Così Wagner scriveva a Isotta

Così Wagner scriveva a Isotta a con Matilde Wesendonk rivela la storia di una passione che diventa arte Così Wagner scriveva a Isotta va. Non si pensi, infatti, a pure e semplici lettere d'amore: scrivendo all'amata, Wagner fornisce uno spaccato della sua personalità in un esercizio di autoanalisi che mette in ombra l'interlocutrice e svela la realtà ben descritta da Ernest Newmann: «Non ha mai permesso che le donne influenzassero la sua arte. Sono al contrarlo i bisogni della sua arte che 16 portano incessantemente a idealizzare la donna che, in quel momento, pare armonizzare nel modo più perfetto con il suo mondo interiore (...). La sua vita non ha mai determinato la sua arte tanto quanto la sua arte ha colorato la sua vita». Lo scambio tra reale e ideale si rinnova cosi in un processo continuo di autoalimentazione. Se Mathilde è l'incarnazione che dà vita all'archetipo preesistente di Isotta, ella è anche lo specchio in cui Wagner riflette, prendendone coscienza, la complessità del suo animo. Straordinario e di una modernità flagrante è lo stupo-. re distaccato con cui Wagner fa la propria autoanalisi, rivelando a Mathilde una costituzione spirituale grandiosamente e drammaticamente dissociata. Tre strati vi si sovrappongono in dialettica tensione: quello fisico della sua persona; quello spirituale dell'animo, che gioisce e soffre, e quello creativo del genio che domina l'artista come una forza esterna e, a prezzo di grandi sofferenze, gli impone di creare e di donarsi al mondo. Wagner scava in se stesso e si «racconta» a Mathilde con una lucidità capace di accreditare perfettamente, sul piano personale, l'intuizione critica di Thomas Mann che. lo fa unprecursore della psicanalisi L'aspirazione dell'uomo, imbevuto di Schopenhauer, è quello verso lina pace che gli consenta di adempiere ali "imperativo morale della creazione: la tensione verso l'opera da creare è una vocazione verso l'annullamento di se stesso, verso l'oblio nell'appagamento finale. La dissociazione, il distacco da sé sono quindi la molla del magnetismo psicologico esercitato da queste lettere sul lettore moderno, come quando, per esempio, lo stupore dell'artista davanti alla propria opera giunge ad assumere aspetti terrificanti «Bambina mia! Questo Tristano diventa qualcosa di terribile! Quest'ultimo atto! Temo che vietino l'opera—a meno che il tutto non sia messo in parodia da una cattiva esecuzione: solo delle esecuzioni mediocri potrebbero salvarmi! Se fossero perfette potrebbero far impazzire gli spettatori». £ poi c'è il continuo scambio tra arte e vita, dimensione naturale dell'anima romantica, ancora del tutto al riparo in Wagner, dai compiacimenti dell'estetismo. Mathilde assume di volta in volta il ruolo della donna redentrice, come Senta nell'O¬ landese Volante, angelo salvatore, cuore eletto cui confidare i più intimi segreti di una compiuta teoria dell'arte.. Le pagine con cui il compositore descrive a Mathilde il senso della sua musica drammatica come 'arte della transizione' sono tra le più belle e illuminanti di tutta la sua produzione critica ed estetica; e neppure quando Wagner scende in minuti particolari quotidiani (la. fragranza ispiratrice di certe fette biscottate cui dob¬ biamo un passaggio del Tristano; il lettore moderno riesce a sottrarsi al fascino di questa personalità irresistibile per cui lo spirito era tutto e la potenza esteriore non significava assolutamente nulla: «Oli eroi di Plutarco.. Nature malvage, meschine, violente, insaziabili... Alla larga da questi grandi uomini. Qui mi trovo d'accordo con Schopenhauer, non chi conquista il mondo ma chi ha ragione del mondo è degno di ammirazione». Paolo Gallarati

Persone citate: Ernest Newmann, Matilde Wesendonk, Paolo Gallarati, Schopenhauer, Thomas Mann, Tristano, Volante