Blitz del ministro francese Ritorna la pillola abortiva di Enrico Singer
Blitz del ministro francese Ritorna la pillola abortiva Dopo la decisione della casa farmaceutica di ritirarla dal mercato Blitz del ministro francese Ritorna la pillola abortiva Il governo ha agito «in nome della salute pubblica» - E adesso le polemiche si moltiplicano DAL NOSTRO CORRISPONDENTE PARIGI — La pillola abortiva Ru-486 tornerà in circolazione In Francia. La decisione di ritirarla dal mercato a meno di un mese dalla sua comparsa, che era stata presa mercoledì dalla casa farmaceutica RousselUclaf, è stata giudicata "inammissibile» dal ministro della Sanità, Claude Evin, che ieri ha imposto la ripresa della distribuzione del farmaco nei centri ospedalieri autorizzati «in nome dell'interesse della salute pubblica». E' un provvedimento clamoroso per una vicenda altrettanto clamorosa che aveva già innestato una battaglia fatta di polemiche morali, ma anche di pressioni e di minacce più o meno occulte di boicottaggio. E che, adesso, ne promette un'altra valanga. La posizione di Claude Evin, che è anche portavoce del governo socialista di Michel Rocard, è precisa. La pillola Ru-486, che consente un aborto chimico e che elimina, cosi, la necessità di interventi chirurgici e di anestesia, rappresenta un progresso scientifico importante: è uno strumento meno traumatico per l'interruzione della gravidanza e per questo — dopo sei anni di sperimentazioni — il 23 settembre scorso il ministero della Sanità aveva detto sì alla sua introduzione «nei limiti della legge che, dal 1975, assicura il diritto di abortire». Limiti rigorosi: la distribuzione della pillola, infatti non era stata affidata alle farmacie, ma ai soli reparti ginecologici degli ospedali. Niente vendita libera, insomma. Proprio per evitare quel rischio di 'banalizzare l'aborto» denunciato da alcune organizzazioni cattoliche e dallo stesso presidente della Conferenza episcopale francese, mons. Decourtray. Ma, già il 24 settembre, la polemica era scoppiata violenta. E il principale argomento degli avversari della pillola Ru-486 non era tanto la 'diffusione controllata» del nuovo farmaco in Francia, quanto il 'precedente- che la decisione di Parigi poteva rappresentare in Paesi con normative meno severe. Un'associazione potente come l'americana -Right to life» {'Diritto alla vita»), un gruppo di pressione antiaborto, aveva preso la testa dell'offensiva contro la pillola Ru-486 minacciando il boicottaggio degli altri prodotti della Roussel-Uclaf. Minacce che la casa farmaceutica (azienda controllata dal grande gruppo chimico tedesco Hoescht) aveva preso molto sul serio. Al punto che, mercoledì scorso, il direttorio della società, con quattordici voti contro quattro, aveva deciso di bloccare la distribuzione del farmaco ai centri ospedalieri francesi e di sospendere anche i contatti che aveva avviato per commercializzarlo in altri Paesi, compresa la Cina. "Una decisione adottata in seguito all'emozione suscitata in Francia e all'estero», si era limitato a dire Roussel-Uclaf lasciando, però, filtrare molte voci sulle pressioni ricevute per arrestare la diffusione del farmaco. Ed ecco che le polemiche avevano cambiato disegno. Medici, organizzazioni di difesa dei diritti della donna, avevano denunciato il 'Carattere intollerabile» di quella che era stata subito definita «una crociata bigotta» contro un nuovo sistema abortivo. Si era accesa una specie di guerra a colpi di comunicati e di dichiarazioni che, ieri, il governo francese ha voluto chiudere con l'intervento del ministro Claude Evin. Ma, a giudicare dalle prime reazioni, le polemiche non si sono placate. Tutt'altro. Il presidente della Conferenza episcopale, mons. Decourtray, ha già sollecitato «una riflessione lontana da tutte le passioni» da parte del Comitato nazionale d'etica. "Non si può trasformare in guerra di religione — ha detto — quella che dovrebbe essere una lotta per l'uomo e per la vita. Ma, soprattutto, è un peccato che, sullo sfondo, si agiti una guerra economica». E, secondo Decourtray, la decisione del ministro Evin è anche sorprendente perché "rappresenta la vittoria del liberalismo selvaggio appoggiato da un potere che dice di non condividerne le tesi». Enrico Singer
Persone citate: Claude Evin, Decourtray, Evin, Michel Rocard
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