Per Epéda l'ombra di Michelin sulla strada di De Benedetti

Per Epéda l'ombra di Michelin sulla strada di De Benedetti Salta l'Opa mista con Seydoux ma la Valéo insiste nella sua offerta Per Epéda l'ombra di Michelin sulla strada di De Benedetti Sarebbe il governo stesso a premere perché scenda in campo insieme con Peugeot e Renault MILANO — La battaglia per Epéda si riaccende. L'offerta congiunta Valeo-Seydoux per la totalità del capitale del gruppo componentistico francese è caduta di fronte alle resistenze del consiglio di amministrazione della stessa Epéda. A questo punto, il panorama si presenta movimentato. La Valéo di Carlo De Benedetti non si è tirata Indietro. Resta valida l'offerta già lanciata dalla consociata di Cerus, che prevede una quota in contanti e una in obbligazioni della stessa Valéo. Ma si profila una controffensiva possente. Richier, amministratore delegato dell'Epéda, sembra in grado di schierare un fronte di tutto rispetto in difesa dell'attuale gruppo dirigente e proprietario (lo stesso Richier controlla il 20% del capitale) dell'azienda transalpina. Il Crédit Commercial de France, incaricato della ricerca di un «cavaliere bianco» pronto a sostenere l'assalto di Valéo, pare aver raggiunto un'intesa, con la benedizione delle autorità governative con il trio Michelin-Renault-Peugeot. Per ora una conferma è venuta dal fronte della Michelin, che già in altre occasioni ha offerto il suo prestigio e la sua potenza finanziaria in azioni di contenimento dell'attivismo di De Benedetti (da ricordare il suo appoggio a Suez nell'aspra contesa per laSgb). Più caute sono state le reazioni dei quartieri generali delle grandi case automobilistiche francesi. Sia Peugeot che Renault, con sfumature diverse, hanno escluso un coinvolgimento diretto nella grande partita per la società della componentistica francese. Ma certe smentite diplomatiche convincono solo fino a un certo punto. Un, quotidiano francese, la Tribune de l'Expansion, ha rife, rito ieri con grande risalto di pressioni da parte del gover¬ no francese perché le tre società scendano in campo a favore dell'Epéda. Già in occasione delle trattative con Jerome Seydoux, poi pervenuto ad un'intesa con De Benedetti, Richier aveva avanzato progetti per un'intesa che permettesse ai dirigenti dell'Epéda di rafforzare la loro posizione aziona- ' ria all'interno dell'azienda (e In casa Cerus si accusa Richier di cercare di acquisire l'impresa con un forte indebitamento della stessa). Ieri, dopo il rinvio dell'Opa mista Valéo-Seydoux, un portavoce della società aggredita si è limitato a dirsi sorpreso solo a metà» dalla decisione del gruppo di non presentarsi. Lo stesso portavoce del gruppo ha confermato le voci sull'elaborazione del piano di difesa curato per conto di Richier dal Crédit Commercial de France. "Nulla è stato ancor deciso — ha però aggiunto — a proposito della partecipazione di Michelin, Peugeot e Renault". E adesso? Per ora c'è da registrare l'imbarazzo delle varie banche d'affari Worms, Lazard Prères, Paribas e Stein che avevano appoggiato la proposta d'offerta congiunta Valéo-Seydoux. Per la Worms il ritiro è solo provvisorio, in attesa di un accordo eventuale con Epéda. Per Lazard, invece, la partita è chiusa perché, dato l'atteggiamento di Richier, ormai anche quest'offerta va considerata ostile. Di certo c'è che si va aprendo per De Benedetti un nuovo fronte della sua lunga campagna di Francia. Al quartier generale della Cerus e della Cir si ostenta una certa sicurezza perché si ritiene difficile che Richier possa coagulare vere iniziative a favore di quello che viene definito un leveraged buy out mascherato (ovvero un'offerta di acquisto a vantaggio dei dirigenti). Ma, sulla terra di Francia,' le sorprese1 non mancano mai. u. b.

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