Una partita con tre incognite
Una partita con tre incognite Il voto della popolazione araba, i giovani, la maggioranza di ebrei non europei Una partita con tre incognite L'Olp ha invitato i palestinesi (il dieci per cento degli elettori) a non astenersi - Sulle nuove generazioni pesa l'esperienza dell'intifada - Lo scarto tra le due formazioni sarebbe inferiore al 5 per cento Queste elezioni sembrano assegnare agli arabi un potere dì interdizione o di veto. L'elettorato arabo rappresenta oltre un decimo dei votanti. Ha una forte tradizione astensionista ma in queste consultazioni potrebbe accogliere l'invito dell'Olp a non disertare le urne. E' scontato che preferenze degli arabi -andranno tutte al campo avverso a quello nazionalista: sicché questo elettorato potrebbe risultare determinanti per impedire un governo di destra guidato dal Likud. Tuttavia anche 11 Labour sarà probabilmente punito dal voto arabo, e finirà per perdere almeno 2 seggi a vantaggio della sinistra sionista 'd'opposizione e dell'estrema sinistra. Un altro decimo dell'elettorato è composto da giovani al primo voto, 250 mila elettori. Questa massa d'urto potrebbe decidere le elezioni. Da questo punto di vista c'è da considerare che i sondaggi d'opinione svolti negli ultimi dodici mesi lasciano pensare che il voto giovanile in maggioranza sìa orientato a destra, oppure scelga la sinistra d'opposizione. Voterà per la prima volta la generazione che è nata dopo il '67, che ha sempre dato per acquisiti ad Israele la West Bank e Gaza, che non ha mai rintracciato, spesso neppure sulle carte geografiche, la virtuale Linea Verde. E' questa generazione che è stata mandata in campo, in questi ultimi dieci mesi, contro la rivolta araba: un'esperienza che potrebbe avere un'influenza determinante nella scelta elettorale, radlcalizzandone le posizioni a svantaggio soprattutto del Labour. Allo svecchiamento dell'elettorato concorre anche U fatto che rispetto alle consultazioni dell'84 un 4-5% dei votanti nel frattempo è deceduta: e in genere, fa notare la sociologa Rachel Ylsraell, le fasce più anziane sono anche le più legate alla tradizione del sionismo laborista. Nelle elezioni dell'84 il 62% dei giovani avevano votato per la destra (46% per il Likud, 27% per il Labour e i partiti limitrofi). Per la prima volta quest'anno 11 numero degli israeliani sefarditi (cioè di famiglia proveniente in origine dalla Spagna) sarà superiore al numero degli ebrei ashkenaziti (ovvero originari dell'Europa centro-orientale o dei Paesi anglosassoni). Secondo alcuni istituti di ricerca i sefarditi sono più orientati verso la destra: rappresenterebbero due terzi dell'elettorato del Likud e solo il 40% dell'elettorato laborista. In realtà analisi più attendibili portano a concludere che lo scarto tra 1 due par¬ titi è molto più ridotto (intorno al 5% a favore del Likud). Tuttavia secondo alcuni pronostici lo scarto in queste elezioni crescerà. Un luogo comune vuole che 1 sefarditi, in gran parte disseminati nei secoli della diaspora in Africa e in Asia, abbiano poca dimestichezza con la cultura politica della democrazia e siano pregiudizialmente ostili agli arabi In realtà nella leadership della destra e dell'estrema destra i sefarditi sono minoranza. E'vero invece che la piccola borghesia e il proletariato urbano, in maggioranza sefarditi, sono orientati a destra; mentre le professioni intellettuali votano Labour (definito ironicamente 11 partito delle anime belle). La differenza tra il voto di sefarditi e ashkenaziti finora non è stato determinante neppure nelle elezioni del '77, le prime nelle quali il Labour fu sorpassato dal Likud. Infatti quelle consultazioni furono perse dal Labour (passato da 51 a 32 seggi) piuttosto che vinte dal Likud, che guadagnò solo 4 scranni nella Knesset. g r
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