Per Damiani il rischio-Tyson vale due miliardi
Per Damiani il rischio-Tyson vaie due miliardi Il manager Bianchini giovedì a New York per definire la sfida mondiale Per Damiani il rischio-Tyson vaie due miliardi Il netto successo su Biggs rilancia il gigante di Bagnocavallo, che chiede una borsa da un milione e mezzo di dollari • Confermata la difesa del titolo europeo con il 36enne tedesco Jassman dal nostro inviato GIANNI PIGNATA MILANO — -Dopo il verdetto. Biggs mi si è avvicinato e mi ha detto: "Non accadrà, ma se batti Tyson, promettimi che mi darai la rivincita". Magari, gli ho risposto-. E giù una gran risata, anche se, per uno costretto a parlare premendosi una borsa di ghiaccio sull'occhio destro gonfio e decisamente blu, non ci sarebbe stato molto da ridere. Ma Damiani Francesco da Bagnacavallo sorride lo stesso, nella tradizionale chiacchierata notturna con gli amici giornalisti: si è tolto una soddisfazione che aspettava da sei anni, quella di battere finalmente la sua -bestia nera» Tyrell Biggs, al quale imputava soprattutto il «furto» nei Mondiali di Monaco 1982, che guastò a Francesco la soddisfazione di aver infranto il mito di Stevenson. -Per la prima volta — ha ammesso Francesco — sono salito sul ring con l'intenzione di far male all'avversario. Alla prima ripresa il suo splendido jab sinistro mi ha dato un bel po' di fastidio, tanto che credevo di essermi ferito. Ho dovuto perciò accettare subito la battaglia ravvicinata, se no avrei beccato un sacco di sinistri: La decisione presa concordemente dall'arbitro Coyle e dal medico dottor Sturla, di rimandare al suo angolo Tyrell Biggs ad l'06" della quinta ripresa per una profonda ferita al sopracciglio destro ha non poco contrariato il gigante romagnolo: -Sapevo di averlo ormai in mano, se il match fosse continuato lo avrei messo ko. Ma va bene anche cosi, l'importante era vincere-. — Ed ora. Tyson... •Calma ragazzi, una cosa per volta, lo pensavo soltanto a battere Biggs perché volevo quella vittoria in se stes¬ sa. Il resto verrà. Adesso voglio riposarmi, andare a caccia, poi difenderò il titolo europeo contro il tedesco Jassman e poi, se mi danno una gran barca di soldi, ben venga il mondiale. Se al posto di Tyson ci fosse stato un altro era meglio, comunque se i soldi sono tanti, va bene anche così. Cercherò almeno di fare la miglior figura possibile: Damiani ha vinto bene, benissimo, riuscendo a neutralizzare le armi di Biggs, lo splendido jab sinistro ed il diretto destro che, sufficienti per dominare sulla corta distanza dilettantistica, non lo sono più a livello professionistico. E le sopracciglia di cartavelina del gigante di Filadelfia — ecco, probabilmente, il tallone d'Achille di cui Branchini sapeva e noi no — gli hanno facilitato il compito. Ora l'obiettivo Tyson diventa qualcosa di più- dì un miraggio anche se resta op¬ portuno non illudersi sulle possibilità del nostro campione di far miglior figura rispetto alle altre vittime di -King Kong». Giovedì a New York si avrà forse la fumata bianca: -Dopo il match — ha detto Umberto Branchini manager di Damiani—sono stato avvicinato da un emissario di Buck Clayton, il manager di Tyson. Mi ha dato appuntamento per giovedì a New York, per parlare di affari. Finora le proposte finanziarie erano state piuttosto impalpabili, percentuale su incassi ancora da venire e cose del genere. Preferisco accordi più solidi, tipo un milione e mezzo di dollari per noi. Ed è ancora poco, visto che Biggs aveva preso un milione e sette, Tucker un milione e nove e Spinks addirittura sei volte tanto. Se dobbiamo proprio accettare questo super-rischio, che almeno ne valga la pena-. Damiani attende Tyson: «Spero almeno di far bella figura
Luoghi citati: Bagnacavallo, Filadelfia, Milano, Monaco, New York
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