Il buon senso di Venditti di Stefania Miretti

Il buon senso di Venditti INTERVISTA / E' un caso politico il suo lp «In questo mondo di ladri» Il buon senso di Venditti «Oggi si vive per vincere, ma credo che ci sia anche un profondo bisogno di spiritualità» Torna a pesare, a far discutere, la parola scritta, anche quando ha la sua motivazione, o una finalità, nel suono? Torna a fare opinione la canzone d'autore, dopo anni di assoluta prevalenza della musica? Ancor prima d'essere messo in vendita era già un «caso», un caso politico, il nuovo disco di Antonello Venditti, «In quésto mondo di ladri». E' piaciuto a Comunione e Liberazione, non è piaciuto alla Fgci. Accusato di trasformismo politico, Venditti — già etichettato come comunista, poi come simpatizzante craxiano, ora come megafono della nuova alienza Cl-psl — ha risposto incontrandosi a Firenze don Achille tacchetto: «Gli ho spiegato quanto io mi senta, ancora oggi, vicino alpartito: soprattutto ora che tante cose sì stanno rinnovando'. Non sarà un poco sospetta questa improvvisa attenzione, da parte dei politici, nei confronti della musica leggera e del rock?. «IVO, sospetto non direi — replica Venditti —. Credo che i partiti cerchino di intravedere anche nelle canzoni i germi di una cultura nuova, in un momento in cui la proposta politica è generalmente limitata'. Ma se il cantautore liquida le polemiche che hanno ac compagnato l'uscita del suo disco definendole: «Un gran polverone: io non sono un operatore culturale, per me le canzoni, anche quelle che scrivo, sono soprattutto un fatto misterioso', non rinuncia a chiarire le ragioni, politiche, che l'hanno spinto a scrivere «In questo mondo di ladri»: «to sogno da sempre che il mondo laico e quello cattolico possano essere messi in comunicazione, e credo che questo sia il momento giusto per dirlo: soprattutto tra i giovani, stanno tornando a galla dei ..valori."prepolitici''». ♦Ci si rifanno molte domande che erano state an- nullate dalle certezze. Ci si torna a chiedere, per esempio, chi siamo e dove andiamo, si parla di felicità e infelicità, di questioni morali'. I ragazzi di Comunione e Liberazione hanno scelto come inno una sua canzone, «Stella»... *E io ne sono lusingato. "Stella" è una preghiera laica, contiene un'idea di giustizia. Quando scrivo una canzone, lo faccio sempre a titolo personale, ma poi le canzoni sbattono contro la realtà, può capitare che soddisfino un certo tipo di bisogni della gente: Fino a diventare, le sue, in qualche caso, un inno... «Quando si parla di valori, è naturale che sia così'. Lei ha parlato di bisogni, di cultura nuova, di valori. Quali sono, oggi, i valori di cui si sente la necessità? «Oggi si vive per vincere, il caso di Ben Johnson è emblematico. La nostra sta diventando una società sponsorizzata, teatro per le lotte di pochi gruppi di potere. Anche per la musica è così: il concerto di Torino per Amnesty International, non dimentichiamolo, aveva uno sponsor». 'Troppo spesso ci dimentichiamo di domandare: da dove arriva questo denaro? Ecco, in reazione a tutto questo, c'è chi torna a chiedersi quale sia il senso della vita. Credo che ci sia un profondo bisogno di spiritualità». Lei è un cattolico? «Mi sto riscoprendo credente, o meglio: quando penso allo Stato lo faccio in maniera laica, ma poi mi rendo conto che le mie scelte personali sono spesso moralmente influenzate dalla cultura cattolica. Credo che la sinistra laica e i cattolici siano forze moralmente simili, che su alcuni problemi, come l'ecologia, il nucleare, il razzismo, sì possa elaborare una proposta comune, un'idea di società». Scusi Venditti, ma tutto questo l'aveva già detto Berlinguer... «Si, to mia è un'idea berlingueriana. Ma è soprattut¬ to una questione di buon senso». Lei è sempre estremamente polemico nei confronti delle iniziative a carattere benefico, perché? «Non capisco perché un concerto come quello di Amnesty debba essere associato al nome di uno sponsor, non capisco perché debba essere Dash, con Celentano, a costruire le case per gli africani; penso che il bisogno di verità sia più forte del bisogno di soldi. Io ho adottato un bambino palestinese: lui è rimasto a casa sua, gli pago gli studi e posso andare a vedere come vive, esercitare un controllo su di lui, esigere che i suoi diritti civili siano rispettati. Perché ci deve essere, io credo, un controllo politico sull'amore». «In questo mondo di ladri», intanto, va a ruba, e sabato sera verrà presentato al Palasport di Torino: «La fortuna — dice Venditti — è che nel mio disco non ci sono soltanto parole, c'è dell'energia musicale». Stefania Miretti Venditti: «Sogno da sempre che il mondo cattolico e quello laico possano comunicare»

Persone citate: Antonello Venditti, Ben Johnson, Berlinguer, Celentano, Dash, Venditti

Luoghi citati: Firenze, Torino