Belgrado, oggi il plenum della verità

Belgrado, oggi il plenum della verità Si riunisce il vertice della Lega comunista: ultima occasione per sanare i contrasti che dilaniano la Jugoslavia Belgrado, oggi il plenum della verità BELGRADO — Cresce la tensione in Jugoslavia alla vigilia del 17° plenum del Comitato centrale della Lega comunista, dove saranno affrontati e, si spera, avviati a soluzione i problemi politici, economici e sociali del Paese. Preoccupazione e attese sono state espresse dall'agenzia di stampa ufficiale fanjug: in un lungo servizio dedicato all'avvenimento, hksottolineato il fatto 'demoralizzante» che 43 anni dopo 1' arrivo della pace in Europa in Jugoslavia «si faccia ancora la coda per il pane nero». «Se l'attuale generazione di uomini polìtici jugoslavi — aggiunge la Tanjug — mancherà della forza necessaria, della intelligenza e del coraggio richiesti, saranno essi stessi, e non gli jugoslavi, a perdere la loro veramente ultima possibilità». Ma che cosa si prevede succederà nel plenum che s'inizia oggi? Sarà il presidente della Lega, Stipe Suvar, a pronunciare il discorso di apertura, questa mattina. Un discorso che rispecchierà i punti di vista comuni (e non sono molti) dei membri della presidenza collegiale. Un compito non facile: anche per questo si è riunita ieri la presidenza della Lega, a Belgrado, nel tentativo dì appianare le considerevoli divergenze tra i dirigenti del partito. Per la Slovenia Milan Kucan, presidente della Lega comunista di quella Repubblica, ha ribadito intanto la necessità di democratizzazione della vita politica. 'Bi¬ sogna far cessare la follia dei contrasti — ha detto — e te azioni dei "manipolatori del popolo" per affrontare i gravi problemi economici del momento». Tra i 'manipolatori» ha chiaramente incluso il leader comunista serbo Slobodan Milosevic, che appoggiando le manifestazioni di solidarietà, con serbi e montenegrini del Kosovo ha ridestato sopiti nazionalismi e distolto l'attenzione dai problemi economici. In Serbia emerge essenzialmente la politica del suo leader Milosevic, al quale molti addebitano ambizioni non solo di ridare un ruolo preminente ai serbi (popolazione maggioritaria nella federazione) ma anche di conquistare la guida del Paese, di diventare un nuovo Tito. E per questo avrebbe enfatizzato il problema del Kosovo e incoraggiato le manifestazioni contro i soprusi della maggioranza albanese di quella regione contro le minoranze serba e montenegrìna. Le manifestazioni non sono state tuttavia viste di buon occhio nelle altre Repubbliche. E infatti sì sono svolte praticamente solo in Serbia. Quella tenuta nel Montenegro, a Titograd, ha confermato i timori degli altri dirigenti trasformandosi in una protesta per le gravi condizioni economiche e provocando scontri tra operai e milìzia. La posizione dei dirigenti delle altre Repubbliche rimane un po' fluida, forse in attesa della piega che prenderanno domani i dibattiti. Non sembrano, comunque, favorevoli alla Serbia, n loro appoggio forse si limiterà a favorire richieste serbe per ottenere un maggiore controllo su Kosovo e Vojvodina. In questi ultimi tempi si è parlato molto anche del ruolo che, in tali contese, potreb be essere assunto dalle forze armate jugoslave. Soprattutto dell'appoggio che esse starebbero per garantire a Milosevic. A queste insinuazioni ha replicato ieri un'intervista del generale Simeon Buncic viceministro della Difesa Egli ha definito 'vaneggia menti» le voci di un possìbile intervento dei militari-nelle dispute dei politici. 'L'esercì to jugoslavo — ha affermato — è composto da tutti i popò li della Jugoslavia e ha un ruolo e una responsabilità chiaramente definiti nella Costituzione: la difesa del Paese, inclusa quella dei valori essenziali della rivolu zìone e delle conquiste dello sviluppo del socialismo». Il serbo Slobodan Milosevic

Persone citate: Milan Kucan, Milosevic, Simeon Buncic, Slobodan Milosevic, Stipe Suvar