Strapotere dei partiti di Piero Calamandrei

Strapotere dei partiti Strapotere dei partiti Negli scorsi giorni, nella prima fase di applicazione del voto palese, il Parlamento ha rischiato la paralisi. Quello che è accaduto ha rivelato che il pur necessario passaggio dal voto segreto al voto palese ha posto in crisi quei melodi di attività ai quali il Parlamento si era abituato nel lungo perìodo nel quale ha predominato il voto segreto. Bisogna ammettere che la riforma ha sconvolto il modus vivendi, quale si era formato e consolidalo nel nostro Parlamento con l'esercizio del voto segreto e ne condizionava la funzionalità pur con le sue ombre e i suoi inconvenienti. Non e sorprendente che sia stata posta sul "banco degli accusati anche la partitocrazia, che nei suoi aspetti negativi è rimasta più scoperta di quanto fosse prima dell'abolizione del voto segreto. La partitocrazia, intesa nel significato di appropriazione di poteri sovrani di organi statali da parte dei partiti, ha contrassegnato la stessa origine storica della democrazia post-fascista. In Italia i partiti, usciti dalla clandestinità, precedettero come realtà organizzative lo Stato, i partiti c'erano, forse sommersi, ed entrarono subito sulla scena mentre lo Stato, distrutto dalla disfatta, non c'era più ò non c'era ancora. I partiti si imposero come le prime cellule politiche del nuovo Stato faticosamente ricostruito. Quel segno originario e rimasto. La stessa liturgia costituzionale che si rinnova in ogni crisi di governo è confermativa della priorità dei partiti dei quali il Capo dello Stato riceve e consulta le delegazioni prima di prendere le sue decisioni relative alla formazione del nuovo governo. La Repubblica Italiana è nata storicamente dai partiti e come Repubblica dei partiti. Piero Calamandrei, in un articolo apparso su «Il Ponte» nel gennaio '47, posta in luce la posizione preminente assunta nelle grandi dcSalvatore Valitutti (Continua a pagina 2)

Persone citate: Valitutti

Luoghi citati: Italia, Repubblica Italiana