A fumetti, il tramonto dell'America di Fernando Mezzetti

A fumetti, il tramonto dell'America In Giappone un best-seller sulla guerra commerciale tra i due Paesi A fumetti, il tramonto dell'America DAL NOSTRO CORRISPONDENTE TOKYO—CI sono il buono e il cattivo, ci sono le svergognate maliarde e le tenere donne di casa, virtuose ma ben attente ai cambi e ai tassi d'interesse. E tutti si muovono sulla rete dei problemi economici intemazionali: 11 deficit federale americano, l'ingente surplus giapponese verso gli Stati Uniti e il resto del mondo, le costanti e aspre frizioni commerciali fra i due Paesi. In corposi volumi a fumetti sulle avventure di moderni samurai d'affari, il Giappone racconta il suo sistema e la sua superiorità verso gli Stati Uniti, dipinti come un Paese dall'economia al tramonto, n primo volume della collana, che qui ha venduto un milione e 700 mila copie, è stato ora tradotto in inglese e ha avuto un Immediato successo negli Usa, benché sbatta in fàccia agli americani amare verità: «La metà delle esportazioni Usa verso il Giappone — si legge in una delle didascalie che collegano le varie fasi delle avventure — è costituita da alimentari e materie prime. Gli Stati Uniti importano invece dal Giappone automobili e altri generi ad alto contenuto tecnologico. Questo tipo di scambi corrisponde a quello tra un Paese sviluppato e uno in via di sviluppo, con gli Stati Uniti in questa seconda posizione»: Intitolato Japan Inc. - 7ntroduzione all'economia giapponese, il volume, pubblicato a Tokyo dal Nikkei, principale quotidiano economico-finanziario, è stato curato dalla University of California, con prefazione di un docent ; della Stanford University. In poche settimane ha venduto oltre 50 mila copie, che secondo gli esperti, è una cifra ragguardevole per un saggio economico a fumetti (le s/rips in genere so¬ no un best seller se raggiungono le 15 mila copie). Per il mercato americano si tratta infatti di un'autenica bizzarria, al contrarlo di quello giapponese, dove tutto finisce a fumetti e In molti a casi a fumetti comincia: nelle scuole sono «fumettizzate» alcune materie di studio. n volume si compone di sei parti su vari temi economici: dalle frizioni commerciali alla crisi per il raddoppio del valore dello yen, con citazioni del famoso Rapporto Maekawa per lo sviluppo del mercato interno; dalle storture della società—come la grave situazione in cui si trovano gli anziani _ alia politica agricola, al dominio nella finanza intemazionale. Ogni avventura è preceduta, a mo' di Introduzione, da brevi ma significative citazioni del maestri del pensiero economico, da Smith a Ricardo, da Friedman a Samuelson. Il capitolo sul do¬ minio finanziario passa anche attraverso trasparenti riferimenti al Banco Ambrosiano, a Calvi trovato morto sotto il ponte del Tamigi, con il Vaticano sullo sfondo: *La rivoluzione monetaria: in cui si vede come essa abbia stimolato speculazioni dalle conseguenze talvolta disatrose», recita il titolo con classica sobrietà settecentesca; mentre la vicenda culmina nel trionfo dell'abilità nipponica, che trasforma il collasso d'una banca di Milano in un vantaggio per un Istituto giapponese. Ma prelati, puttane e samurai In giacca e cravatta si muovono su movimenti del cambi, giochi di bilancio, vertigini di euroyen. Sullo sfondo delle grandi decisioni economiche ci sono anche 1 politici naturalmente, di qua e di là dal Pacifico: corrotti e bugiardi, cinici nel migliore dei casi II libro è impietoso con il grande business nazionale, che per con¬ servare competitività sul mercati mondiali sposta le produzioni in altri Paesi senza curarsi del destino delle piccole aziende e del loro personale. Le sferzate vanno però soprattutto agli americani: 'Affermano di avere 500 mila disoccupati nell'industria dell'auto per colpa delle importazioni dal Giappone. Ma se modernizzassero gli impianti e razionalisserò la produzione, come abbiamo fatto noi, di disoccupati ne avrebbero 400 mila in più». E tuttavia è singolare che i protagonisti del prossimo volume, la cui traduzione è già annunciata, siano due giovani giapponesi laureati alla Harvard Business School. il Giappone è certo grande, còme essi stessi dicono. Ma, malgrado il 'tramonto degli Stati Uniti» secondo Japan Inc., il sogno rimane americano. Fernando Mezzetti

Persone citate: Friedman, Samuelson, Stanford