Sfugge a tutte le riterche il rapitore di Alessandra

Sfugge a tutte le ricerche il rapitore di Alessandra Senza esito la «caccia all'uomo» sull'Appennino modenese Sfugge a tutte le ricerche il rapitore di Alessandra Dopo aver liberato la ragazza di Verona, Roberto Cossa ha fatto perdere le tracce MODENA — Non hanno avuto esito le battute compiute a partire dall'alba di ieri in una vasta zona appenninica tra le province di Modena, Reggio Emilia e Lucca, per rintracciare il latitante Roberto Cossa, che verso le 6.30 di sabato a San Pellegrino in Alpe, località della Garfagnana al confine tra Toscana ed Emilia, aveva liberato la quattordicenne Alessandra Allegrini, figlia di un avvocato dì Verona. La scomparsa della ragazzina era stata denunciata giovedì sera ai carabinieri della città veneta. Alessandra era salita a bordo dell'auto del padre, l'avvocato civilista Maurizio Allegrini, alla cui guida c'era Cossa, che era cliente del legale; da quel momento si erano perse le sue tracce fino a ieri mattina, quando Cossa ha fatto scendere Alessandra dalla vettura, una «Bmw», a circa un chilometro da un bar-ristorante di San Pellegrino, dove la vittima del sequestro è stata raggiunta dai carabinieri della compagnia di Pavullo. Cossa aveva forzato poco dopo un posto di blocco istituito dai militari in comune di Montefiorino, sull'Appennino modenese, e aveva poi abbandonato l'auto, fuggen | abbandonato l'auto, fuggen- do nei boschi. A nulla sono valse fino a ieri sera le ricerche compiute dai carabinieri, alle quali avevano partecipato ' anche unità cinofile ed elicotteri. Oli inquirenti ritengono che l'uomo se ne sia andato dalla zona, forse approfittando della notte, e che sia già lontano dal luogo dove era stato intercettato. Cossa potrebbe aver chiesto aiuto a qualche conoscente, oppure già ieri potrebbe aver ottenuto un passaggio da un automobilista, prima che nella zona si spargesse la notizia delle ricerche. Numerose segnalazioni di cittadini sono giunte ai carabinieri della compagnia di Pavullo, capoluogo del Frignano, ma nessuna ha portato elementi utili alle indagini. Cossa conósce molto bene la zona di Montefiorino, dove in passato era stato anche denunciato dai carabinieri per emissione di assegni a vuoto, e quindi non avrebbe avuto difficoltà—secondo gli inquirenti — ad andarsene indisturbato. Intanto si fa strada l'ipotesi secondo cui Cossa avrebbe rapito la ragazza per convincere il padre a collaborare, ad ottenere assistenza legale in qualche affare finanziario. Ma l'avvocato avrebbe rifiutato decisamente. Dice Emilio Florio, uno zio della giovane: «Affo cognato era motto riottoso dato che da quell'uomo era ancora creditore di una vecchia parcella». E' una eventualità sulla quale gli inquirenti stanno lavorando, anche se il sostituto procuratore Pavone ha parlato di -molti punti oscuri ancora da chiarire». Non si esclude anche l'ipotesi di una vendetta. I punti da chiarire sono parecchi: ad esempio perché Maurizio Allegrini, padre della giovane rapita, aveva prestato la sua auto al Cossa e se l'avvocato fosse a conoscenza che il giovane fosse evaso dal carcere. Roberto Cossa, 41 anni, pregiudicato nato a Beinasco (Torino), si trovava nel carcere trevigiano dove stava scontanto 4 anni per furto e truffa. Ma dopo un permesso nell'agosto '87, non si era più ripresentato in carcere. Alessandra Allegrini abbraccia la madre dopo la liberazion