Nel nuovo Larousse sì a Craxi no a De Mita

Nel nuovo Larousse sì a Craxi no a De Mita Nel nuovo Larousse sì a Craxi no a De Mita ROMA—Esservi inseriti, consacra i «grandi». Esserne esclusi è sopportabile, se c'è qualche speranza per la prossima edizione. Vedervi il proprio nome depennato, dopo una presenza più o meno lunga, indica che si sta uscendo dalla Storia. E' una delle mappe dei personaggi che contano, un «Chi è?» che sancisce non solo la notorietà, ma anche la «storicità» di un nome. E' il Petit Larousse illustre, il più popolare e conosciuto dizionario francese, che vende in tutto il mondo oltre un milione di copie l'anno. In Italia, distribuito da Le Monnier, raggiunge una diffusione di quasi 5000 copie. Ideata nel 1906 con la duplice funzione di dizionario della lingua e di enciclopedia della cultura generale, l'opera è stata completamente riscritta. La nuova edizione, presentata martedì al Centro Culturale Francese, ha un formato più grande e una grafica più moderna. Ma la casa editrice vanta trasformazioni sostanziali, pur consumate nel rispetto di una tradizione ultracentenaria iniziata nel 1856 dal Nouveau Dictionnaire de la languefrancaise, voluto da Pierre Larousse, fondatore dell'omonima libreria e dell'azienda. «Per noi quest'anno è l'anniversario della Rivoluzione Francese e della rivoluzione del Larousse». ci dice Bernard Willervald, direttore generale della casa editrice. «La prima novità è nel metodo di lavoro, che è stato totalmente informatizzato, consentendoci di ristrutturare e riscrivere l'opera in soli tre anni, grazie al lavoro di settanta persone, che è costato circa 6 miliardi di lire». Il Larousse ora è tutto in un CD ROM (in pratica un compact disc), che purtroppo non è in vendita per motivi di mercato: 58.000 lemmi (5500 in più dell'edizione precedente) nel dizionario e 25.000 nomi di luoghi o di personaggi (mille nuove entrate) nell'enciclopedia. Alcuni settori (arte e spettacolo) sono stati ampliati. Altri sono nuovi: compaiono ora le aziende, gli industriali, i quotidiani nazionali e internazionali. Ma chi decide i nomi che entrano e che escono? Perché «essere nel Larousse» conta più che essere citati in altri dizionari? L'opera, afferma il direttore del Centro Culturale, Paul Bedarida, "rappresenta verticalmente la cultura delle generazioni». -E'uno strumento di base: lo si trova nelle campagne, nelle case operaie, nelle case borghesi. Non a caso si diceva che tutte le famiglie avevano tre libri: la Bibbia, un atlante della Francia e il Petit Larousse-. Il criterio di «ammissione», spiega Willervald, è unico, ed è "quello della Ricostruzione del castello di Coucy (da «Petit Larousse illustre»)

Luoghi citati: Francia, Italia, Le Monnier, Roma