La libanese cercava Anghessa per liberare due ostaggi Usa

La libanese cercava Anghessa per liberare due ostaggi Usa Aline Rizkallah bloccata a Linate con le foto dei professori americani prigionieri a Beirut La libanese cercava Anghessa per liberare due ostaggi Usa Ma sulla vicenda sono ancora molti gli interrogativi - Il ruolo del faccendiere coinvolto nella vicenda del «Boustaity» MILANO — Là domanda centrale rimane una: a chi Aline doveva consegnare le fotografie degli ostaggi e i documenti? A quattro giorni dall'arresto, a lanate, della cittadina libanese Aline ibrahim Rizkallah, di 36 anni, l'unico dato certo è che continuano ad aumentare i punti' interrogativi. La vicenda potrebbe avere risvolti sulla sorte del professor Alan Steen e del suoi due colleghi (uno è stato liberato di recente) —tutti cittadini Usa e docenti all'università americana di Beirut ovest — sequestrati dalla «Jihad islamica» nel gennaio dell'87. Nel doppiofondo della valigia, beh nascosti, c'erano tre fotografie di questi ostaggi (destinate a provare che essi sono ancora in vita?), una lettera autografa di Steen e un altro messaggio (o più d'uno?) in italiano, scritto in codice. Nella borsetta invece c'erano, insième con altra valuta, dieci banconote false da cento dollari. Ma falsificate cosi grossolanamente, racconta qualcuno che le ha viste, che il più distratto dei doganieri 'se ne sarebbe accorto. Non sembra logico che la stessa organizzazione che affida alla giovane documenti quantomeno delicati la munisca di banconote simili. Dunque, a dargliele è stato o uno sprovveduto che contava di riuscire a smerciarli sul mercato oppure qualcuno che, invece, era sicuro che quei soldi sarebbero stati scoperti e avrebbero portato all'arresto di Aline. E lei perché li ha presi? C'è pure chi si chiede come mai assegnare un incarico tanto delicato a una persona come questa, che non sembra particolarmente scaltra e oltretutto non parla nessun'altra lingua al di fuori dell'arabo; ma tanfo, a volte non si può che utilizzare chi in quel momento si trova disponibile. Altro problema, i 50 grammi di eroina, nascosti addosso: secondo l'ipotesi più accreditata, un «campione», da mostrare. E' stata Aline die: tro sua personale iniziativa a portare la droga a Milano, magari per cercare di «arrotondare» i guadagni della «missione», oppure il traffico di droga è praticato anche da questa formazione di guerri¬ questa formazione di guerri- I glieri, cosi come da altri gruppi, islamici e non? E, come ormai di regola, al traffico di droga si collega quello di armi. Ieri è stato confermato dagli inquirenti che la'giovane doveva incontrarsi con Aldo Anghessa, complessa figura a metà tra l'agente segreto e il mediatore di armi. Se ne parlò ampiamente l'autunno scorso, a proposito di un cargo pieno di armi e scoperto grazie ai documenti contenuti in una valigia «dimenticata» dallo stesso Anghessa nell'albergo di Bari in cui era sceso. Era il Bustany One, libanese: e così ricompare il nome della martoriata repubblica del cedro. Anghessa è stato interrogato per molte ore e rilasciato; nel suoi confronti non è stato ipotizzato nessun reato anche se proseguono gli. accertamenti sul suo ruolo in questa vicenda. Abita in prossimità del confine svizzero, e in Svizzera vive per molta parte del suo tempo. Che stiano succedendo lì, e non a Milano, le cose più interessanti? Non è solamente un dubbio: pare che qualcuno degli inquirenti stia allacciando contatti molto stretti con colleglli elvetici. Il giornalista francese Roger Auque, che nell'87 è stato ger Auque, che nell'87 è stato parecchi mesi prigioniero degù Hezbollah—le milizie ufficiali islamiche — e in questi giorni è venuto nel capoluogo lombardo, ha ricordato che, nelle trattative per liberare uno degli ostaggi francesi, il tramite era stato un trafficante d'armi libanese residente a Parigi. Anghessa potrebbe forse avere ricevuto lo stesso incarico per Steen e gli altri? E' un'ipotesi, ma attendibile fino a un certo punto, anche perché la levatura dì questo personaggio non sembra poi di tale rilievo. Altri interrogativi riguardano poi la figura della stessa Aline, che è nata in Giordania, a Ariha. Il passaporto sembra proprio autentico, però fin dal primo momento non era parsa credibile quell'affermazione di essere cristiano-maronita, visto che trasportava documenti provenienti dalla «Jihad» islamica. Secondo Roger Auque, il luogo di origine e lo stesso cognome Rizkallah farebbe ro pensare a una palestinese. Se davvero fosse così, sì potrebbe pensare .a qualche frangia di palestinesi musulmani, filoiraniani, che da tempo si sono posti al di fuori dell'Olp e agiscono in collegamento con gli Hezbollah Ornella Rota I Ornella Ilota li rm Il faccendiere Aldo Anghessa in una foto di un anno fa

Luoghi citati: Beirut, Giordania, Milano, Parigi, Usa