Stupide, le proscimmie? Impossibile, sono mancine

Stupide, le proscimmie? Impossibile, sono mancine Lemuri e galagoni preferiscono la sinistra: lo dice una psicologa americana Stupide, le proscimmie? Impossibile, sono mancine UNA volte, quando un bambino afferrava gli oggetti con la mano sinistra e, più tardi, gli veniva spontaneo impugnare la penna e scrivere con la stessa mano, genitori e insegnanti facevano di tutto per correggere quello che veniva considerato un comportamento errato. Ma più tardi si è incominciato a capire che il fatto di essere mancini non costituisce affatto una menomazione. Significa semplicemente che l'emisfero dominante del cervello, anziché essere quello sinistro, come avviene nella maggior parte dei casi, è quello destro. (Come è noto, i centri motori e sensitivi di ciascun emisfero comandano alla metà del corpo del lato opposto, perché le vie motrici e sensitive sono incrociate). Anzi, secon¬ do alcuni studiosi, gli Individui mancini sarebbero più intelligenti di queUl normali. Si è sempre pensato che il mancinismo fosse una prerogativa esclusiva dell'Homo sapiens. Invece recentemente si è scoperto che possono essere mancini anche alcuni primati non umani e precisamente 1 galagoni e alcuni lemuri, tutti appartenenti al sottordine delle proscimmie. Se ne è accòrta per prima la psicologa Jeanne tte Ward della Mempiii» State University. Su otto galagoni che aveva in osservazione In laboratorio, sette afferravano il cibo con la manina sinistra. Incuriosita, la studiosa estese le ricerche a 80 animali di quattro specie diverse: galagone gigante (Galago crassicaudatus), il lemure marsupiale dalla coda ad anello (Pseudocheiroa lemuroides), 11 lemure testa nera (Lemur fulvus), e 1 Vari (Lemur variegalus). Più della metà del soggetti — 48 — erano mancini, 10 erano ambidestri e 22 normali. Un risultato che potrebbe sollevare qualche dubbio sulla presunta stupidità delle proscimmle, considerate esseri molto primitivi. I galagoni — se ne dlstinguno sei specie tutte appartenenti all'unico genere Galago — vengono chiamati anche «bambini dei boschi» («bush babies»), perché le loro acute strida assomigliano un poco alle urla dei bambini quando fanno 1 capricci. Sono piccole proscimmie africane dalle grandi orecchie e dalla pelliccia straordinariamente soffice e delicata, graziosisslme nelle loro movenze eleganti, ca¬ paci di compiere salti prodigiosi, per cui sembra.,che «volino» letteralmente dia un albero all'altro. I piccoli folletti delle notti africane fuggono il caldo torrido del giorno, rifugiandosi a dormire nelle cavità dei vecchi tronchi. Si svegliano al crepuscolo e Immediatamente stendono 1 padiglioni giganteschi delle orecchie — che tengono ripiegati durante il sonno — per sentire il fruscio quasi impercettibile delle prede cui si apprestano a dare la caccia. SI tratta prevalentemente di insetti, ma anche ragni, rane, lucertole e, per le specie più grandi, uova e nidlacei di uccelli. Appena escono dalla dimora diurna, come prima cosa 1 bambini dei boschi si bagnano ben bene di urina la palma delle mani e la pianta del piede, per lasciare su ogni ramo il marchio odoroso del loro passaggio. L'impronta, rinnovata ogni sera, serve a delimitare il territorio di caccia di ciascun individuo. Sul loro conto, circola in Africa una storiella, probabilmente un fatto realmente accaduto. Un piantatore non riusciva a dormire per il chiasso indiavolato che facevano 1 galagoni sugli alberi Intorno alla sua casa. Una notte, esasperato, prese un boccale colmo di birra che si trovava a portata di mano e lo scagliò contro gli alberi. H concerto delle proscimmie si placò come per Incanto. La notte successiva però riprese più forte che mai. L'uomo ripetè il suo gesto e ottenne immediatamente il silenzio. Così per varie notti di fila, i bambini dei boschi tacevano di colpo non appena venivano innaffiati dalla doccia di birra. Alla fine il piantatore scoprì che 1 galagoni urlavano a più non posso proprio per ottenere la bevanda che aveva incontrato in pieno 1 loro gusti. Se la leccavano coscienziosamente fino all'ultima goccia, poi, sotto l'effetto della sbornia, cadevano in un sonno di piombo. n fatto non è tanto inverosimile perché anche il Brehm, nella sua classica «Storia degli animali», ci racconta che 1 babbuini si ubriacano volentieri, comportandosi da brilli in maniera molto analoga agli uomini, fatto che è stato confermato più volte da vàri ricercatori. I lemuri, che comprendono una decina di specie, vivono invece esclusivamente nel Madagascar. I primi esploratori che li scoprirono due secoli fa li chiamarono cosi perché con questo termine gli antichi Romani indicavano gli spiriti dei defunti. Non appena spunta il sole, 1 lemuri passano dalla vita attiva a quella contemplativa. Molti di loro amano distendersi voluttuosamente allungando le gambe e rivolgendo 11 muso all'astro nascente. Da questo loro amore per il sole nacque l'antica leggenda che fossero animali sacri, una leggenda che in passato ha salvato loro la vita, ma che non ha trovato più credito in tempi recenti. E, ima volta tramontata la soggezione per gli «adoratori del sole», ha avuto via libera il massacro indiscriminato con le armi da fuoco. Per questo la maggior parte dei lemuri sono oggi in serio pericolo di estinzione. I. Lattes Coiftnann

Persone citate: Lattes

Luoghi citati: Africa, Madagascar