Donna padrona all'Olimpiade di Seal

Donna padrona all'Olimpiade di Seal Per la prima volta Giochi al femminile, con femmine vere, niente a che vedere con le bamboline della ginnastica Donna padrona all'Olimpiade di Seal Qualche esempio? Florence Griffith la bomba del sesso, Jackie Joyner una piacevole mistura di grazia e dolcezza, Janet Evans l'esaltazione della ragazza di taglia normale, Louise Ritter la concessione ai sogni di chi ama le bionde in non più verdissima età dal nostro inviato GIANNI RANIERI SEUL — Le bambole compresse, con preghiera di non sconfinare nelle terre delle adulte, sono state bravissime: esimie glnnaste disegnanti nell'aria squisiti geroglifici. Ma è mancata tra queste sacerdotesse dell'acrobazia, la bimba magnetica, la Lolita tascabile che irrompe nelle fantasticherie del televedenti. Dove sono Korbut e Comaneci? Soprassediamo. La ventiquattresima Olimpiade dell'era moderna, non potendo offrire una mini diva delle parallele asimmetriche (non alludiamo ai caramellosi lineamenti: qui si parla di fascino) ha offerto nelle signore Florence Griffith in Joyner e Jackie Joyner in Kersee due notevoli esemplari del sesso debole altamente fortificato in cui concentrare le nostre migliori attenzioni. Non sono stati i Giochi del maschi. Sono usciti dal pronostico atleti illustri, venuti a Seul per meravigliare. Si è arreso Aouita, è stato cacciato dal paradiso terrestre dell'atletica Ben Johnson per aver mangiato il frutto proibito dello steroide anabolizzante. Ma lei, la regina dello sprint e del maquillage spinto, la grande modista della velocita, Florence Griffith, ha lasciato un segno indelebile. Che femmina. Un appuntamento di muscoli sòdi e gonfi come gomene esaltati, e allo stesso tempo ingentiliti, nella fulminante corsa verso 11 trionfo. E quelle spalle, che ad una prima sommarla ana- lisi appaiono esclusivamente adeguate al trasloco di frigoriferi e lavatrici, 1 più pesanti tra gli elettrodomestici, non si sono forse rivelate, osservandole col dovuto e affettuso rispetto, 11 rifugio più propizio ove depositare le nostre stanchezze e i nostri affanni? Quando Florence batteva le avversarie e i record imbellettata che sembrava dovesse partecipare alla notte degli Oscar, la immaginavamo con la cuffia e il body unigamba (esclusi dal guardaroba olimpico per non ripetere se stessa) al centro delle sue funzioni matrimoniali, intenta a risolvere rapidissimamente qualsivoglia problema domestico. E dopo ogni performance-lampo ottenuta in cucina o in altre zone di maggiore poesia, ecco 11 marito Al Joyner che corre (anche lui) ad alzare la bandiera a stelle e strisce, mentre si leva dall'impianto stereofonico l'inno nazionale americano. C'è da invidiarli o esageriamo? Jackie Joyner è una delicata mistura di grazia e di dolcezza. La custode dei segreti dell'eptathlon non possiede la dirompente struttura atletico vampist ica della Griffith; non impressiona: allieta. Non mette in soggezione, incoraggia. Emana allegria. il numero delle donne protagoniste si arricchisce con Janet Evans, pesciolino immerso nella vasca degli squali, la rivincita della ragazza normale sulle iperboliche forme delle ragazze da primato. Avanti, scegliete: tei con la sua taglia che le consente l'uso del prèt-à-porter, lei con 1 suoi ottimistici contagiosi sorrisi, o i due metri del burrascoso Matt Biondi? Anche qui il maschio aureo tentenna. Alla tedesca est Otto, altra eroina acquatica di Seul che potrebbe passare con disinvoltura dalla piscina al ruolo di Brunilde, ci affidia¬ mo per un eventuale salvataggio in mare aperto: ha la forza d'un rimorchiatore. Per chi teme l'umidità e preferisce restare sull'asciutto, c'è la statunitense Louise Ritter, medaglia d'oro dell'alto: elargisce la propria bionda figura a chi ha un de¬ bole per le donne non più in verdissima età. Louise, 30 anni portati aereamente benissimo, si è presa il lusso di superare una sovietica 23enne, Stefka Kostadinova. Queste, e non solo queste, le signore dei primi Giochi dell'era olimpica femminile. E' LA REGINA DEI GIOCHI Seul. Bella e brava la Griffith, potente e versatile la joyner, dolce ed elegante la Silrvas. Ma la regina della Olimpiade è senza dubbio la tedesca dell'Est Kristin Otto: ha vinto tutte le gare a cui ha preso parte (50 e 100 ri, 100 dorso e farfalla, le due staffette) facendo Impallidire il fresco mito del nuotatore statunitense Matt Biondi, fermatosi (si fa per dire) a cinque ori. Kristin ha 22 anni e vive a Lipsia: nessuna donna ha mai vinto quanto tei In una sola edizione del Giochi