Dalla Spagna ci rimproverano: non leggete i nostri romanzi di Angela Bianchini

Dalla Spagna ci rimproverano: non leggete i nostri romanzi La «Vanguardia» di Barcellona interviene sul concorso di «Tuttolibri» Dalla Spagna ci rimproverano: non leggete i nostri romanzi SULLA Vanguardia, autorevole giornale di Barcellona, è uscito in data 18 settembre un articolo, firmato da Horacio Sàenz Guerrero, che ci riguarda direttamente. Sotto il titolo, Un concorso che invita a pensare, compare un'immagine di libri in svendita, con una dicitura significativa- 'Milioni di libri... Cent'anni di romanzo... Non un personaggio creato in Spagna?'. Anche più esplicito il sottotitolo: 'Possibile che Aureliano Buendia sia l'unico personaggio della narrativa Ispana del Novecento noto ai nostri vicini?: I vicini saremmo noi, gli italiani, spiritualmente assai lontani, anzi alieni al romanzo spagnolo: questo il senso dell'articolo che, sotto l'urbanità velata di leggera ironia, non nasconde un senso di rammarico, anzi di delusione profonda. Il giornale si riferisce al concorso indetto da Tuttolibri a giugno, quando i lettori furono invitati a scegliere i personaggi più amati elo odiati tratti dalla narrativa degli ulti- mi cento anni- per essere precisi, dal 1889 in poi A puro titolo indicativo erano offerte due liste, una italiana e una straniera, di venti libri ciascuna, ma il lettore aveva tutta la libertà di scegliere altri nomi, altri personaggi fuori dalle liste. Nella lista straniera, compariva, come unico personaggio di lingua spagnola, Aureliano Buendia, eroe di Cent'anni di solitudine di Garcia Màrquez, colombiano, ma non ci fu quasi nessun lettore a suggerire, di testa sua, un altro nome a lui noto; per esempio, Tristana, eroina del romanzo di Be¬ e A aa a, a iori ae no ni a a ta oa, e¬ nito Perez Galdós, divenuta celebre nel film di Luis Bunuel, grazie all'interpretazione di Catherine Deneuve. Horacio Sàenz Guerrero, nel concludere il suo pezzo, offre un'ampia lista di protagonisti legati alla narrativa spagnola di questo secolo, dal Marchese di Bradomin di Valle-Inclàn fino alla Regenta di Clarin, chiedendosi poi se l'accoglienza assai calda che riceve l'Italia culturale sulle pagine dei giornali e nelle università spagnole non possa essere contraccambiata con unpo'più d'interesse nel nostro Paese. La cortesia dimostrata dalla Vanguardia merita, io credo, alcuni chiarimenti. Proviamo a partire da un punto di vista diverso e a immaginare un concorso, anch'esso di tipo giornalistico, in cui si chieda non di scegliere uh personaggio romanzesco, bensi un personaggio tout court. Ebbene ci scommetterei, in quel caso, un nome sorgerebbe spontaneo: Federico Garcia Lorca. Esistono in Italia molti lettori medi per i quali la Spagna e quanto è ispanico si concentra e coagula in due nomi: Garcia Màrquez e Garcia Lorca, lettori che, avendo letto Cent'anni di solitudine, romanzo di popolarità capillare assolutamente incredibile, posseggono però nel loro immaginario ispanico anche la poesia di Federico. Tutto questo può apparire strano ai nostri vicini, ma Garcia Lorca che oggi, in Spagna, non è figura centrale né emblematica, tale è, invece, presso di noi, e questo per tutta una serie di circostanze. Percorrerle significa percor¬ rere la storia dell'ispanismo italiano che mantiene le sue tradizioni gloriose (e non dimentichiamo, almeno come curiosità, che Benedetto Croce, iutt'altro che sordo alla narrativa ottocentesca, esaltava la noiosissima Fernàn Cabotiero come addirittura superiore a George Sand) grazie a un numero di studiosi e di cattedre universitarie in continuo aumento. Si deve a questi grandi innamorati della Spagna, da Carlo Bo a Oreste Macria Dario Puccini e a tanti altri, se la poesia spagnola del Ventesimo Secolo e, in particolare, quella della generazione del "27, si radicò in Italia prestissimo, addirittura prima della guerra, subito dopo la sua diffusione in Francia, e se l'Italia divenne la seconda casa, anche fisica, per tanti anni, di famosi esuli quali Rafael Alberti, Maria Teresa de Leon, Jorge Guillén e seconda, amatissima patria di altri: Fedro Salinas, Dàmaso Alonso. Angela Bianchini (Continua a pagina 3) C. Deneuve e F. Nero nel film di Bunuel «Tristana»