Se la Palestina diventerà Stato

Se la Palestina diventerà Stato A colloquio con il professor Natalino Ronzini, ordinario di diritto internazionale Se la Palestina diventerà Stato «L'indipendenza palestinese testimonierebbe la volontà di convivere con Israele facendosi rappresentare da governanti propri» - «Occorre comunque un'effettiva base territoriale» PISA — Cos'è un governo in esilio? Quale differenza tra questo e un governo provvisorio? Cosa significa una dichiarazione di Stato indipendente formulata dal movimento di liberazione di un territorio occupato? E che conseguenze ha? Quesiti particolarmente attuali oggi, nell'imminenza delle decisioni che il Consiglio Nazionale Palestinese dovrà prendere sull'assetto anche giuridico di Gaza e Cisgiordania. A queste domande risponde il professor Natalino Ronzitti, ordinario di diritto internazionale all'Università di Pisa e docente presso la Scuola Superiore di Pubblica Amministrazione di Roma, nonché autore di saggi specificamente dedicati a definire fisionomia ed azione dei movimenti di liberazione nazionale. "Affinché ci sia uno Stato», spiega, "il presupposto è l'esistenza di un governo che svolga effettiva autorità su un popolo e su un territorio ben determinato. Direi che soprattutto quest'ultimo elemento è indispensabile. La Palestina era sotto mandato britannico fino al maggio del '48, quando — nonostante il piano di spartizione stabilito dalle Nazioni Unite — si costituì lo Stato d'Israele ma non quello palestinese; contemporaneamente ci fu la guerra arabo-israeliana con la conseguenza che,Gaza e Cisgiordania finirono rispettivamente sotto Vamministrazione egiziana e giordana; infine, nel '67, con la guerra dei Sei Giorni, i territori furono occupati da Israele'. Alla luce di questa disani¬ ma quali conseguenze avrebbe dunque l'eventuale dichiarazione di uno Stato palestinese indipendente? •Sarebbero di tipo politico più che giurìdico. Teslimonierebbero da un lato la volontà di convivere con Israele, evidentemente accettandone la realtà, e dall'altro ribadirebbero l'intento di farsi rappresentare da governanti propri, palestinesi, e da nessun altro Stato della regione. Dal punto di vista strettamente giuridico però, il problema-base rimane quello dell'esistenza di un'organizzazione con effettiva base territoriale. Diversamente, si può parlare soltanto di movimento di liberazione». Per quanto riguarda le definizioni di governo provvisorio e di governo in esilio? •Il governo in esilio si ha quando il territorio di uno Stato viene completamente occupato da un altro Stato. Accadde anche durante la seconda guerra mondiale, quando i governi di parecchi Paesi — per esempio quello della Polonia, che fu ospitato a Londra — furono costretti all'estero'. Si può ricordare anche il caso di de Gaulle •No, era diverso, perché il governò francese aveva stipulato un armistizio con le potenze dell'Asse. Perciò il governo di de Gaulle da un lato esprimeva una formazione insurrezionale e, dall'altro, aveva una base territoriale in alcune zone coloniali francesi». Un governo provvisorio invece? •Potrebbe essere l'espressione di un movimento insurrezionale il quale, pur aven do basi territoriali, agisce in una situazione che non si è ancora del tutto consolidata. E' una formazione che governa in attesa che il periodo critico prenda fine e si possano magari indire elezioni'. La differenza tra movimento insurrezionale e movimento di liberazione nazionale? «Beco, il primo può avvenire per qualsiasi motivo; uno dei più frequenti è che una parte della popolazione si ribelli all'autorità centrale e intenda erigersi in Stato indipendente (com'è avvenuto, per esempio, nel Bangladesh). Il secondo invece è l'ente di governo di un popolo che, sottoposto all'autorità di un altro, lotta per raggiungere l'autodeterminazione'. E' il caso dell'Olp. •Infatti. Si può richiamare anche lo Swapo in Namibia, o il Frelimo del Mozambico. Ospitato in Tanzania, questo controllava il territorio nazionale praticamente soltanto sotto il profilo politico, pur essendo il legittimo rappresentante dì quel popolo'. Qualcosa di slmile accadde con il Pronte di Liberazione Algerino. •In parte sì, ma bisogna tenere presente che a quei tempi si era praticamente agli inizi del processo di decolonizzazione». n diritto intemazionale di oggi come considera i movimenti di liberazione nazionale? •Fino alla fine degli Anni 50 esisteva come figura giuridica solamente il fenomeno insurrezionale. Oggi invece questi movimenti sono riconosciuti: Ornella Rota

Persone citate: Natalino Ronzitti, Ornella Rota