Basta la California per l'Urss

Basta la California per l'Urss La Nazionale degli Usa ha travolto i sovietici (3-1 in finale) con atleti di un solo Stato Basta la California per l'Urss DAL NOSTRO INVIATO SEUL — n L*J volley «made BF/pfll I in California» Bn\^flRSi vince ancora: ■ EL\^| I in questa CoSaA 1} I rea delle imitazioni, la squadra di pallavolo statunitense è un originale anche se, in quattro anni, il sestetto è cambiato per metà. I sovietici, che dopo la sconfitta di due anni fa a Parigi nel mondiali hanno rinnovato alquanto l'organico della Nazionale, se ne accorgono a loro spese, illudendosi per un set di poter tornare ad essere loro i numeri uno, eppol quasi travolti dal callbratlssimo sestetto messo in campo da Marvin Dunphy. Gli Usa, rispetto a due anni fa, hanno confermato Kiraly, Timmons, Ctvrtlik e Buck e cambiato la diagonale alzatore-opposto: a Dvorak e Powers che hanno scelto di giocare in Italia è stato detto: 'Grazie per quello che avete fatto, ma se non restate con gli altri ad allenarvi, con la nazionale avete chiuso», e così è stato. Ma Dunphy aveva nel suo serbatoio califoniano (tutti 1 giocatori sono di quella zona) già pronte altre soluzioni: Parile (che vestirà la maglia modenese della Panini nella prossima stagione) e Stork, regista 26enne con meno classe di Dvorak però maggiore inventiva. I sovietici (con in campo Loseev, Sorokolet, Sapega, Antonov, Kouzetsov e Vllde) per un set sono riusciti a mettere in difficoltà fi' vversari, il cui muro funzionava solo a tratti: ma già sul finire della frazione, quando alla squadra di Parchln sono stati necessari nove set-ball per riuscire a chiudere ls>-13 a proprio favore, si è visto che gli Usa erano rientrati in partita. E da quel momento lo svolgimento del match ha avuto un indirizzo differente, sulla strada che portava al successo pieno degli americani. Parchln le ha provate un po' tutte, compreso 11 vecchio Zaitsev (35 anni)- in regia e l'esperto Chourikin: ma c'era pòco da fare, le due squadre in campo avevano caratura differente, soprattutto convinzione differente. I sovietici hanno dato l'impressioni di sfaldarsi nelle difficoltà, perdendo il bandolo della partita, mentre gli statunitensi andavano via via esaltandosi e rendendo sempre più incisivo il loro gioco, come testimoniano i parziali del set che hanno dato loro il successo: 1.5-10, 154,15-8. Adesso sarà interessante vedere che cosa succederà della squadra Usa, con almeno due giocatori che si trasferiranno altrove (senz'altro Parile e molto probabilmente anche Buck): Timmons, invece, all'Italia (aveva già firmato un pre-contratto con la Panini) ha preferito la pace familiare, esaudendo la richiesta della figlia del presidente dei Los Angeles Lackers, che sposerà nelle prossime settimane. Ed anche Kiraly non dovrebbe muoversi. Ma gli altri pare aspettino solo adeguate proposte. Con gli Usa a gioire sono gii argentini, terzi davanti al Brasile. E la loro medaglia — che è la stessa che avevano conquistato gli azzurri quattro anni fa a Los Angeles—ci regala una fettina di gioia, visto che per undici dodicesimi si tratta di giocatori che militano (o hanno militato) nel campionato italiano. g.bar.

Persone citate: Antonov, Dvorak, Kiraly, Marvin Dunphy, Zaitsev