Soldi del casinò alla Cdu di Kohl di Alfredo Venturi
Soldi del emine alla Cdu di Kohl Uno scandalo in Bassa Sassonia Soldi del emine alla Cdu di Kohl I socialdemocratici chiedono nuove elezioni DAL NOSTRO CORRISPONDENTE BONN — Poco più di un anno dopo il caso Barschei, Un altro scandaloscuote la politica tedesca, e fra le due vicende c'è più di una analogìa. Ancora una volta è un Land della Germania settentrionale al centro della scena: un anno fa toccò allo Schleswig-Holstein, oggi alla Bassa Sassonia. Oggi come allora sono gli uomini dell'Unione cristiano-democratica, la Cdu del cancelliere Kohl, a essere chiamati a rispondere di gravi irregolarità. Mentre è l'opposizione socialdemocratica a invocare ancora una volta nuove elezioni e nuovo governo. Oggi come allora, infine, è il settimanale amburghese Der Spiegel a impersonare il ruolo del giustiziere implacabile. La vicenda si trascina ormai da un anno, ma è precipitata bruscamente in questi giorni. Da tempo si sapeva che Marian Felsenstein, proprietario di case da gioco a Hannover e dintorni, aveva generosamente versato denaro nelle casse dei partiti. Era stato il fallimento dell'impresa a portare alla luce quelle imbarazzanti verità: più di 240 mila marchi, circa 180 milioni di lire, erano finite ai politici. Felsenstein aveva dato denaro ai maggiori partiti: l'Fdp, l'Spd, ma soprattutto la Cdu, che aveva intascato i tre quinti della somma. Si salvano soltanto i Verdi, del resto implicati per parte loro in un'altra inchiesta a livello federale: il partito ecologista è accusato di evasioni fiscali e previdenziali, e di avere utilizzato lavoro nero. A Hannover dunque, davanti a una commissione parlamentare d'inchiesta,: ognuno dei politici al cen-1 tro dell'attenzione racconta la sua verità. Per esempio Wilfried Hasselmann, ministro dell'Interno nel governo locale, presidente della Cdu di Bassa Sassonia, e a suo tempo tesoriere del partito, dice che lui non ha mai preso soldi da Felsenstein. Si tratta, nella più benevola delle ipotesi, di una grave dimenticanza: ecco infatti lo Spiegel, nel numero di lunedì scorso, che pubblica una lettera da cui risulta, nero su bianco, come Hasselmann abbia incassato 40 mila marchi, circa trenta milioni. Il giorno dopo la comparsa del settimanale, cioè martedì, il capo del governo di Bassa Sassonia, Ernst Albrecht, annuncia le dimissioni del suo ministro. Aggiunge che non ha dubbi sull'integrità di Hasselmann. L'opposizione esulta. E' soltanto l'inizio della fine, proclamano i Verdi. L'Spd chiede le dimissioni dell'intero governo, e elezioni anticipate rispetto alla scadenza naturale del 1990. Il governo di Hannover si regge su una coalizione Cdu-Fdp, identica a quella federale di Bonn, ma con la maggioranza di un solo voto. Al comprensibile fermento di Hannover si accompagna una certa agitazione anche a Bonn. Domani, al suo ritorno dall'Unione Sovietica, un grave grattacapo politico attende 11 cancelliere Kohl. Alfredo Venturi
Persone citate: Ernst Albrecht, Felsenstein, Hasselmann, Holstein, Kohl, Land, Marian Felsenstein, Wilfried Hasselmann
Luoghi citati: Bassa Sassonia, Bonn, Germania, Hannover, Unione Sovietica
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