Musei, serre e luna-park per le 500 grotte di Napoli

Musei, serre e luna-park per le 500 grotte di Napoli In mostra i progetti-utopia per valorizzare la città sotterranea Musei, serre e luna-park per le 500 grotte di Napoli Le cavità che salvarono i cittadini dai bombardamenti sono ora discariche abusive NAPOLI — Sette progetti, affidati alla creatività di architetti di fama intemazionale, sono da ieri In mostra a Castel dell'Ovo e rappresentano 11 prodotto finale del «Laboratorio Napoli Sotterranea». Nelle viscere della città, il misterioso Avemo è percorso dalla stessa animazione caotica della superficie: caverne e cunicoli, antri e percorsi segreti diventano materia di un gioco che ora è sogno, ora è realtà. Torri di cristallo perforano dal sottosuolo là terra, 11 tufo plasmato dall'acqua accoglie visitatori curiosi, un magico lunapark cede il posto ad una tecnologica «fabbrica del fiori», ad un quieto cimitero dove la metropoli dà eterna dimora ai suoi morti. Nell'iniziativa, promossa dalla A gip Petroli, si concretizza un'idea nata dalla collaborazione tra Comune, Università e Centro Speleologico Meridionale: restituire ai napoletani la «città Invisibile» frutto di secoli di storia. Sono almeno 500 cavità, per lo più scavate artificialmente da un singolo blocco di tufo giallo, malleabile pietra vulcanica che a Napoli ha regalato strade e palazzi. Utilizzate come rifugi antiaerei nell'ultima guerra, le cavità sono diventate depositi di materiale di scarto, di rifiuti solidi, sbocchi abusivi di scarichi fognari. «fi nostro obiettivo — ha spiegato il presidente dell'Agi p Petroli, Pasquale De Vita — era quello di richiamare l'attenzione delle istituzioni e della cultura nazionale sulla possibilità di valorizzare questa grande risorsa». H compito, come illustra la mostra inaugurata ieri, è stato affidato agli architetti Carlo Aymonimo, Orlai Bohlgas, Mario Botta, Manuel de Sala-Morales, Paolo Portoghesi, Aldo Rossi e Marco Zanuso. I loro progetti riguardano tre principali aree sotterranee: , quella del Monte Echia, che da piazza del Plebiscito si estende fino a Santa Lucia, quella degli Ipogei Greci, il cuore nascosto del popoloso rione Sanità, quella del Vallone di San Rocco, tra i Camaldoli e fi Vomero Alto, un «impluvio» naturale scavato per secoli da un torrente. Su questa variegata «grovlera», fantasia é Inventiva hanno Immaginato gli interventi più vari. Il museo archeologico sotterraneo pensato da Aymonimo si confronta con la passeggiata acquatica di Bohigas: leggere imbarcazioni lungo il fiume creato nel sottosuolo, nel letto del tunnel borbonico da Palazzo Reale alla Riviera, conducono alla folle rassegnadi rifiuti tecnologici, carcasse d'auto, televisori rotti, carri armati, cannoni e vecchi aeroplani. Un canale Illuminato da un raggio laser, due costruzioni cilindriche alle porte della caverna diventata percorso naturale: è l'idea di Mario Botta che, come Aldo Rossi, ha voluto creare un «sentiero» integrato e comunicante con il resto della città. Là dove Portoghesi Inventa un «parco dei divertimenti» attraverso il quale leggere la storia di Napoli, Manuel de Sala-Morales vede sorgere un silenzioso cimitero preceduto da un grande edificio crematorio, articolato in nicchie e cappelle funerarie che sfruttano anfratti e cunicoli. Ed è ancora lui a sognare gigantesche torri, edifici alti 60 metri e più che partono dal sottosuolo e «bucano» la collina per ospitare auditorium, teatri, musei, abitazioni private, sedi di grandi società. Ma la caverna tufacea può essere luogo di produzione: lo afferma con il suo progetto Mario Zanuso, che sotto il Vallone San Rocco vede crescere lilium, giacinti, narcisi, rose, begonie, rare amarillidi. Nell'accogliente utero dell'antica Partenope nasce la •fabbrica dei fiori» dove, grazie ad accumulatori solari, lampade fluorescenti, rulli motorizzati ed immissioni di anidride carbonica uomini in camice bianco coltivano pianticelle preservate da smog, diserbanti, dall'inquinamento sonoro e visivo dell'altra Napoli. Mariella Cirillo

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