Panarea, nave di 2500 anni fa per Bound, lo «007 dei mari»

Panarea, nave di 2500 anni fa per Bound, lo «007 dei mari» Scoperta nell'80, si rivela dì estrema importanza per gli archeologi Panarea, nave di 2500 anni fa per Bound, lo «007 dei mari» Per l'inglese le difficoltà del lavorò in acque presso il vulcano e la caccia ai clandestini PANAREA — Sulla terrazza del Bridge Club, che domina il mare di Panarea, tutto una marmellata di scogli e isolotti, Mensun Bound, direttore della sezione di Archeologia all'Università di Oxford, capelli biondi lunghi sul collo, abbronzatura tipicamente anglosassone, naso spelato su faccia aragosta, tiene sotto controllo, con un potente cannocchiale da marina, il tratto lucente e azzurro compreso tra Dattilo, le Formiche e Lisca Bianca: il famoso triangolo dove a una profondità di 30 metri e oltre giace da circa 2500 anni il relitto di una nave greca carica di mercanzia risalente, pare, al periodo attico. «Una trouvaille forse unica, per la sua importanza archeologica, in tutto il Mediterraneo», sentenzia Bound. La «trouvaille» venne fatta nell'80 quasi per caso da un sub locale, Alessandro Tilche, Aglio del proprietario dell'Hotel Raya; e soltanto nell'84 Mensun Bound venne a conoscenza del ritrovamento, ma capì subito a naso che si trattava di un'impresa degna della sua firma: 'Avevo ricevuto contemporaneamente altre segnalazioni, una dalla Cina, una dall'Australia, In questi casi l'abilità sta nello scegliere l'offerta giusta, cioè quella più rilevante dal punto di vista archeologico. Per farlo, non resta che andare sul posto, tuffarsi e valutare di persona i dati essenziali: la profondità del relitto, il costo delle ricerche, l'attendibilità delle informazioni ricevute'. Nell'85 Bound si recò a Panarea per il sopralluogo e gli bastò un'occhiata agli oggetti riportati a galla per dissipare ogni dubbio: -Un vasellame insolito e dalla forma estremamente elegante, verniciato di nero e modellato in un'argilla di grana molto fine: bellissimo e con ogni probabilità risalente al V o IV secolo a.C.'. Non restava che chiedere l'autorizzazione per le ricerche, cosa non difficile da ottenere in un Paese come l'Italia dove manca un decreto dello Stato che permetta agli archeologi nostrani di compiere scavi sottomarini per cui il patrimonio sommerso rimane abbandonato a sé stesso o aUa mercè dei clandestini, se non intervengono ricercatori stranieri. A favore di Bound si mossero immediatamente Madeleine Cavalier, direttore del bellissimo museo di Lipari, e il professor Giuseppe Vozza, soprintendente all'archeologia della zona. Nel giro di pochi mesi arrivò la concessione corredata da tre sponsor per concorrere alle spese: la Pirelli, la Mares e la Medit S.p.a. L'anno seguente, l'equipe archeologica MARE., Maritime Archeological Research for Europe (120 persone, in maggioranza italiani e inglesi, tra cui sub di prima categoria che partecipano alle ricerche come volontari), si trasferì a Panarea e presto gli isolani si abituarono a questi pescatori sui generis che tornavano a riva con le reti cariche di skhyphoi e lucerne anziché di saraghi e branzini. La prima vera stagione di ricerche ebbe inizio nel giugno dell'86: e fu allora che avvenne l'incontro tra gli archeologi e il vulcano: *Le mie imprese mi hanno portato in mari diversi e messo di fronte a difficoltà sempre nuove; ma era la prima volta che mi capitava di immergermi nella pancia ribollente di un vulcano. Non ce lo aspettavamo anche perché l'acqua in superficie è fresca, trasparente e diventa più calda man mano che si scende in profondità, sinché si arriva ad un fondale rovente e viscido, dove si aprono in continuazione fumarole che emettono getti di gas solforico, capace di bruciare ogni materia organica all'intorno. Il che spiega la totale assenza di pesci e vegetazione in quel tratto di mare'. Durante la prima estate, l'equipe di Bound riportò alla superficie una sessantina di pezzi A tutt'oggi, gli oggetti riportati alla luce e già sistemati al sicuro nel museo di Lipari sono circa un migliaio: alcuni ancora incrostati come perle nel frammento di lava che li contiene. La maggioranza intatti, senza la benché minima crepa: e sembra un miracolo che questi sub enormi e massicci riescano a liberare dalla crosta vul- canica oggetti leggeri e fragili come sospiri senza neppure incrinarli. Le ricerche, di solito, si svolgono in giugno e luglio, si fermano in agosto quando il mare è troppo affollato, per riprendere in settembre. L'agosto serve a Mensun Bound per tirare le somme e dedicarsi ad uno dei suoi svaghi prediletti: dar la caccia ai clandestini. Non a caso è stato soprannominato Bound, lo 007 dei mari. 'Ormai conosco tutti i miei nemici diretti e so molto bene da chi devo guardarmi: l'anno scorso uno dei più famosi razziatori sottomarini è morto proprio a Capo Graziano, davanti a Filicudi. Era tedesco; in Germania esiste un mercato fiorentissimo di oggetti di scavo, spesso di pròvenienza italiana. Proprio li, conservato nel caveau di una banca, sono riuscito a ritrovare il bellissimo elmo corinzio trafugato dal relitto della nave etnisca che ho riportato a galla, davanti all'isola del Giglio'. Quest'archeologo nato 35 anni fa alle Falkland è ormai nel suo campo un divo, con tante storie da raccontare. Sono opera sua i ritrovamenti del relitto romano a Aixen-Provence, quello del Mary-Rose in Inghilterra e quello della nave etnisca nella baia del Campese (per la quale ha ricevuto persino, ad Alghero, l'Oscar di «Mondo Sommerso»). Ma tutto ciò non sembra aver intaccato la sua sana scorza sportiva: lui e Joanna Yellowlees, da nove anni sua compagna di vita e di immersioni, sono divenuti ormai, a Panarea, una sorta di istituzione. E sono molti i proprietari di ville disposti a mettergliele a disposizione per un mese o due: loro, da buoni inglesi parsimoniosi, attenti a non gravare troppo sulle spese, accettano di buon grado l'ospitalità, ricambiandola con lavori manuali, come curare il giardino o imbiancare le pareti. . Donata Gian eri Due coppe greche trovate nella nave affondata a Panarea

Persone citate: Alessandro Tilche, Campese, Dattilo, Giuseppe Vozza, Joanna Yellowlees, Madeleine Cavalier, Mares, Raya

Luoghi citati: Alghero, Australia, Cina, Falkland, Germania, Inghilterra, Italia, Lipari