E l'elettricista fa il necroforo di Giampiero Paviolo

E l'elettricista fu il necroforo Il Comune di Collegno «precetta» i magazzinieri per scavare le fosse E l'elettricista fu il necroforo TORINO — I disoccupati sono oltre tremila. Ma per garantire l'apertura del cimitero, il Comune è costretto a precettare elettricisti e giardinieri, meccanici e magazzinieri in servizio a Palazzo Civico. Sono loro a scavare le fosse, esumare i cadaveri, interrare le bare. Quest'altra storia di ordinaria burocrazia nasce a Collegno, un grosso centro della cintura torinese. Ma il contagio rischia di estendersi: in altre città gli amministratori denunciano tutto il loro disagio al momento di sostituire i dipendenti in alcuni servizi. C'è già chi ha preso carta e penna, scritto agli Uffici provinciali del lavoro, sollecitato chiarimenti: «In caso contrario si va verso la paralisi di interi settori» commenta l'assessore al personale di Torino, Giovanni Bruno. Di chi è la colpa? Gli amministratori non hanno dubbi: «71 mercato del lavoro è regolato da una normativa gene¬ rica, che non prende in esame casi particolari come quello dei necrofori». Si riferiscono alla legge 56 del febbraio 1987, che prevede la chiamata diretta all'Ufficio di collocamento per i posti fino al quarto livello retributivo (950 mila lire dì stipendio). Una legge non priva di effetti positivi: ha decretato, ad esempio, la fine dei maxiconcorsi, sveltendo le procedure di assunzione. Ma le liste del collocamento sono lunghe, e le chiamate si iniziano da chi ha il punteggio più alto. Così, per quei due posti al cimitero di Collegno, le prime interpellate sono state donne sui 25 anni, che hanno risposto un cortese: 'No, grazie>. Poi è statp la volta di altre due, e così vìa. In un caso si è giunti perfino alla prova attitudinale (consiste nello scavare una fossa), con risultati che esaminandi ed esaminatori hanno giudicato insufficienti. Tra una chiamata e l'altra è passato il tempo, senza che si arrivasse a una soluzione. E così, sei mesi fa, il sindaco Luciano Manzi e stato costretto a firmare un ordine di servizio per i dipendenti del magazzino, avvertendoli che, a turno, avrebbero dovuto aiutare i necrofori «professionisti». Non tutti, però: soltanto metà dei 28 operai sono in grado di sobbarcarsi mansioni tanto faticose. Proteste? Racconta Claudio Marchesan, elettricista e in questi giorni necroforo aggiunto: 'Non abbiamo certo fatto i salti di gioia. Ma davanti a un ordine di servizio cosa potevamo obiettare? Comunque, non è soltanto colpa della legge: i problemi di personale sono vecchi. Ed è vecchia anche la richiesta di una pala meccanica: qui siamo ancora costretti a scavare le fosse a forza di braccia. E i funerali arrivano a tutte le ore, fino a tre-quattro per giorno'. La pianta organica prevede sette necrofori. Ma soltanto tre sono attualmente in servizio, ed uno di questi cambierà lavoro tra pochi giorni. Il più anziano è Giorgio Bertaglia, vent'anni di lavoro alle spalle: »Ci hanno mandato dei trimestrali, sono arrivati colleghi da altri settori: ma qui siamo sempre troppo pochi. L'altro giorno abbiamo bloccato un funerale per mezz'ora. La fossa non era ancora pronta». L'assessore alla sanità, Mario Cavallero, ammette tutto il suo disagio: -Siamo obbligati a seguire certe procedure, ben sapendo che molti iscritti al collocamento accetterebbero il posto. Ma il loro turno non arriva mai». Non immaginate soluzioni? •Stiamo studiando la possibilità di appaltare il servizio a privati. E' duro ammetterlo, ma se saremo costretti ricorreremo a questo espediente: non possiamo contare all'infinito sulla pazienza dei nostri dipendentU. Giampiero Paviolo

Persone citate: Claudio Marchesan, Giorgio Bertaglia, Giovanni Bruno, Luciano Manzi, Mario Cavallero

Luoghi citati: Collegno, Torino