Come si calcola la pensione per il lavoratore part-time

Come si calcola la pensione per il lavoratore part-time Sempre maggiori le garanzie previdenziali Come si calcola la pensione per il lavoratore part-time Cresciuta la paga minima oraria su cui l'azienda calcola (e versa) i contributi Quale riflesso può avere il part-time sulla futura pensione? Riducendo l'orario di lavoro (e la retribuzione) si riduce proporzionalmente anche il trattamento pensionistico? L'introduzione del tempo parziale ha indubbiamente creato non pochi problemi, sia sotto il profilo contrattuale che sotto quello assicurativo e più ancora previdenziale. Nato con lo scopo di favorire l'occupazione giovanile ed accolto con larghi consensi non solo dalle lavoratrici, ma anche da tutti quei lavoratori prossimi alla pensione, il part-time rivelò presto vistose «smagliature». Gli stessi datori di lavoro, inizialmente poco incentivati a consentire la riduzione dell'orario per effetto di un meccanismo che 11 obbligava a versare i contributi su una retribuzione non inferiore a 24 mila lire al giorno, accolsero positivamente le più favorevoli condizioni Introdotte dalle successive disposizioni. Attualmente l'azienda paga i contributi in base ad una re¬ tribuzione minima che per il 1988 è stata fissata in poco più di cinquemila lire l'ora. Ma, sia pure in presenza di notevoli miglioramenti normativi, esistono ancora particolari situazioni di rischio per il lavoratore che ha scelto il tempo parziale. Due sono le ipotesi che ricorrono con maggior frequenza. La prima si riferisce al rapporto di lavoro «iniziato» sotto forma di part-time; la seconda, alla «trasformazione» di un'attività piena in lavoro a tempo parziale. Nel primo caso il lavoratore ha, ad esempio, cambiato datore di lavoro, accettando un orario ridotto. L'effetto di una tale scelta può avere conseguenze piuttosto pesanti sotto il profilo pensionistico, in quanto l'attuale sistema di liquidazione prende in considerazione la retribuzione corrisposta negli ultimi cinque anni. Nel secondo caso (trasferimento da tempo pieno a parziale) la legge 883 dell'84 ha introdotto alcuni correttivi che attenuano in certa misura gli effetti negativi del parttime. Per chiarire meglio le cose, ricorriamo ad un esempio. Supponiamo che il soggetto abbia lavorato per 36 anni ad orario pieno, con una retribuzione di venti milioni l'anno, e per gli ultimi quattro anni, sempre alle dipendenze della stessa azienda, ad un orario pari alla metà di quello Iniziale, con uno stipendio di 10 milioni l'anno. Nel conteggio della pensione, quest'ultimo periodo verrà ridotto a due anni, ma con una retribuzione «piena», pari a 20 milioni. Cosi operando, verrà garantito al lavoratore il calcolo della pensione sullo stipendio massimo percepito (20 milioni annui) ma nel contempo l'anzianità contributiva verrà ridotta a soli 38 anni (anziché 40) con la conseguenza che la percentuale di commisurazione stipendio/pensione scenderà al 76% (contro l'80% appUcato in presenza di 40 anni di contributi). Mario Stratta

Persone citate: Mario Stratta