società canadese di alluminio, e dell'Imede (International management development institute) fondato nove anni dopo a Losanna dalla Nestlé. * Alla fine degli Anni 50 nascono altre due importanti istituti: uno a Barcellona, lo lese (Istituto de estudios superiore de la empresa), per opera dell'Opus Dei; l'altro a Fontainebleau, l'Insead (Institut européen d'administration des affaires), per iniziativa di un manager, George Doriot, e dei numeri uno della Péchiney e della Saint-Gobain. Le altre Business School sono nate invece negli Anni 60 e 70; è il caso per Milano della Sda (Scuola di direzione aziendale) dell'università Bocconi fondata nel 1974, quando la richiesta di personale dirigente altamente qualificato da parte delle aziende si è fatta più forte. Tutte queste scuole sono modellate sulle business school americane e fanno riferimento all'universo culturale anglosassone. Nella selezione dei loro allievi utilizzano test americani quali il Gmat (Graduate management admission test), mentre la metodologia di insegnamento spesso è quella dell'analisi dei casi, utilizzata nelle università statunitensi. Inoltre numerose scuole prevedono per i loro studenti non di lingua inglese una prova di conoscenza di lingua quale il Toefl (Test of english as a foreign language). Molte, infatti, adottano già l'inglese come lingua di insegnamento, altre hanno in programma di farlo. Restano comunque differenze tra le Business School europee e quelle americane, date dalle tradizioni dei diversi Paesi europei. Per esempio la maggioranza delle scuole europee non ha lo spiccato clima internazionale delle università nordamericane. Infatti una consistente presenza di studenti stranieri è ancora limitata a poche realtà, come rimede, l'Imi e l'Insead. Inoltre molte scuole non richiedono ai loro studenti una precedente esperienza lavorativa e numerose hanno affiancato alla metodologia di insegnamento statunitense anche altre discipline. DIVERSAMENTE da quella americana, la formazione europea, forse grazie proprio al fatto di essere giovane, pone maggiore attenzione alle esigenze del mercato. Per esempio tende a mettere sempre più l'accento sulla dimensione umana del management, ossia sulla gestione del tempo e delle risorse umane, sulla comunicazione, e su tutte le implicazioni culturali, etiche e filosofiche che questa dimensione comporta. E' il caso, per esempio, della Sda che dà molto rilievo al comportamento organizzativo degli allievi master, formando sia le classi che i gruppi di lavoro al loro interno nel modo più eterogeneo possibile. Lavorare infatti con persone diverse per formazione, storia e comportamento non solo arrichisce dal punto di vista intellettuale e apre la mente, ma diventa un elemento stesso di apprendimento perché forgia qualità utili nel mondo degli affari. Abitua, per esempio, a gestire situazioni che scaturiscono da personalità diverse e a superare i momenti di conflitto. Negli Usa, al contrario, come scrive la rivista International Management, le Busi¬ ness School dedicano scarsa attenzione alla gestione dell'elemento umano e, come lamentano numerose aziende, «preparano soltanto miopi divoratori di numeri, con elevate aspettative e poca sensibilità nei confronti dei compagni di lavoro». E critiche aspre non hanno risparmiato neppure la prestigiosa Harvard, accusata su Fortune di formare esperti finanziari e consulenti piuttosto che futuri direttori generali. Nonostante queste accuse si calcola che un laureato americano su quattro studia per ottenere un Mba, titolo che, soprattutto se conseguito nelle top-school (Harvard, Stanford, Wharton, University of .Chicago, North-Westem University, Cambridge-Mit, Camegie Mellon, Columbia), si rivela un ottimo investimento finanziario. ANCHE in Europa la domanda di Mba è in aumento perché questo master è considerato la credenziale necessaria per avere successo, per operare ad alto livello in un mercato fortemente intemazionalizzato e anche perché è un passepartout per tutti 1 sistemi educativi di ogni continente. L'alto numero di aspiranti master europei ha fatto fiorire, negli ultimi anni, decine di corsi Mba, purtroppo non tutti in grado di rilasciare un diploma di buon livello. Infatti le attuali normative europee permettono a qualsiasi organizzazione di conferire un Mba, anche perché non esiste ancora un organismo ufficiale che esamini i corsi e stabilisca standard minimi per riconoscere un corso. In Italia, attraverso l'Astor (Associazione per la formazione alla direzione aziendale), e in altri Paesi europei, ci si sta orientando verso forme di accreditation, cioè di riconoscimento ufficiale. Negli Usa, invece, c'è già un attento controllò; sui programmi che si definiscono Mba e delle 700 istituzioni che rilasciano questo master solo 233 hanno ottenuto l'ok dall'American assembly of collegiate school of business, l'organismo preposto al riconoscimento degli Mba. IL pericolo di truffe da un lato e dall'altro di svalorizzazione dei veri master esiste e anche Le Monde, attraverso il presidente dell'Harvard Business Club francese, ha messo in guardia i giovani, i loro genitori, le imprese e i pubblici poteri descrivendo tutti i modi con cui avvengono i raggiri. Un esempio: molte scuole dichiarano legami inesistenti con università americane oppure scrivono sui loro dépliant che i loro studenti sono ammessi nelle prime 50 Business School americane e presentano una lista, di scuole che comprende Harvard, Stanford, Mit, ecc., senza dire ai loro allievi che possono accedere solo nelle ultime della lista dove praticamente tutti gli studenti possono essere ammessi. Ben altra impresa è invece entrare nelle prime sette Business School americane, dove è ammesso solo il 20 per cento dei candidati, cosi come è difficile accedere alle prime 25, mentre l'ingresso nelle altre scuole è quasi automatico, a condizione di pagare. Patrìzia Zelioli

Persone citate: Busi, George Doriot, Mellon, Stanford, Wharton, Zelioli

Luoghi citati: Barcellona, Chicago, Columbia, Europa, Ginevra, Italia, Losanna, Milano, Usa