Nato, il Belgio si ribella di Fabio Galvano

Nato, il Belgio si ribella Alla vigilia della riunione dei ministri della Difesa Nato, il Belgio si ribella Il governo Martens minaccia di non approvare il rapporto sulle armi atomiche a corto raggio (missili e artiglieria) - Il generale Galvin chiederà un ammodernamento globale degli armamenti DAL NOSTRO CORRISPONDENTE BRUXELLES — 'Qualsiasi decisione — ha detto ieri 11 primo ministro belga Wilfried Martens — sarà presa nel quadro del concetto globale di difesa della Nato: Ma le sue assicurazioni non sono valse a cancellare le nuvole di un piccolo Belgio che gioca a far tremare la Nato, che lunedi aveva fatto dire al suo ministro della Difesa Guy Coeme: «ZI Belgio non approverà il rapporto della Nato sulle armi a corto raggio: La polemica cadeva proprio alla vigilia dell'odierna riunione dei ministri della Difesa dell'Alleanza — a Seneveningen, in Olanda — nell'ambito del Gruppo di Pianificazione Nucleare (Npg). Allineandosi con le perplessità di Germania e Olanda, e anzi scavalcando quei due Paesi nel giudicare 'inopportuno' un rafforzamento delle forze a corto raggio in Europa (missili e artiglieria), Bruxelles aveva operato un'inattesa Inversione di rotta. La questione, a causa dei risvolti politici interni, aveva lacerato il governo, in passato sempre tenace assertore di fede atlantica, ed è sfociata ieri nell'intervento parlamentare di Martens. B processo di modernizzazione della Nato non è cosa nuova. Se ne discute, di fatto, dalla riunione di Montebello del 1983, che aveva deciso una riduzione numerica delle armi nucleari — già attuata — con un parallelo adeguamento strutturale per conservare efficienza e credibilità dell'arsenale nucleare dell'Alleanza. Ma su quel filone si sono innestate, negli ultimi mesi, contrastanti esigenze. Da una parte ci sono Paesi come la Gran Bretagna, che dall'accordo UsaUrss sui missili a medio raggio (Inf) temono un indebolimento dell'Occidente e sostengono quindi la necessità di rafforzare altri settori (le armi nucleari a corto raggio, appunto). Dall'altra ci sono Paesi come la Germania — e in seconda linea l'Olanda — che in uno scenario nucleare giocato sul corto raggio si vedono in un poco invidiabile ruolo di agnelli sacrificali, e che quindi appoggiano l'eliminazione delle armi nucleari parallelamente alla riduzione delle forze convenzionali. n Belgio pareva volersi schierare — la situazione è ancora fluida, nonostante l'intervento di Martens — a fianco di questa seconda compagine. Di tale posizione si è fatto portavoce il ministro delia Difesa, il socialista francofono Coeme, ma il suo vero padrino è 11 socialista fiammingo Louis Tobback. Protagonista negli anni scorsi della battaglia contro l'installazione dei missili Cruise in Belgio, Tobback è rimasto una delle figure di punta nel movimento antinucleare. Si è fatto forte del comune desiderio di «non scatenare una tempesta nell'attuale governo» per appoggiare una posizione — varata venerdì scor¬ so dal Consiglio dei ministri — controcorrente rispetto a quella dell'ex ministro della Difesa De Donnea e del ministro degli Esteri Tindemans, che avevano aderito al programma di modernizzazione Quello che accadrà oggi a Scheveningen è poco chiaro, n rapporto del Gruppo ad alto livello, al quale il Belgio sembra deciso a opporsi, ha soltanto carattere d'informativa e non di dibattito. Ma anche il rapporto del generale Galvin, al centro della discussione, raccomanderà un ammodernamento globale, con lo schieramento di nuovi missili terestri Lance in versione potenziata e con l'introduzione di un nuovo missile aria-terra «stand-off», cioè da essere lanciato a distanza di sicurezza dall'obiettivo. Entrambe le armi rientrano nella categoria del missili corti, cioè con gittata sotto i 500 chilometri: quelli, appunto, al centro della polemica fra gli alleati. Ed è perlomeno dubbio che il mini¬ stro belga Coeme si pronunci con il vigore filoatlantico di Martens. n ventilato atteggiamento negativo di Bruxelles potrebbe inserirsi nella politica d'austerità varata dal governo, e nel cui quadro il generale Chartier — capo di Stato Maggiore — avrebbe proposto il ritiro di missili schierati in Germania, una riduzione dell'8 per cento degli effettivi, la rinuncia a programmi di acquisto di armamenti, la rinuncia all'addestramento nazionale dei piloti. Tutto ciò mentre con gli Usa si discute una redistribuzione degli oneri e dopo che il Belgio ha già deciso di smantellare 1 suoi obsoleti missili terraaria Nike schierati in Germania e di non sostituirli con i nuovi Patriot. Attualmente rimangono al Belgio, nell'ambito della Nato, tre compiti nucleari: 1 cacciabombardieri F-16 e l'artiglieria (entrambi a doppia capacità), più i missili a corta gittata Lance. Fabio Galvano