Intollerante con i Valdesi di Michele Straniero

Intollerante con i Valdesi Una ricerca di Michele Straniero Intollerante con i Valdesi Isanti, si sa, non sono perfeiti; v'è chi si è distinto per la povertà, chi per la preghiera, chi per la scienza teologica, raramente però il fine teologo fu anche poverello, o l'eremita un pozzo di scienza. Molti di loro poi ebbero avversari nella Chiesa, ed altri anche fra i nemici della Chiesa. Don Bosco, santo per motivi sociali, non si preoccupò di far eccezione in questo quadro. Nella trentennale polemica che lo oppose ai Valdesi, adonta del proverbio "molti nemici, molto onore», non riuscì a dare testimonianze pregevoli di pensiero teologico, ma ebbe- tavolta il merito di far perdere le staffe anche ai suoi diretti interlocutori. E' quanto emerge dal volume -Don Bosco e i Valdesi. Documenti di unapolemica trentennale» dove l'autore, Michele L. Straniero, con qualche garbata sottolineatura, rispolvera i testi—non proprio ispirati — di una controversia condotta con accanimento dal fondatore dei Salesiani e rintuzzata con qualche animosità dai suoi antagonisti. L'epoca della disputa è però quella del 'Regno» che, do¬ po gli anni oscuri dell'intolleranza sabauda, vive sofferte aperture alle minoranze religiose, tra le quali proprio in Piemonte spicca, per tradizione e cultura, quella valdese. Gli argomenti portati in campo da Don Bosco appartengono all 'armamentario più popolare e "grossier» della predicazione cattolica: la diabolicità dei riformatori protestanti, il primato di Pietro, la santità della Chiesa. Don Bosco poi era un appassionato collezionista di superstizioni e leggende sulle forze del male e sulle molteplici manifestazioni di Satana, e sapeva ben volgerle ai fini della sua esortazione dottrinale: quale migliore occasione delle sue -Letture cattoliche» per farne sfoggio. Di livello appena più elevato è il tono delle repliche, affidate alla penna del pastore Giovanni Pietro Meille o dell'ardente evangelico Reggio. Michele L. Straniero, non pago d'aver sapientemente trascelto i godibili battibecchi che avrebbero potuto essere scritti da un Guareschi ottocentesco, dissemina qua e là nel suo volume storielle e leggende di dispetti e minacce, baruffe e tentate corruzioni, prelevate dalla ricca aneddotica sul santo torinese. Un tuffo nella ruspante letteratura — minore — sabaudo-popolare, che ci fa assaporare gli umori sanguigni di una religiosità ottocentesca. Barbara Berlini Michele L. Straniero, «Don Bosco e i valdesi», Claudiana, 166 pagine, 13.000 lire.

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