Togliattigrad vicina all'infarto

Togliattigrad vicina all'infarto La Literaturnaja Gazeta: la Fiat non c'entra, il sistema è carente Togliattigrad vicina all'infarto NOSTRO SERVIZIO MOSCA — «La più grande fabbrica d'auto sovietica, la famosa Vaz a Togliattigrad, è in preinfarto e ogni nuovo sforzo potrebbe diventare quello fatale. Più di 5000 macchine sono stoccate nel cortile, perché mancano dei pezzi. Il carburatore viene messo su molte auto solo per farle uscire dalla catena di montaggio; poi lo si toglie per usarlo su altre». Il quadro allarmante di quest'«isola d'alta tecnologia» è dipinto da Literaturnaja Gazeta. Aggiunge il giornale: «Crolla il prestigio di lavorare a Togliattigrad; alle catene di montaggio lavorano molti operai stagionali non qualificati, in una città che conta più di settecentomila abitanti c'è penuria di generi alimentari, c'è il razionamento per certi prodotti, incombe la ci-isi ecologica». , Perqhé non. va questo gi¬ gante che, producendo un un modello basato sulla Fiat 124 del 1966, rimane sempre in testa rispetto alle altre imprese automobilistiche, come la «Moskvich», o la «Zaporojets»? «I piani di produzione gonfiati a dismisura e i regali durante i congressi del partito — spiega il giornale — hanno fatto crollare il ritmo di lavoro previsto dalla Fiat. La fabbrica non ha più tempo per mettere in ordine le macchine utensili. I problemi che negli Anni di Breznev «si preferiva accumulare anziché risolvere» hanno fatto abbassare drammaticamente la qualità delle «Ziguli»: nel 1983, l'anno più sfortunato per la Vaz, le sole spese per le riparazioni delle auto in garanzia hanno superato i dodici milioni di rubli (27 miliardi di lire). I consumatori corrono il rischio di incidenti perché «centocinquanta parti sono prodotte con materiali casuali ». Nonostante il meccanismo di produzione abbia una «febbre continua», nonostante la «qualità delle auto continui a essere sempre più bassa», i redditi della fabbrica di Togliattigrad, che in fin dei conti vanno allo Statoimprenditore, sono in costante aumento. La Literaturnaja Gazeta spiega il «miracolo»: «La penuria cronica ha permesso di vendere le macchine a prezzi che superano di molte volte il costo di produzione. La trasformazione di un mezzo di trasporto in oggetto di lusso ha aumentato la criminalità, ha scatenato la corruzione e la speculazione». C'è infatti un'enorme differenza tra il prezzo ufficiale e quello del mercato nero: per esempio l'ultimo modello della Vaz, la «Samara-1500», un'utilitaria «due volumi, cinque porte» che co sta a listino poco più di nove mila rubli (venti milioni di lire), è venduta al mercato nero per 14-15 mila rubli. Il settimanale moscovita dà anche alcuni suggerimenti pratici. Per soddisfare almeno parzialmente la domanda, propone di bloccare l'esportazione delle «Ziguli» nei Paesi Occidentali: «L'argomento principale a favore delle vendite delle auto sovietiche all'estero è la necessità di valuta pregiata per comprare in Occidente mac chinali nuovi. Ma come si può spiegare che nei magazzini del ministero si trovano macchinari importati e mai utilizzati per 435 milioni di rubli?». Per migliorare la qualità, il giornale suggerisce di vendere le «Ziguli» ai migliori lavoratori della Vaz «Oggi il collettivo che conta 110 mila persone ha diritto a 700 macchine. I lavoratori invece devono sentire che lavorano anche per sé ». s.v.

Persone citate: Breznev

Luoghi citati: Togliattigrad