« Senza la tigre natura in pericolo »

« Senza la tigre natura in pericolo » Parla il filosofo che da anni si batte per la difesa del felino in India « Senza la tigre natura in pericolo » SANREMO — La tigre è salva? 'Non lo possiamo ancora dire, ma vi sono possibilità che la si possa salvare. Se ci riusciremo, se la tigre continuerà a vivere e a prolificare anche l'uomo vìvrà». A parlare, in uno dei salotti dell'Hotel Des Anglais affacciati sul mare, è Kailash Sankhala, 68 anni, filosofo e naturalista di fama mondiale definito il «Konrad Lorenz indiano», autore negli Anni 70 del Progetto Tigre. Sankhala, figlio di una guardia forestale di Jodhpur al confini del deserto del Raiasthan, fin da ragazzino ha fatto della sua vita una crociata per salvare la natura, la tigre ed altri animali in via di estinzione nel suo Paese. Laureato in biologia e silvicoltura, la sua battaglia «per la tigre e per la vita» ha varcato i confini dell'Himalaya diventando una bandiera per chi vuole difendere la natura. A Sanremo Kailash Sankhala ha tenuto un'applauditissima conferenza al Teatro del casinò. 'Nel 1972 — ha ricordato il filosofo naturalista — quando dopo attenti studi denunciai lo sterminio delle tigri (nel mio Paese ne sopravvivevano solo 1875), l'India ebbe un sussulto. Si vergognò, ebbe uno choc micidiale, ma benefico». Da quel giorno la sua voce si è fatta sempre più autorevole e per la tigre cominciarono giorni migliori. 'Oggi—ha detto Sankhala con orgoglio — nel mio Paese le tigri sono 4200. Duemila vivono in zone superprotette. Siamo soddisfatti, ma il cammino è ancora lungo. Nel '40, prima delle guerre, del massacro di cacciatori, le tigri erano 30 mila». Kailash Sankhala nella sua affollata conferenza ha sottolineato come il «Progetto Tigre» abbracci un più vasto impegno per la difesa della natura. «La tigre — ha detto — è all'apice della piramide. Un simbolo. Se vive bene vuol dire che vive bene ogni strato inferiore: il bosco, la foresta, altri animali, l'uomo». □ suo lavoro di ricerca sugli animali gli ha fruttato molti premi Ha scritto vari libri scientifici e divulgativi, tradotti in molte lingue. 'Anche l'elefante ed il rinoceronte — ha detto — sono animali a rischio. Pensate che nel 1908 a causa di una caccia indiscriminata sopravvivevano nel Kaziranga solo 12 rinoceronti. Nel 1926 la zona divenne una specie di santuario, nel 1974 parco nazionale. Oggi i rinoceronti sono circa 1200. In Nepal negli Anni 50 c'erano più di mille rinoceronti, qualche anno dopò solo 100. Oggi, grazie a severe misure di antibracconaggio, se ne contano circa 400. Nell'antichità invece a branchi popolavano indisturbati le pianure alluvionali dei fiumi Gange, Brahmaputra, Indo». E gli elefanti? 'La situazione è preoccupante — risponde Sankhala — le ultime stime parlano di solo 21 mila elefanti in tutta l'India, Nello Sri Lanka ce ne sono 3 mila, neppure 50 esemplari nel Nepal Soprattutto il maschio è in pericolo. E'solo lui che ha le zanne e l'avorio. I bracconieri non gli danno tregua. E' in via d'estinzione. Le sue zanne sul mercato internazionale valgono 150-200 mila lire al chilo; Secondo lei l'italiano ama gli animali e la natura? «Da ragazzino a scuola—conclude Sankhala — mi hanno insegnato che tral'Indiae l'Italia esistono molte analogie. Sono entrambe penisole, hanno cultura antica, a Nord sono protette da alte montagne, a Sud hanno isole. Il mio Paese è percorso dai Monsoni, il vostro ha i venti caldi del Mediterraneo. I due popoli hanno molta compassione per gli animali. Da quel poco che so dell'Italia mi pare che oggi, a differenza di noi indiani, sul problema vi siate un po' addormentati». Roberto Basso

Persone citate: Kailash Sankhala, Konrad Lorenz, Sankhala

Luoghi citati: India, Italia, Nepal, Sanremo