Genova, «autunno caldo»

Genova, «autunno caldo» I sindacati denunciano una «situazione confusa» e i lavoratori protestano con «occupazioni» Genova, «autunno caldo» Il riassetto della Finsider significa la perdita di oltre 2 mila posti di lavoro nel comparto siderurgico e la chiusura dello stabilimento Italsider di Campi • Sono in crisi anche Ansaldo, Italimpianti, Elsag GENOVA—L'autunno per i lavoratori genovesi colpiti dai tagli occupazionali del piano Finsider e della chiusura dello stabilimento Italsider di Campi è iniziato in un clima rovente,, prima con l'occupazione dei binari ferroviari delle stazioni di Principe e di Sampierdarena, poi dello studio del Sindaco di Genova Campart, a Palazzo Tursi. Per 115 ottobre è stato perciò deciso uno sciopero del metalmeccanici mentre il 14 ottobre tutta la città, in segno di solidarietà, si fermerà per uno sciopero generale. Per Genova infatti 11 riassetto deciso dalla Finsider stilato nel documento del giugno scorso significa la perdita secca nel solo comparto siderurgico di 2163 posti di lavoro di cui settecento riguardano l'intero stabilimento di Campi che chiuderà definitivamente il prossimo 31 dicembre. ■ Dice Mario Laveto, segretario provinciale della Firn (metalmeccanici Cisl): «A Roma durante l'incontro di mercoledì (28 settembre ndr.) con il presidente dell'Iri, Prodi, i vertici dell'ltalimpianti e dell'Uva, ci hanno offerto solo pochi spiccioli in cambio della chiusura di Campi. Se le proposte per Genova resteranno solo quelle, il sindacato non potrà più accettare la chiusura dello stabilimento. Al contrario dei sindacati e dei lavoratori di Bagnoli e di Terni che si sono subito oppost: al piano e ai tagli Finsider, noi abbia mo accettalo la logica di "decommission" di Campi a patto però che Viri desse risposte chiare e intervenisse per la reindustrializzazione con la creazione di nuovi posti di lavoro in grado di compensare gli oltre duemila esuberi dichiarati nel settore side rurgico. Purtroppo — commenta il sindacalista della Firn — da parte del Governo non c'è attenzione per le vicende genovesi. Siamo un 'angolo morto" delle grandi vicende: Ma non c'è solo la chiusura dello stabilimento di Campi a turbare 1 sonni dei sindacati e dei lavoratori genovesi. Preoccupano anche altre situazioni contrassegnate dall'incertezza. Ansaldo. Anche là più grossa industria della Regione, l'Ansaldo (otto mila dipendenti a Genova, di cui mille da oltre cinque anni a zèro ore), a cui fanno capo cinque società. Trasporti, Sistemi industriali, Componenti, Aerimpianti, Termosud, sta perdendo commesse sia a causa dello stop al nucleare che delle nuove scelte dell'Enel 'L'Enel — dicono infatti alla Fiom — si appresta a com¬ missionare la riconversione della centrale di Montalto di Castro, prima di esclusiva Ansaldo, applicando il mec- ' canismo delle "quote storiche" a favore delle società private, ad esempio la Tosi. Pesano inoltre sul futuro dell'Ansaldo i veti politici romani sul polo ferroviario e sull'accordo con Asea Brown Baveri». Se infatti per l'Ansaldo salterà anche questa commessa con l'Enel, il cui valore si aggira sui duemila miliardi di lire, il blocco operativo per il settore «Componenti» sarà pressoché totale in attesa del varo del nuovo piano energetico. Italimpianti. A tappeto del caldo autunno genovese c'è anche la sorte dell'Italim- pianti, passata sei mesi fa dalla gestione Finsider all'in per. disegno del presidente dell'istituto, Romano Prodi, che vorrebbe valorizzare, attraverso la società genovese, il ruolo impiantistico pubblico. L'Ir! ha anche formalmente incaricato lltalimpiantl di redigere i progetti per la reindustrializzazione delle aree colpite dalla ristrutturazione siderurgica, senza però dotarla, perii momento, di strumenti operativi adeguati. , Elsag. Anche la società di Sestri Ponente. Elettronica San Giorgio, del gruppo IriStet, sta subendo la flessione nel «bellico convenzionale», mentre stenta a decollare il polo elettronico promesso da Prodi nel 1983 a fronte dei ta¬ gli decisi anche allora nella siderurgia e nella cantieristica ligure. Uva. L'ex finanziaria siderurgica pubblica Finsider, oggi Uva, dovrebbe trasferire la sua sede da Roma a Genova e cominciare ad operare per la' reindustrializzazlone della città. ■in mancanza però di fatti concreti», le segreterie regionali e provinciali di Genova e Liguria, Firn, Fiom, Uilm, «a causa di questa situazione molto complessa e confusa in cui è anche difficile capire i centri decisionali delle sorti industriali* hanno chiesto al presidente della Finmeccanica, Fabiani, e al direttore generale dell'Uva, Gambardella, un incontro in sede locale. Paola Mattarana A Genova sciopero generale il 14 ottobre contro la crisi

Persone citate: Ansaldo, Asea Brown, Campart, Fabiani, Gambardella, Mario Laveto, Prodi