Le Province multiple

Le Province multiple L'assurda corsa a istituire nuovi capoluoghi Le Province multiple Quando nel 1970, dopo anni di prolungate attese e imperterriti rinvìi, il Parlamento istituì le Regioni, Ugo La Malfa salutò il lieto evento con un'acconcia proposta: si aboliscano le Province, ormai diventate degli inutili doppioni. Dai momento che l'Ente Regione ingloba gran parte dei loro poteri e competenze, a che serve tenerle ancora in piedi? Solo a far crescere la spesa insieme alla confusione. L'argomento, nel suo scheletrico rigore, appariva persino troppo ovvio. Ma i diretti interessati lo bollarono come assurdo se non addirittura oltraggioso, mentre il grosso della Nomcnklatura voltava la faccia da un'altra parte facendo finta di non sentire. La Malfa, come qualcuno forse ancora ricorda, aveva una forte propensione a usare la logica e a fare i conti, due pretese assoluta¬ mente incompatibili coi codici del clientelismo montante c coi dispositivi dell'allegra finanza. Insistette, ma la sua predica si disperse al vento. Nel Paese dei balocchi, tutte le prediche sono inutili per antonomasia. E così le Province sono rimaste tutte lì, sempre più vuote di senso c sempre più piene di debiti. Dopo diciott'anni durante i quali lo Stato ha trasferito altri poteri alle Regioni che a loro volta ne hanno ceduto qualcuno ai Comuni, esse continuano a mostrarsi per quel che sono, grandi zatteroni burocratici in cerca di un ormeggio cui ancorare il proprio vago destino. In attesa di trovarlo, continuano a svolgere con solerzia la loro doppia funzione di arca di parcheggio per i trombati della partitocrazia e di valvola di sfogo per la disoccupazione locale. Il problema del cosa fare di loro è insomma rimasto sul tappeto, stancamente inevaso, fino a che nei giorni scorsi qualcuno ha intravisto la soluzione: creiamone delle altre! Sci città stanno già per ricevere l'investitura: Lodi, Biella, Lecco, Prato, Vcrbania e Rimini. Altre, fra cui Crotone, Viareggio, Avczzano, Monza, Castrovillari, Vasto, Foligno, Melfi, Vino Valentia, Barletta, Lagoncgro e Piazza Armerina, sono entrate in dirittura d'arrivo. E dietro loro avanza un plotone di quotatissimc aspiranti. Ora, è fuori dubbio che alcune di queste concorrenti, come Biella o Prato o Rimini, corrispondano a importanti centri economici, ricchi di industrie e di storia; ma è altrettanto fuori dubbio che, una volta pro- IJvio Zanetti (Continua a pagina 2 in quarta colonna)

Persone citate: La Malfa, Ugo La Malfa, Vino Valentia, Zanetti