Capitelli e bucatini Calabria della tradizione

Capitelli e bucatini Calabria della tradizione Tra Locri e Caulonia alla ricerca di arte e piatti tipici Capitelli e bucatini Calabria della tradizione ASPRO, dai colori terrigni, quasi desertico in alcune sue zone: così si presenta il paesaggio della costa ionica della Calabria nel tratto compreso tra Locri e Caulonia, poco meno di una cinquantina di chilometri lungo la Statale 106 *quella che porta da Catanzaro a Reggio Calabria. In ''questa parte della regione1* ancora possibile gustare cibi e pietanze tipici della cucina locale, povera, non molto varia ma saporita. Arrivando da Catanzaro, dopo aver percorso qualche decina di chilometri e passato Punta Stilo, è segnalata una deviazione verso l'interno in 'direzione Monasterace. Proseguendo si giunge a Stilo, un paese arroccato sulle montagne: qui conviene sostare per una visita alla Cattolica, un tempietto bizantino scoperto a inizio secolo poiché era stato praticamente seppellito da una frana. Oltre a essere un edificio di notevole fascino, ha una particolarità: è il più piccolo d'Europa. Ma attenzione: per visitarlo bisogna mettersi in contatto con il custode, che è il barbiere del paese. Visita difficile, ma merita. Terminato questo mini-itinerario artistico, si seguano le indicazioni verso Pazzano e, al bivio, sulla destra in di¬ rezione Bivongi. Alla fine del paese (c'è anche un tratto di cinquecento metri su strada sterrata, ma per fortuna il locale è segnalato), si arriva alla «Vecchia miniera», uno dei ristoranti dove ancora si mantiene viva la tradizione culinaria calabrese. Il servizio non è ricercato, l'atmosfera è casalinga; 'uri pasto complèto e abbondante costa tra le 15 e le 18 mila lire. Tra gli antipasti, da provare quelli della casa a base di olive verdi piccanti, pomodori secchi sott'olio, melan¬ zane a fettine sott'aceto, capocollo (insaccato simile alla coppa, però diverso come lavorazione) e soppressata, a base di carne magra di maiale insaccata in budelli larghi e lasciata per un po' di tempo sotto peso. n primo piatto d'eccezione è la pasta alla campagnola fresca — una specie di bucatino più corto, fatto a mano —con il sugo di capra; tra i secondi, merita la carne di capra cucinata per ore. Buon pesce si trova al «Gabbiano», un ristorantepizzeria di Siderno (via Nazionale, contrada Misserianni), un paese sulla costa vicino a Locri. Nell'antipasto di mare sono comprese le cozze gratinate e, se capita, anche le capesante; tra i primi, meglio optare per gli spaghetti con le vongole veraci o con il sugo di trìglia. Per quanto riguarda i secondi, sono ottimi i gamberetti dello Ionio in padella (con un sugo molto leggero a base di olio, limone e sale) e, in alternativa, pescespada alla griglia condito con uno spicchio d'aglio, prezzemolo e olio. Tra i vini, punto debole della cucina calabrese, scegliere il bianco locale, piuttosto forte e aromatizzato: non ha nome né etichetta, come gran parte deiyini della zona, ma è gradevole (prezzo medio del pasto 20 mila lire). A conclusione dell'itinerario, è indispensabile una visita a Gerace, paese dell'interno sulla strada che da Locri porta a Gioia Tauro. La parte storica di questo piccolo centro, che si erge su una montagna circondata da ulivi e da piante di capperi, contiene almeno un paio di gioielli: la Cattedrale romanica — tre navate spoglie, capitelli l'uno diverso dall'altro, una cripta che sorge sulle ceneri di un antico tempio pagano — e la chiesa sconsacrata di San Domenico, con un bellissimo altare in tasselli di marmo istoriato; opera di un frate vissuto nel XVII secolo. Usciti da Gerace vecchia, all'altezza dell'adiacente Contrada San Filippo, è d'obbligo una sosta alla Trattoria San Filippo». Anche qui è una specialità la pasta casalinga con il sugo di capra, mentre come antipasto ci sono melanzane e peperoni ripieni, crocchette di patate e le «frise» con i pomodori, ovvero pane di grano saraceno seccato e poi bagnato con acqua e olio. Tra le pietanze, la casa consiglia l'agnello in padella cucinato con un sughetto molto leggero: il tutto per 20 mila lire, vino compreso. Ivo Franchi

Persone citate: Misserianni