No a ex tossicodipendenti vicino ai bimbi

No a ex tossicodipendenti vicino ai bimbi Protestano i genitori degli allievi che frequentano l'istituto Prinotti No a ex tossicodipendenti vicino ai bimbi Il secondo piano dell'edifìcio, sopra ia scuola materna ed elementare, è stato affittato per un anno al Centro torinese di solidarietà di don Fini - «Inserimento inopportuno, promiscuità degli ambienti» - Dei 100 ragazzi, 30 sono audioIesi «/ nostri figli a stretto contatto con ex tossicodipendenti, dall'equilibrio psicologico instabile e forse anche malati (epatite virale. Aids)? Non possiamo accettarlo». La risposta degli accusati è piena di amarezza: -Siamo avviliti. Il rifiuto si commenta da solo». E' guerra tra 1 genitori di ragazzi audiolesi e no, che frequentano l'Istituto Lorenzo Prinotti. e gli ex tossicodipendenti del Centro torinese di solidarietà di don Paolo Fini A scatenarla è una delibera del commissario dell'istituto (ex Ipab), aw. Bruno Bonazzi, del 14 ottobre. Con il documento, il commissario concede in locazione al Comune di Torino, 11 secondo piano dell'edificio, in corso Francia 73, dove ha appunto sede l'Istituto Prinotti (una scuola materna e una elementare, al primo piano), n Comune — è previsto nella delibera—-metterà i locali a disposizione del Centro Torinese di solidarietà per un anno», n commissario Bonazzi motiva la decisione: -Difficoltà economiche dell'istituto. Urgenza del Comune di trovare una sistemazione al Centro: E assicura che non ci saranno pericoli, visto che scuola e Centro dovranno essere rigidamente separati. La risposta dei genitori dei ragazzi che frequentano l'istituto è stata immediata. Una prima lettera è stata Inviata a una lunga serie di indirizzi (dal sindaco al direttore del laboratorio di Sanità pubblica). Nella lettera si parla di -inserimento inopportuno di una cosi particolare attività, di cui pur riconosciamo i positivi scopi sociali, ma che a nostro avviso può essere fonte di pericolo per i nostri bambini». E viene lasciata agli organi competenti l'analisi dei problemi e la puntualizzazione -delle promiscuità degli ambienti, corridoi comuni e comunicanti, mancanza di custodia notturna dei locali, cortile e aree verdi comuni, problema di cucine e mensa di cui usufruiscono i ragazzi». Il secondo atto della battaglia sono due ricorsi al Coreco contro la delibera, firmati dall'Ente nazionale per la protezione e assistenza dei sordomuti e dai genitori. Nel ricorso si spiega che la decisione del commissario sarebbe illegittima, poiché parte del patrimonio dell'istituto è stata sottratta al perseguimento degli scopi Istituzionali dell'Ente. I firmatari, inoltre, fanno presente i loro timori perché questi bambini audiolesi, quindi già estremamente deboli e fragili per questa menomazione, verrebbero esposti a ima situazione di rischio. Terzo atto, è la minaccia di scendere in piazza. E' stata già avanzata la richiesta di autorizzazione a un corteo per il 3 novembre. Spiegano 1 genitori: -Non siamo razzisti. Riconosciamo l'utilità sociale del recupero dei tossicodipendenti. Ma ci chiediamo se non era possibile trovare un altro posto». Alla loro protesta, si unisce quella del dipendenti dell'Istituto Prinotti, che temono invece un futuro scioglimento dell'ex Ipab. L'Istituto è ora frequentato da un centinaio di ragazzi dai 6 agli 11 anni. Trenta di questi sono audiolesi. Il Prinotti è stato fondato nel 1881, per aiutare i sordomuti. Negli ultimi anni, con l'inserimento del bambini audiolesi nelle scuole normali, gli ospiti dell'Istituto sono diminuiti Si è reso, quindi, libero il plano destinato al convitto (che ora ospita ancora alcune suore e alcune operatrici audiolese, che sono state invitate a trovarsi una sistemazione alternativa). Don Paolo Fini, presidente del Centro torinese di solidarietà (140 tossicodipendenti seguiti), spiega: -Pericoli non ce ne sono. Quello stabile diventerà la sede del momento di recupero dei tossicodipendenti che non "bucano" già più da tempo. La protesta dei genitori è immotivata». Giuliana Mongelli

Persone citate: Bonazzi, Bruno Bonazzi, Don Paolo, Giuliana Mongelli

Luoghi citati: Comune Di Torino