La processione dei videozombi di Emio Donaggio

La processione dei videozombi L'horror incombe nella Tv La processione dei videozombi Ma quanto sono tristi i conduttori! 'Stasera è un pomeriggio estremamente freddo» ha comunicato lapidario Giorgio Martino in telecronaca, da un tristo campo di calcio in Belgrado. Stregone naif, cieco e senza tregua, ha così involontariamente definito certe nostre serate televisive. Di quando, a tarda ora, ci ritroviamo relegati e con la pelle d'oca in qualche programma che un tempo sarebbe stato squisitamente pomeridiano. Robaccia come quella di Jocelyn, che va benissimo nell'attesa che faccia buio e alla tv comincino ad intrattenervi davvero, invece è già buio da un bel po' ed è allora che inizia il gioco. Sempre uguale. 'Uno sfogliar di pagine gialle» azzanna felicemente il Buzzolan. Proprio come uno sfogliar di pagine gialle della comicità è lo Zerbinati che fa il sosia di Craxi (certo non potrebbe farlo di Fanfani, ma se ne può trovare un altro), e Lionello che scimmiotta Andreotti, e Montesano che lotta con i riflessivi...cisivi... E aspettiamo che l'orrore ci travolga: con un Celentano che imita Celentano, ma non ci riesce più. Brividi. Di quelli veri. Ormai fanno a gara a procurarceli tutti. Già dal telegiornale: con Frajese. Macchietta del cimiteria le più scontato, si potrebbe obiettare, ma come non sottolineare la sua solenne perseveranza, quasi una tradizione co me i crisantemi e la processione degli incappuc ciati del venerdì santo di Siviglia. Compare, lo sguardo tra le dita delle mani che istintivamente hai sollevato per coprirti gli occhi, soffocare un gri do e già dall'angolazione delle sopracciglia puoi intuire quali disgrazie ci so no in giro. I nostri gelidi pomeriggi serali sono ormai infla zionati da maestri del l'horror televisivo. Che hanno alfieri sempre nuovi, anche illustri, perché contrastare viviseziona tori abituali della cronaca come Zucconi o Bocca, è compito arduo. In questo spettacolo della paro la più che dell'immagine che ormai sta soffocando gli altri show, Il primo è cinico chirurgo che all'occorrenza direbbe anche al cav. Berlusconi: 'Indietro ragazzino, lasciami lavorare!» (si fa per dire naturalmente...); l'altro si sdraia all'indi etro balenando la pupilla torva per chi sa leggere tra le righe: 'Ormai, al punto in cui siamo, non c'è più nulla da fare». Siccome i pazienti siamo noi, è il coma. E arriva Zavoli. Cronaca d'elite di grande sensazione, ma con la malinconia e la noia che si aggiungono al terrore. Per dirla con un altro cronista sportivo (anonimo di 'Tutto il calcio minuto per minuto», prima puntata) sembra che: «Le solite lungaggini vadano per le lunghe», sólo che qui se ti sorprendono addormentato, è come se stessi russando al Rosario cantilenato dal piccolo teatro alla veglia funebre per la zia del direttore generale. Zavoli era triste anche quando cronacava il Giro d'Italia e, facendo carriera, si è fatto compostamente funebre, quasi un Lazzaro alla Zeffirelli, quindi funereo tipo postLazzaro-zombie di Cimino, ed ora sostanzialmente duole senza soste. Con un semplice scialle sul capo, sarebbe donna afflitta sul calvario, ma con una barba bianca finta sareb be certo pope vilipeso da Ivan il terribile. L'occhio è sempre velato da lacri me amorose, il labbro tre ma nell'affanno perpe tuo, come se appena fuori dalla portata delle telecamere, appunto oltre le nostre spalle, ci fosse in agguato qualcosa di mo struoso. Un maestro dell'orrore, H. P. Lovecraft, in una lettera ad un'amica scruta nel 1927 diceva tra l'altro: 'Tutte le cose ordinarie, disadorne, sono state pensate, dette, ripetute già migliaia di volte. Il mondo scialbo e volgare dei sentimenti e degli eventi è già slato tanto "descritto" che non rima ne più nulla di vivo da aggiungere». Se siamo videozom bies, ce lo dicano e che sia finita. Emio Donaggio

Luoghi citati: Belgrado, Italia, Siviglia