Pakistan, oltre 230 morti

Pakistan, oltre 230 morti Pakistan, oltre 230 morti Continuano i massacri negli incidenti tra sindhi e mohajir a Hyderabad e a Karachi - Il 17 novembre le elezioni aperte a tutti i partiti NEW DELHI — In Pakistan per 11 terzo giorno consecutivo sono continuati ieri ad Hyderabad ed a Karachi, le due principali città della provincia meridionale del Sind, incidenti frutto dell'ostilità tra le due comunità etniche tradizionalmente rivali dei sindhi nazionalisti e dei mohajir (di origine indiana). Ieri il bilancio degli incidenti è salito ad almeno 230 morti e circa 300 feriti. Come nei due giorni passati, gli incidenti più gravi sono avvenuti ad Hyderabad (a maggioranza sindhi) dove sono rimaste uccise altre quattro persone ed altre 25 sono state ferite. A Karachi (che è a maggioranz a mohajir) ieri vi sono stati altri due morti ed un numero imprecisato di feriti. In quest'ultima città sono comparse nuovamente bande di uomini con il volto coperto che, a bordo di automobili, sono andati in giro per le strade sparando contro i passanti. Non è ancora chiaro se costoro siano sindhi o mohajir oppure se siano. come qualcuno suppone, gruppi di provocatori che potrebbero spianare la strada ad un ritorno alla legge marziale. Tutti gli incidenti di oggi sono avvenuti soprattutto durante le brevi sospensioni del coprifuoco imposto su entrambe le città Nel prossimo novembre sono previste nel Pakistan le nuove elezioni generali già fissate dal presidente generale Mohammad Zia Ulhaq morto il 17 agosto scorso in un incidente aereo ritenuto il risultato di un sabotaggio. Si svolgeranno però con modalità diverse da quelle volute da Zia. La corte suprema pakistana ha respinto infatti ieri come incostituzionale un decreto del defunto presidente stabilendo che le elezioni del 16 novembre prossimo siano aperte a tutti i partiti politici. 112 giudici della corte hanno così accolto un ricorso presentato dalla leader dell'opposizione Benazir Bhutto, la quale, commentando la decisione, ha detto: «fi Pakistan ha ora una possibilità reale di avanzare verso l'unità nazionale. Sarà formato un governo rappresentativo che opererà per la pace e la stabilità del paese». La corte suprema ha inoltre iniziato a esaminare l'eccezione di incostituzionalità presentata da una giuria federale contro la decisione presa da Zia a maggio di dimissionare il governo di Mohammad Khan Junejo e sciogliere l'assemblea nazionale.

Persone citate: Benazir Bhutto, Mohammad Khan, Mohammad Zia

Luoghi citati: Hyderabad, Karachi, Pakistan