In Polonia slitta la «pace sociale»

In Polonia slitta la «pace sociale» Il governo sta raggelando gli entusiasmi In Polonia slitta la «pace sociale» Rinviata la «tavola rotonda» in programma oggi coni'opposizione L'autunno polacco sta raggelando gli entusiasmi di quanti davano per imminente la felice conclusione dei negoziati fra governo ed opposizione che dovrebbero finalmente condurre il Paese verso il traguardo della pace sociale. A parole tutti sono d'accordo sulla necessità di inalberare in tempi strettissimi lo striscione d'arrivo della difficile corsa ad ostacoli destinata a ridurre le storiche distanze tra il potere reale e l'altra Polonia stretta attorno al vessillo di Soiidarnosc. Lo vuole il neogovemo monocolore del primo ministro Mieczyslaw Rakowski, affollato di tecnici •competenti e coraggiosi» ma tuttora sbarrato all'inclusione di rappresentanti vicini agli ex sindacati iTidipendenti, e lo pretende Leeh Walesa tornato sulla cresta dell'onda grazie all'influenza determinante esercitata nel riportare sotto controllo le agitazioni operaie dei mesi scorsi. Se dunque gli intendimenti per conseguire l'atteso •patto anticrisi» sono unanimi, la realtà continua a cozzare contro ostacoli quotidiani senza che nessuno dei contendenti dia prova di volerli superare di slancio, con un deciso taglio alle remore del passato. Ultimo esempio quella -tavola rotonda' che impegnerà l'esecutivo nel dialogo faccia a faccia con l'equipe dei negoziatori walesiani. L'incontro era infatti previsto per oggi, adesso slitta forse a metà settimana, però ufficialmente nulla è stalo ancora deciso. Né la data d'inizio dei lavori, né la composizione della delegazione da affiancare al Premio Nobel (pare che il ministro degli Interni Czeslaw Kiszczak abbia opposto il veto alla presenza dei cosiddetti duri come Jacek Kuron e Adam Michnik), né tantomeno le modalità di sottodivisione in comitati di studio cui spetterebbe il compilo di spezzettare i molteplici problemi in altrettante stanze di compensazione dove sarebbe più facile trovare accordi. Su lutto pesa il netto rifiuto da parte delle autorità varsaviane di scendere a patti con un'opposizione che "non sia costruttiva». Ossia luce verde alla discus- sione a viso aperto sulle riforme economiche, sui mezzi per arginare l'immenso debito estero, ormai a quota 39 miliardi di dollari, in modo da incanalare il mercato interno nei binari della normalità produttiva e della disponibilità dei beni di largo consumo, tuttavia niet totale, intransigente all'ipotesi di legalizzare il sindacato libero. In sostanza l'antico dilemma polacco torna a riproporsi nel segno costante dell'assurdità, il presidente-generale Jaruzelski riconosce a Walesa la patente di interlocutore, cosa che finora si era ostinato a negare, tuttavia gli rifiuta l'imprimatur della pari dignità. Un plenipotenziario insomma a mezzo servizio, ammesso al cospetto dei potenti tuttavia relegato al rango di ospite che non si può fare a meno di invitare. D'altronde l'opposizione aveva ripagato con uguale moneta le avances di Rakowski quando, in due frenetiche settimane di consultazioni, si era dichiarato disposto ad offrire posti di responsabilità governativa ad esponenti esterni al partilo operaio unificato di regime. ■La porla resta aperta', ha detto il premier ma quattro sedie sono rimaste vuote. Hanno rifiutalo l'incarico Wilold Trzeciakowski, direttore del Fondo agricolo privato che doveva diventare vice primo ministro; Ale- ksandr Paszynski, economista liberal, ex collega di Rakowski nel settimanale "Polilyka» destinalo all'Edilizia; Andrzej Micewski, consigliere laico del cardinale Glemp candidato alla poltrona di ministro senza portafoglio per i rapporti con i gruppi politici, ed il politologo Julian Auleytner, già membro del Consiglio di Stato al quale sarebbe toccato il ministero del Lavoro. E tutti con la stessa motivazione: "Avremmo rappresentalo soltanto noi stessi, ci manca un mandato preciso». Pertanto del governo, approvato in Parlamento con 363 si ed un solo no. sono entrati 16 comunisti, due a testa per il partilo contadino e quello democratico, ambedue affiliati al poup, e due privi di tessera ideologica. Basterà tale compagine, benché esaltala dalla nomina di Mieczyslaw Wilczek, il ricco imprenditore privato che guiderà il dicastero dell'Industria, a rispondere alle esigenze della popolazione, stanca esfiduciala per i sacrifici ohe-certamente le verranno imposti?'La prova di forza è pertanto rimandata in attesa della promessa apertura, anche se graduale, verso l'alternativa della liberalizzazione politica. Sarebbe il regalo migliore per celebrare il decennale del pontificato di Karol Wojtyla Piero de Garzarolli Il primo ministro polacco Mieczyslaw Rakowski

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