Un pezzo di Antartide a Milano

Un pezzo di Antartide a Milano D Museo di Storia Naturale festeggia i suoi 150 anni vita rinnovandosi con criteri d'avanguardia Un pezzo di Antartide a Milano CHI oggi voglia guardare ad animali e piante di luoghi lontani, più che ai musei, può affidarsi ai documentari naturalistici della televisione, i quali ci testimoniano non solo delle forme delle creature viventi, ma altresì dei loro modi di vita e dei costumi, a volte stupefacenti. E' quanto di più godibile ci dà il piccolo schermo. Tanto più vecchi e superati sembrano gli esemplari conservati nelle bacheche dei musei Ma pure ai musei bisogna rivolgersi, se dalla curiosità generica si vuole passare alla ricerca. Comunque il Museo civico di Storia Naturale che sorge tra le piante dei giardini pubblici di Milano sa rinnovarsi, mutar -veste, ammodernarsi. Fondato 150 anni fa (il 7 maggio 1838), con te raccolte unificate del nobile • milanese Giuseppe De Cristoforis e del botanico ungherese Giorgio Jan, trovò una sua prima sede nell'ex convento di Santa Marta; fu trasferito poi a Palazzo Dugnanl, e Infine, per iniziativa di Antonio Stoppani, geologo Insigne e autore di bestseller d'altri tempi «n Bel Paese», nella sede attuale, generosa di spazio. Quello milanese è il maggiore e il più visitato dei musei naturalistici d'Italia (con quattrocentomila presenze all'anno). Ricostruito e risorto dopo il bombardamento del 1043, che ne fece sciemplo, viene oggi ampliato e abbellito con criteri nuovissimi. L'onere del parziale rifacimento e ampliamento va diviso tra il Comune di Milano e l'industria chimica Bracco. il Museo peraltro non ha mal dormicchiato: raccogliendo anzi apporti di altre collezioni e illustrato da scienziati che, a vario titolo, vi operano nella ricerca scientifica, come nell'arricchimento delle raccolte. Ricordiamo, oltre che il summenzionato Antonio Stoppani (da un viale della sua città, Lecco, una statua lo raffigura mentre guarda alle acque del lago), il geologo ed esploratore Ardito Desio, che è uno degli oratori dell? presenti manifestazioni; la zooioga Luisa Oianferrari, che — precorrendo i tempi—fece posto nell'edificio a un consultorio di eugenetica; l'ornitologo Edgardo Moltoni, che di¬ resse l'istituzione dal 1951 al 1964; l'erpetologo e scrittore Giuseppe Scortecci che ogni tanto partiva per l'Africa a rifornirsi degli amati serpenti. Sono pochi, questi, tra i molti valorosi che contribuirono alla sua crescita. Oggi il Museo è diretto da Giovanni Pinna, che presiede alla presente metamorfosi. Tra le manifestazioni che accompagnano la celebrazione del centoclnquantenario (durano esse dal 12 ottobre al 13 novembre), una serie di conferenze tenute da naturalisti ed etolo¬ gi nostrani e stranieri; mostre di autografi e di curiosità varie (tra cui un «bestiario barocco», fatto con dei collages di giustapposte piume); convegni e congressi: sull'attualità (o l'anacronismo) del musei tradizionali; una commemorazione del naturalista francese Buffon, a duecento anni dalla morte, autore di una famosa Histoire Natiirelle (pas si naturelle, commentava Voltaire, perché troppo scritta bene); una discussione sulle «catastrofi», a cui, secondo alcuni naturalisti (a partire da Cu- vler) sarebbe da attribuire l'estinzione di antiche specie. Poi ragguagli su un progetto per salvare dall'estinzione la tigre in India; sulla comunicazione (non verbale) degli scimpanzè; più in generale, sul pensare degli animali. Una nuova sala è dedicata agli ambienti dell'Artico e dell'Antartide. Sono presentati diorami della fauna italiana nell'habitat naturale. Altre finestre sul mondo, come scenari di deserti, praterie, steppe, sono previste per un prossimo futuro. Didimo

Persone citate: Antonio Stoppani, Ardito Desio, Buffon, Edgardo Moltoni, Giorgio Jan, Giovanni Pinna

Luoghi citati: Africa, Antartide, Artico, Comune Di Milano, India, Italia, Lecco, Milano