Top-secret sui decessi provocati dall'Hespan
Top-secret sui decessi provocati dall'Hespan Top-secret sui decessi provocati dall'Hespan Su sei morti al «Lancisi» soltanto quattro le vittime del killer silenzioso: i familiari chiedono verità e giustizia ANCONA — Nell'ospedale «Lancisi», il centro di cardiochirurgia gioiello della sanità marchigiana ed apprezzato in tutta Italia, l'attività operatoria contìnua. Le quattro morti «sospette», peraltro, hanno bisogno di accertamenti pur se il «farmaco killer» (o ritenuto tale) è stato tolto dalla circolazione prima nello stesso ospedale e poi su iniziativa del ministero della Sanità in tutta Italia. Si tratta, come è noto, dell'Hespan, prodotto dalla Donbaxter di Trieste, fjf All'interno del «Lancisi» — il giorno dopo la clamorosa notizia, comunicata nel corso di una conferenza-stampa convocata dalla stessa Unità sanitaria locale — la situazione è (relativamente) tranquilla anche a Livello di pazienti, poiché molti ricoverati erano «all'oscuro di tutto». La magistratura che ha già disposto l'acquisizione di una serie di elementi (dalle cartelle cliniche a reperti istologici, compreso il cuore di alcuni dei pazienti deceduti nel periodo «scriminato») pur avendo ipotizzato il reato di «omicidio colposo» non ha inviato alcuna comunicazione giudiziaria. Al lavoro anche la commissione tecnica istituita dall'Unità sanitaria locale che deve chiarire cosa sia effettivamente accaduto. Ma è difficile pensare, in presenza di questi quattro morti, a una pura anche se tragica coincidenza. Quattro morti, quattro nomi coperti dal totale riserbo degli inquirenti e dall'autorità sanitaria. Si sa. però, che le morti legate all'uso dell'Hespan si sono verificate tra il 12 settembre e l'I 1 ottobre scorsi. Ma in quel periodo ci sono stati sei decessi: il 12 settembre Gualtiero Calvagnini. 66 anni, di Urbino: il 15 settembre Gianfranco Di Battista, 53 anni, di Ancona: il 20 dello stesso mese Angelo Calderone. 47 anni, di Rimini; il 29 settembre Vittorio Busetti, 48 anni, anconetano; il 4 ottobre Sirio Martinelli, 65 anni, di Abecchio (Pesaro) e ni ottobre Alberto Salvatori, 50 anni, di Macerata. Poiché nel corso della conferenza stampa si è parlato di quattro residenti delle Marche la morte del paziente riminese non dovrebbe rientrare nell'inchiesta. L'impiego del farmaco Hespan del resto è avvenuto nei quattro casi risultati mortali dopo l'operazione sempre «perfettamente riuscita», quando i pazienti si trovavano — come ha precisato l'anestesista — nella fase di «rianimazione postcircolatoria». Doveva essere un intervento di routine invece poche ore dopo la tragedia. La notizia, appresa dalla televisione prima e con maggiori particolari dai giornali dopo è rimbalzata con il tamtam dei parenti e degli amici, riapre una ferita ancora sanguinante. I parenti avrebbero preferito non sapere. Il sospetto (per il momento niente più di questo), che la morte, che tutte le lacrime e l'incolmabile dolore sono scaturiti dalla somministrazione di un farmaco trasforma la disperazione in rabbia. E c'è chi pensa già all'avvocato o ad una tutela. Toccherà comunque al sostituto procuratore della Repubblica di Ancona, dottor Monteleone, fare chiarezza, accertare se esiste davvero un collegamento tra l'utilizzazione del prodotto, le sue condizioni al momento dell'uso e i quattro decessi. Giovanni Cerreti
Persone citate: Alberto Salvatori, Angelo Calderone, Gianfranco Di Battista, Giovanni Cerreti, Gualtiero Calvagnini, Monteleone, Sirio Martinelli, Vittorio Busetti
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