Febbre mondiale del Monòpoli di Stefano Bartezzaghi

Febbre mondiale del Monopoli Febbre mondiale del Monopoli Variante del gioco dell'oca, parla di proprietà, tasse, bancarotte - Ha campionati con migliaia di dollari in palio -L'editrice americana Parker Brothers ha varato la versione nella ventitreesima lingua: quella delI'Urss, dove finora era all'indice - L'annuncio a Londra, tra i fasti dell'ultima sfida internazionale • In Italia, 200 mila copie l'anno ' p.'H*rT^ risina ANCHE MOSCA PJOLE IL BESTSELLER DEI GIOCHI IN SCATOLA LONDRA — Sono quasi le tredici di lunedì 17 ottobre, oramai, quando nella Ballroom del Park Lane Hotel,'a Piccadilly, scatta il quarto applauso: quello definitivo.' Ikuo Hiyakuta, un impiegato giapponese dì trentasei anni, è il nuovo campione mondiale di Monopoly (il gioco da ta- ' volo che in Italia conosciamo come Monopoli). Dopo due ore e ventidue minuti di gioco, l'applauso saluta l'abbandono per bancarotta dell'ultimo rivale di Hiyakuta, nel matchfinale. Dopo il campióne svedese, il neozelandese e la portoricana l'ultimo ad Or-rendersi alla bravura e alla' fortuna di Hiyakuta è stato il campione di Israele: è un tredicenne, si chiama Chen Shabtai. Si era detto certo di arrivare tra i primi tre classificati: ha avuto ragione. Londra. Il nuovo campione mondiale di Monopoli, Ikuo Hiyakuta, impiegato giapponese (Tel. Ap) Ai cinque finalisti, selezionati fra ì trenta partecipanti al Campionato durante te eliminatorie di domenica, era stato, inflìtto lo smoking e il cappello a cilindro. E' in questa tenuta che Hiyakuta ha salutato il pubblico, ha avuto un sorriso un po'frastornato per le rumorose felicitazioni dei connazionali (come loro solito, sparsi un po' dovunque), ha smozzicato qualche frase inglese al microfono. L'immediata proclamazione ufficiale e la premiazione da parte dei dirigenti della Parker Brothers (la caia madre del ISiaaopoìy) gli hanno fruttato un trofeo, una medaglia, un personal computer e, infine, oltre 15.000dollari. Sorrideva, il giapponese, e teneva in mano v-n secondo cappello a ciliridro da cui spuntava come insalata in un cesto un cospicuo mazzo di banconote: bigliettoni fasulli, che simboleggiavano la posta accaparrata. Quindi il campione se ne è andato: scortalo da due scozzesi in kilt, cornamusa e tamburino, e dalla delegazione della Parker Brothers, n composito e compunto corteo è uscito dall'hotel per offrire al neo-campione un giro d'onore detta città, su una Rolls-Royce bianca. Il corteo è l'immagine conclusiva delle giornate di questo ottavo Campionato Mondiale di Monopoly (13-17 ottobre). La manifestazione è triennale e celebra, con il suo misto di mondanità e cordiale agonismo, un caso unico nella storia dei giochi da tavolo. Unico, non raro. Tanto per dare un'idea a Londra è stata presentata una versione del Monopoly che avrebbe o o a : 5 a a e l n r forse incuriosito Paperon de' Paperoni: l'esemplare prototipico, destinato a restare il solo, ha tavoliere, carte, banconote da gioco e segnaposto in oro e diamanti. E' opera di un gioielliere di San Francisco e la valutazione si aggira attorno al milione di dollari. Durante la finale era esposto in un angolo della BaUroom: gli unici che sembravano farci caso erano i suoi guardinghi custodi. Trenta, si è detto, i partecipanti al Campionato. Di questi, ventinove sono stati selezionati attraverso campionati nazionali tenuti in altrettanti Paesi: da Trinidad e Toboga alla Norvegia. Per l'Italia ha giocato il palermitano Francesco Catania, un ventinovénne impiegato di banca, eliminato nella prima giornata di gioco. Il trentesimo partecipante era l'inglese Jason Bum (pure ventinovénne), che ha avuto accesso al Campionato in quanto detentore del titolo, guadagnato nella precedente edizione, ad Atlantic City (Usa). La sera del venerdì, vigilia della fase eliminatoria che non avrebbe superato, Bunn girava per le impassibili sale del Park Lane Hotel sventolando una propria gigantografia- l'aplomb di ogni altro anglosassone accoglieva senza scomporsi più di tanto questa come le altre manifestazioni di moderata eccentricità, offerte di tanto in tanto dai fanatici del Monopoly. Eccentricità solo moderata: sia per fanatismo che per specialismo, il gioco di Monopoly non può essere certo paragonato a una finale scacchistica oaun torneo di bridge. Cliiunque abbia giocato a Monopoly si può rendere benissimo conto del fatto che il contenuto strategico del gioco (in soldoni, la bravura del giocatore) è comunque in balia della fortuna. Si spera che U dado non ci porti su una casella avversaria, ma porti l'avversario su una casella nostra, facendogli pagare dazio: ogni scelta strategica che si sia riusciti a compiere nell'acquisizione e nella valorizzazione delle proprie caselle è sottoposta a questo meccanismo di casualità. Per questo può stupire che il Monopoly dia vita addirittura a un Campionato Mondiale, organizzato con tanta formalità e larghezza di mezzi: ma chi il gioco lo conosce per averlo giocato in famiglia, o tra amici, forse non riesce ad avere una corretta visione del fenomeno. Il gioco del Monopoly, la cui idea seminale sembra circolasse già dal 1904, entra ufficialmente sul mercato nel 1935. Lo produce l'americana Parker Brothers, sino da allora, ed è un successo immediato e dilagante. Lo si può vedere come una variante del gioco dell'oca, dove le caselle sono strade che i giocatori possono acquisire, pagando, e sfruttare come terreni di costruzione, aumentandone il valore. L'obiettivo è mandare in bancarotta l'avversario, a cui tocca pagare una gabella proporzionale al valore che ha la strada in quel momento, ogni volta che il dado lo porta afermarcisi. E' uno schema tutto sommato semplice, e per molti riproduce attraverso l'enfasi data alla nozione di 'proprietà; la struttura stessa del capitalismo. Sembra grossa, ma è proprio cosi: e probabilmente è li la radice del successo. In Italia l'affare costituito dal Monopoly fu fiutato subito, nel 1936. Di quella recentissima moda americana si accorge un funzionario milanése della Mondadori, Emilio Ceretti. Ispirato da una intuizione fatale, Ceretti acquisisce i diritti del Monopoly per l'Italia, traduce il gioco dando nomi di strade soprattutto milanesi alle caselle, fonda l'Editrice Giochi per distribuire il gioco sul mercato italiano. Giulio ed Edoardo Ceretti, figli ed eredi di Emilio, gestiscono tuttora l'azienda paterna che tuttora è leader del settore, e tuttora distribuì sce in Italia il Monopoli. L'Editrice Giochi ha poi imbroccato altri colpi da maestro (distribuisce il Risiko e lo Scarabeo, altri due giochi tra i più popolari): ma solo di Monopoli, vende ancora oggi duecentomila copie l'anno (nelle versioni quadrata, rettangolare e tascabile), e il mercato dei giochi in scatola è ancor oggi dominato da questo best-seller. dcnpvnncvncfolpzcg Tutto ciò forse può dare l'idea di come sia possibile un campionato mondiale di Monopoly.- non esiste una vera e propria ricerca strategica, un vero e proprio contenuto tecnico. Non esistono federazioni di Monopoly e sono le varie case che lo producono nelleri varie nazioni che si occupano dell'organizzazione dei campionati. Ma queste manifestazioni, più che eventi di ordine agonistico, sono la celebrazione orgogliosa di un prodotto che continua a funzionare ottimamente. Eppure va anche detto che i cappelli a cilindro, le migliaia di dollari in palio, i tavolieri in oro e diamanti significano altro. Il Monopoly è un gioco che ci parla di proprietà, tasse e bancarotte. I teorici del gioco, si è visto, l'hanno spesso pensato come un'allegoria del capitalismo occidentale: sicuramente non sarà allora un caso la notizia, data a Londra, della pubblicazione di un'edizione del Monopoly in lingua russa. Che il Monopoly fosse un 'allegoria del capitalismo, e di quello deteriore, i sovietici l'hanno sempre creduto: e di conseguenza hanno pure sempre proibito il gioco sul proprio territorio. Ora il Monopoly russo esiste: è l'ultima versione, approntata dalla Parker Brothers, e la lingua russa diventa la ventitreesima lingua in cui è possibile giocare a Monopoly. La toponomastica di questa versione è ispirata a quella di Mosca. Per i giocatori italiani, la casella più importante è quella del.'Parca della Vittoria'; per gli americani 'Boardwalk»: per i sovietici la stessa casella prenderà il nome della più celebre via di Mosca, Z'Arbat. E'vero che nessun sovietico è apparso alla presentazione ufficiale del Monopoly a caratteri cirillici. Ma, a mo' di crisma almeno ufficioso, lo stesso lunedì 17 il corrispondente da Londra della Tass era alla serata di gala del Campionato e ha ammesso che la Parker Brothers potrà effettivamente raggiungere il mercato sovietico con il suo gioco, finora all'indice. Sarà un processo graduale: sembra che il Monopoly partirà dalla Finlandia, per poi inoltrarsi nel territorio sovietico. Se è vero, vuol dire che seguirà approssimativamente la strada con cui i testi propagandistici di Lenin raggiungevano la Russia zarista clandestinamente, dall'esilio tedesco. Mentre un giapponese agita ilare un cappello a cilindro traboccante di banconote fasulle, e si allontana in RollsRoyce tra cornamuse scozzesi e severi industriali americani, il silenzioso tragitto del Monopoly cirillico dalla Finlandia verso la nuova patria della trasparenza e della privatizzazione agricola è una immagine strana, dà da pensare. Stefano Bartezzaghi